Riceviamo e pubblichiamo una nota inviata dal Consigliere comunale del PDL, Adriano Pedicini sul tema che riguarda l’emergenza lavoro sul nostro territorio.
Il 18 di questo mese vedrà il consiglio comunale discutere di lavoro, di quello che manca, di quello che viene tolto. In un territorio dove non si è in grado di difendere i lavoratori, dove le componenti sociali assistono passivamente all’unico sviluppo: quello del lavoro precario, fatto di contratti a progetto ed interinali; di giovani che diventano adulti senza futuro, con una miriade di inutili corsi di formazione ed alcun programma di vita. Si parlerà della disoccupazione che cresce di giorno in giorno. Si perché quello che sta avvenendo all’ipermercato COOP si orienta verso questi indirizzi, è il luogo di lavoro dove si è costretti a fare scelte condizionate, soprattutto per le donne, (la quasi totalità), che non potendo concordare l’orario di impegno, devono rinunciare al posto di lavoro o penalizzare la famiglia. Sono le donne, le vittime fragili di questa conquista aziendale che trova terreno fertile, nella protesta che manca, nei sindacati che le barricate non le fanno più, o meglio, qui non le hanno mai fatte. La tragedia ha affondato la sua lama anche nell’alimentare, COOP ha deciso di risolvere la questione dei lavoratori in esubero, ne ha trovati ben 39. Ha offerto loro un contratto capestro: ho accetti il modulare con programmazione di orari annuali e non più settimanali, dove non esistono per il lavoratore ne feste ne fine settimana; lavoro fatto con doppi turni e alcuna programmazione di vita privata; o vai in mobilità con incentivo; oppure ti licenzio questa la trattativa della COOP. In 24 hanno sottoscritto, con l’amaro in bocca e tra le lacrime, il contratto, non avevano scelta, troppo giovani per perdere il lavoro, dove vai, dove lo trovi uno straccio di lavoro; una lavoratrice ha dato le dimissioni, 14 addetti sono ancora nell’incertezza, non sanno cosa fare ma il 15 giugno scade il termine. Così si conclude la seconda fase del modello organizzativo della COOP, che sin dal suo ingresso nel nostro territorio ha adottato una politica del taglio orizzontale, da prima adottando il solo part-time e riducendo drasticamente il personale portando i lavoratori da 150 circa nel 2007 ai 100 odierni. Oggi pone condizioni “forcaiole” tanto che molti se ne vanno con l’incentivo perché prevale l’orgoglio del non farsi sfruttare, non cedono al “ricatto”: o firmi o te ne vai. E’ mancata la concertazione tra le parti, si afferma che il tutto è stato concordato, ma non è vero, i lavoratori non hanno avuto modo di esprimersi. Dove sono i sindacati che hanno firmato l’accordo quadro, fuggiti dopo le adempienze di rito lasciando soli i lavoratori che, chiamati ad uno ad uno, si sono trovati a subire pressioni, si permette questo nel nostro territorio? Atteggiamento quello dei sindacati ambiguo: questo è il massimo del risultato possibile, viene detto al lavoratore, al quale senza dubbio, viene negato un futuro nel momento in cui l’età pensionabile si allunga e la crisi da poche speranze di reinserimento. Distanze immense separano il lavoro dai sindacalisti, casta privilegiata anche questa, fatta di ex lavoratori che da anni non sanno più cosa sia la fatica. Il rinnovamento non compete solo alla politica. Alcuno si avvede della pesante situazione che penalizza molte lavoratrici donne, soprattutto quelle che rimangono che lavoreranno con un organico inferiore, in una attività dove non si potrà assumere. I doppi turni saranno la normalità del fine settimana e delle festività, del resto a chi interessa! Non val la pena neanche protestare, si è soli, oramai a nessuno più incuriosisce, è questo il metodo COOP. Per quel che serve, porterò la mia reazione al consiglio comunale.
Adriano Pedicini Consigliere PdL
datevi una svegliata che qui ci sono giovani senza fare un c**** dalla mattina alla sera perchè il lavoro qui a matera è zero.