E’ sotto gli occhi di tutti che la sanità lucana è senza bussola, senza un piano socio sanitario e socio assistenziale. Sono innumerevoli le grida di dolore che provengono da più versanti e da più territori. La manifestazione organizzata dai sindacati davanti all’ospedale di Matera di alcune settimane fa ne è stato forse il momento più acuto. E ciononostante dal governo regionale non arrivano segnali di vita. Il diritto alla salute dei lucani di fatto non è più garantito. La campagna elettorale, poi, sembra aver mandato in vacanza quei residui doveri istituzionali che pure dovrebbero essere assicurati. Tra questi sembrano dimenticati i diritti degli anziani e le procedure di accreditamento delle Strutture Socio Assistenziali in Basilicata. Una situazione che si aggiunge al problema delle prestazioni delle strutture sanitarie private, delle liste di attesa, del mal funzionamento degli ospedali per acuti e di quelli distrettuali.
Questa è la cifra del non governo della sanità in Basilicata, dichiara il capogruppo PD in Consiglio Roberto Cifarelli.
Mai come in questo periodo la Basilicata può contare su risorse straordinarie provenienti dal Governo nazionale. Risorse che dovrebbero poter dare segnali unici e straordinari nei confronti dei cittadini. Invece in Basilicata non si riesce a garantire nemmeno l’ordinaria amministrazione. E’ sconsolante vedere lo sforzo che medici e paramedici stanno profondendo mentre a fronte di risorse importanti disponibili non si riesce ad assicurare le prestazioni ai cittadini.
A pagarne maggiormente le conseguenze di questa male amministrazione della sanità lucana sono gli anziani che purtroppo sono anche i più fragili. Aggiunge Roberto Cifarelli.
Bene ha fatto l’A.R.S.S.A.B. (Associazione Regionale delle Strutture Socio Assistenziali della Basilicata) ha denunciare l’ennesimo esempio del malgoverno della gestione di Bardi e co. Gli aumenti dei costi di gestione delle Strutture Socio Assistenziali si ripercuotono inevitabilmente sulle rette a carico degli anziani e delle loro famiglie. Enrico Letta ha chiesto ed ottenuto l’inserimento nel decreto “Aiuti ter” del mondo del terzo settore e delle Rsa che fino a ieri ne erano escluse. Bardi e Fanelli, invece, non danno alcuna risposta. Sulla questione che riguarda numerose strutture e molti occupati, conclude il capogruppo PD, presenterò una mozione in Consiglio regionale.