“Di ieri la notizia della morte di 43 migranti annegati al largo delle isole greche nel silenzio assordante della politica. Non è possibile stare in silenzio e sottacere la disumanità e la mancanza di strategia di queste politiche migratorie”. Lo affermano i segretari della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito e Silvia Bubbico. “La sequenza di decreto Cutro, accordi con l’Albania per esternalizzare le strutture detentive e il G7 della scorsa settimana in Puglia, in cui pure si è parlato di immigrazione “irregolare”, di controllo delle frontiere e di lotta ai trafficanti, non rassicura affatto. Dalle politiche della presidente Meloni – continuano Esposito e Bubbico – traspare per l’ennesima volta niente altro che una visione di contenimento, di esternalizzazione del problema e nulla che abbia a che fare coi diritti delle persone che transitano oppure che già sono nel nostro Paese o in procinto di partire verso le nostre coste.
Il tema della irregolarità – aggiungono – resta tanto tecnicamente e politicamente complesso ed altrettanto pericoloso se si confonde una condizione giuridica con una sorta di qualificazione delle persone. Un esempio sono i Cpr. Si può essere irregolari ma non si possono perdere i diritti umani né nel linguaggio né nella gestione materiale né su tutto quello che attiene ai diritti minimi di sopravvivenza, tutela della salute alla libertà di movimento. Qualificare moralmente chi è irregolare è strumentale e ideologicamente pericoloso tanto quanto continuare a praticare politiche che tendono esclusivamente a frenare gli arrivi, esternalizzare le frontiere. La propaganda sull’efficacia dei decreti flussi non basta più. La comunicazione forzatamente istituzionale nasconde solo uno sguardo cieco e difensivo sul tema dei flussi migratori che opera solo sul tema della “irregolarità”, su strumenti che ostacolino l’arrivo e soprattutto senza alcuna visione che abbia a che fare con l’integrazione, i diritti e l’autonomia delle persone ed il futuro del nostro Paese.
Il 20 giugno – ricordano i dirigenti sindacali – ricorre l’annuale Giornata mondiale del rifugiato. Ancora più in questa occasione non si può stare in silenzio e in questa Europa, in cui i venti del riarmo e della difesa dei confini e dei particolarismi si fanno più forti, rivendichiamo l’idea di una Europa capace di dimostrare le ragioni della sua storia fondate sul diritto delle persone alla pace, a una vita dignitosa e al diritto di movimento. Il raccordo europeo, a partire dalle politiche nazionali e locali, può e deve fondarsi sull’idea di un sistema di modernizzazione e armonizzazione delle pratiche dell’UE in materia di asilo e accoglienza attraverso una riforma del sistema di asilo dell’UE che freni i fenomeni di sfruttamento, dell’emarginazione e della esclusione amplificati dalle politiche del controllo. Sono necessarie tratte di viaggio sicure e corridoi umanitari per chi parte e non di accordi per strutture di reclusione. Lavorare per la solidarietà – concludono – è un compito e una responsabilità di tutti, istituzioni e società civile, per rimuovere gli ostacoli all’inclusione nella vita sociale, economica e politica”.