Enzo Acito, ex consigliere regionale: “Arrivano i nuovi treni. Ma quando finirà la sudditanza rispetto alle FAL?”. Di seguito la nota integrale.
Cinquant’anni fa. Matricola di ingegneria a Bari, prima volta del treno delle 5,45 per essere puntuale alla prima lezione delle 9,00 in facoltà. Due ricordi incancellabili: il puzzo di fumo che emanavano i sedili in vellutino impregnati per il mancato divieto di fumare nelle carrozze ed il tempo infinito per arrivare alla stazione di Bari centrale; un’ora e tre quarti! Due incubi! Roba da terzo mondo, ci dicevamo tra colleghi assonnati ma fiduciosi che tutto sarebbe cambiato nell’ immediato futuro. Ci interessava poco di Zanardelli, della sua visita in Basilicata nel 1902 e della sua promessa di togliere Matera dal poco invidiabile primato di essere l’unico capoluogo di provincia non collegato alle ferrovie dello Stato. Dopo il 1902 sono sopravvenute la ferrovia Mediterranea, la Calabro Lucana e la Apulo Lucana, concessionarie che hanno gestito il trasporto su rete a scartamento ridotto tra Puglia e Basilicata costituendo, di fatto, il vero vincolo che non ha consentito di coronare, almeno sinora, il sogno secolare di collegare Matera alle Ferrovie dello Stato. Sarebbe stato più economico e, sotto il profilo puramente ingegneristico e geologico più corretto, collegare in prima battuta Matera con il versante adriatico (Bari o Gioia del Colle), invece che con Ferrandina, per i problemi geologici che il versante sotto Pomarico ha sempre manifestato; nel 1976 crollò un impalcato del viadotto tra la galleria di Pomarico e la Basentana, per lo spostamento di un pilone (calanco 5), a dimostrazione della già nota fragilità idrogeologica della zona. La scelta di collegare Matera a Ferrandina, e non al versante Adriatico, ha comportato spese ciclopiche, fallimenti di imprese, lavori mai terminati, sperando che l’ultima tranche finanziata con il PNRR riesca a chiudere questo sogno “proibito” di Matera collegata alla ferrovia dello Stato. Tre imprese fallite in un ventennio e 600 miliardi delle vecchie lire investite. Quanto hanno inciso, in oltre 120 anni, le concessionarie del trasporto ferroviario a scartamento ridotto nel condizionare il finanziamento del percorso più rischioso invece di quello più tranquillo verso l’Adriatico? Quanto ha pesato la volontà di garantire il monopolio del trasporto ferroviario a scartamento ridotto tra Bari e Matera nel prendere la strada più difficile, che si è rivelata sinora fallimentare? Sono passati 50 anni ma dei due “incubi” sono uno è stato risolto; i treni sono puliti, silenziosi e con aria condizionata; ma il tempo di percorrenza è rimasto invariato: un’ora e tre quarti per 60 chilometri. Oggi qualcuno festeggia l’acquisto di tre nuovi treni elettici che collegheranno Matera ad Altamura; Altamura non Bari perché i treni elettrici hanno una autonomia di 70 chilometri e, se la logistica non inganna, si dovrebbe prevedere un cambio treno ad Altamura per i poveri passeggeri che devono (non trovo verbo diverso viste le condizioni) andare a Bari con le FAL, costretti a cambiare ad Altamura per salire su un altro treno perché il primo si deve fermare per la ricarica; allora stavamo meglio quando stavamo peggio! L’ora e tre quarti è destinata ad aumentare. I 27 milioni di euro necessari per l’acquisto dei tre treni elettrici sono stati finanziati dal DM 363/2021 – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (cd. PNRR) destinate al potenziamento delle ferrovie regionali; in verità il DM aveva assegnato alla Regione Basilicata il programma 8 – F. APPULO LUCANE: Interventi sul piazzale della stazione di Matera Villa Longo € 4.000.000, il programma 11-F. APPULO LUCANE: Prolungamento linea Bari ‐ Matera verso Ospedale Santa Maria delle Grazie € 12.000.000 ed il programma 12 F. APPULO LUCANE: Realizzazione nuova linea Potenza Santa Maria ‐ Ospedale San Carlo € 11.000.000. La regione Basilicata, in data 7/10/2022 prende atto della comunicazione FAL in merito alla impossibilità di rispettare il termine del 31/12/2022 per la pubblicazione dei bandi dei tre interventi e chiede al ministero di rimodulare le somme per l’acquisto di tre convogli elettrici con i 27 milioni di euro. Quindi tre interventi infrastrutturali sono stati cancellati per acquistare tre treni elettrici per andare da Matera a Altamura e viceversa. In parallelo il comune di Matera è destinatario di un finanziamento a valere sul “PAC Infrastrutture e Reti 2014-2020” per l’intervento denominato “Metrotranvia dei Sassi” per € 22.879.959,24 di cui € 17.850.000,00 per Miglioramento e sostenibilità della mobilità interna ed esterna alle aree di attrazione ed € 5.029.959,24 per Potenziamento e riqualificazione della dotazione materiale e immateriale trasportistica. Finanziamento approvato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile (MIMS) con decreto del 28/12/2021. Quindi 17,85 milioni per realizzare opere infrastrutturali all’interno della città di Matera, e 5,02 milioni per uno nuovo treno (forse non identico a quelli precedenti visto l’importo inferiore). Di queste opere non si ha traccia se non nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) approvato dalla giunta comunale di Matera con DG n. 37 del 22/02/2022, ma non dal Consiglio Comunale; siamo in attesa di queste approvazioni ed il successivo inserimento nel piano annuale e triennale dei lavori pubblici da approvare in consiglio comunale. In sintesi, la città di Matera, dalla disponibilità di 16 milioni di euro del PNRR e di circa 23 milioni di euro della Metrotranvia, totale 39 milioni di euro, risulterebbe, ad oggi, beneficiaria solamente di tre treni elettrici per Altamura, con l’obbligo di cambiare se si vuol andare a Bari. Sarebbe auspicabile che il progetto della metrotramvia venga sottoposto alle osservazioni della città, per le innumerevoli ripercussioni che avrà sulla quotidianità dei cittadini, anche per raccogliere proposte che possono migliorare la qualità della vita. Dopo il deserto dei tartari rappresentato dalla nuova stazione in piazza della Visitazione e dopo l’operazione dei tre treni elettrici fino ad Altamura, prima che si inneschi un percorso vincolato con la metrotramvia, possiamo osare di aspirare alla indipendenza della città dalle FAL? Possiamo immaginare di limitare il servizio FAL fino al terminal di Serra Rifusa e gestire il trasporto in città con un soggetto individuato con una gara di evidenza pubblica? la concorrenza del mercato consente sicuramente economie di scala. Queste ed altre domande potrebbero uscire dal confronto pubblico. Sicuramente la prima sarà relativa a come poter migliorare i tempi di percorrenza Matera Bari, perché è giusto avere treni a basso tasso di inquinamento, ma è altrettanto giusto non abusare, fino alla esasperazione, della pazienza dei materani.