Il cittadino materano Enzo Di Pede in una nota inviata alla nostra redazione boccia i primi dieci mesi di Governo De Ruggieri. Di seguito la nota integrale.
Enzo Di Pede: “Chiacchiere e tabbacchere ‘e ligno, ‘o bbanco ‘e napule nun s’impegna”.
La Città di Matera ha voluto cambiare passo e a quasi un anno dai “nuovi inquilini di Palazzo di Città” ci si è accorti della incompetenza, della stasi, dell’improvvisazione e della confusione. Ai più, l’aver contribuito a collocarli al posto che occupano, ha portato ad una sorta di profonda mortificazione. Sta di fatto che si è voluto scegliere il male minore. Buona parte dei cittadini hanno creduto nel mutamento della gestione della res publica, ma, ahimè, la realtà è sotto gli occhi di tutti, nonostante sia passato un anno e mezzo dall’indicazione a Capitale Europea della Cultura per il 2019, la città stenta a decollare e a dare la svolta culturale e sociale tanto ambita, non abbiamo la capacità politico-amministrativa di partire, siamo ancora alla fase embrionale dove rischiamo di bloccare la sensazione di rivalsa che è salita dal cuore, trasformandola in delusione profonda.
Dopo lo scandalo di trivellopoli, che ha visto coinvolta l’immagine ambientale della nostra regione, occorre recuperare una visibilità e la Città di Matera con i territori viciniori, si presenta come unica opportunità di sviluppo intesa come attrazione turistica, proposta culturale, bellezza e conservazione del territorio, ma esistono ancora molte criticità che vanno dalla carenza infrastrutturale tanto denunciata, ma mai considerata seriamente, allo stato di semiabbandono delle periferie, dalla discarica di La Martella all’inquinamento ambientale, dalla speculazione commerciale all’evasione fiscale, dalla condizione di disagio di molti giovani senza lavoro alla condizione di indigenza di famiglie di persone separate, da un’edilizia selvaggia che non risponde a uno sviluppo armonico della Città a edifici pubblici in stato di abbandono, dallo spopolamento delle aree interne ai disagi dei centri storici.
Tanti proclami, ma il nostro sito patrimonio UNESCO è stato ed è soggetto solo a chiacchiere a vuoto espresse solo sui media e sui social, ad imposizioni, a mancanza di controllo, di confronto e di coinvolgimento di tutti, ad occupazioni abusive diffuse di immobili demaniali e privati, a chiusura arbitraria di vicinati, scalinate e vicoli con cancelli e palizzate, ad azioni lente di recupero con il mancato completamento delle opere pubbliche già esistenti, a bandi annunciati, ma mai pubblicati, proliferare di bancarelle di dubbio gusto. B&B o affitta camere abusivi. In poche parole: anarchia totale.
E’ evidente la mancanza di rispetto delle regole. Non è pensabile, ancora oggi, che la situazione di anarchia creatasi negli anni precedenti continui a regnare in tutta la città. Anzi la città continua ad essere sporca ed invivibile. Predicare bene e razzolare male, non può più esistere. Non ce lo possiamo permettere. Le istituzioni e le forze dell’ordine preposte alla verifica sono latitanti, la gente ha oramai paura di “mettere la faccia”, perché si ritrova da sola, da città sicura a città con segnali sempre più frequenti di aggressioni, rapine, furti e “consigli”.
Un ulteriore chiaro segnale del pressapochismo dell’Amministrazione Comunale attuale, sulla scia della precedente, è che si continua a concedere alle produzioni cinematografiche il nostro patrimonio iscritto nella lista dei siti UNESCO e sottoposto a vincoli paesaggistici ed ambientali. Concessioni date per diversi periodi all’anno (tanto è gratuito e non regolamentato) e nessuno evidenzia che oramai non esistono più i periodi morti di affluenza turistica, anzi le strutture ricettive turistico-alberghiere sono fortunatamente piene. Una coppia di milanesi lamentava l’impossibilità di visitare gli antichi rioni, perché ovunque c’era l’impedimento del set, anche sulla Murgia invasa da tir (sigh!) avevano allestito (impedendo l’accesso) davanti ad una chiesa rupestre. Desidererei conoscere il nome dell’intelligente che ha autorizzato tutto questo, in un periodo di gite scolastiche e di notevole affluenza turistica da ogni parte del mondo ed a quanto pare le prossime riprese saranno per tutto il mese di luglio.
Mi pongo una domanda, ma si vuole veramente intervenire nel campo delle opere pubbliche in città soprattutto in vista del tanto atteso anno 2019? La cosa che mi preoccupa e dovrebbe preoccupare un po’ tutti è che rimanendo ostaggio delle produzioni cinematografiche, non si avrà il tempo e la possibilità di effettuare non solo gli interventi strutturali pubblici annunciati dal nostro Sindaco, ma anche quelli privati. Questo non gioverebbe a nessuno sia per la fruibilità turistica dei siti che per il recupero dei luoghi.
La capacità di noi cavernicoli di tenere duro, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà e gli altri eventi negativi che incontriamo sul cammino, in un primo momento ha indicato un ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente che ci circonda, consapevoli che il sito in cui viviamo è, come dicevo, tutelato dall’UNESCO e quindi condiviso con il resto dell’umanità, ma ora ci si sente stanchi di lottare contro i mulini a vento ed il menefreghismo di una classe politica che poco interesse dimostra nella rivitalizzazione, nella conservazione e nel recupero del nostro patrimonio “tutelato”. L’affermare che il residente, considerato eterno polemico ed insoddisfatto, era consapevole dei disagi che avrebbe incontrato nel far rivivere gli antichi rioni mi fa ricordare che nei famosi programmi “biennali” di attuazione della L.771/86, nelle schede di progetto erano previsti anche i servizi essenziali comunali, sanitari e commerciali atti ad un vivere civile. ma ora più che mai i SDi proposte e battaglie ne sono state fatte tante, tutte funzionali alla tutela ed alla salvaguardia del nostro patrimonio invidiato, ma purtroppo ancora una volta, dopo le festività pasquali e l’ennesima invasione cinematografica, ci si rende conto che occorre una strategia programmatica tale da rendere questi luoghi una città nella città, occorre far presto.
Caro Sindaco ricordo le parole nei suoi comizi e nei suoi comunicati, che annunciavano assessori competenti materani che avrebbero rivoltato il calzino, invece ne vediamo solo uno bucato. Ora più che mai, per fare presto occorre azzerare la sua squadra, che ha dimostrato di essere come una bella addormentata nel bosco nell’attesa vana del principe azzurro e ne ricomponga una ridimensionata e fatta da persone che abbiano esperienza territoriale. Se poi, i consiglieri non le daranno fiducia, se ne assumeranno le loro responsabilità. A buona ragione le dedico questo proverbio: “Quando ci sono troppi galli nel pollaio non si fa mai giorno”.
Ultimo ma non ultimo, esprima una posizione in merito al referendum del 17 aprile o quantomeno inviti i nostri concittadini ad andare a votare, per il bene nostro e delle nuove generazioni.
Enzo Di Pede