Enzo Menzella, rappresentante della segreteria cittadina del PD, in una nota esprime alcune riflessioni su tre tematiche importanti per il futuro della città di Matera. Di seguito la nota integrale.
Matera sta vivendo una fase di inquietudine carica di domande. Tutte chiamano in causa vuoti da colmare. Più che promesse, suggestioni che rimangono tuttora a mezz’aria. Alcuni esempi.
Si pensi alla tettoia che “occupa” il piazzale della Visitazione.Un rivestimento di gala sul nulla, sulla stazioncina che conclude e tuttavia “ostruisce” un percorso, genialmente immaginato trent’anni fa ed oltre, per proseguire verso Agna. Quindi un tracciato sotterraneo a servizio di una città longitudinale,troppo lunga per non costare carissima ai contribuenti e troppo concentrata in superficie sulla unica dorsale,via Lucana, che la attraversa per intero
Non basta. Il complesso di S Rocco. Centro della ricerca e delle startup, gioiello della innovazione e dello sviluppo.
Preferisco non entrare nel merito dei catastrofismi che accompagnano la rivoluzione del 5G. La scienza avrà modo di garantire e rassicurare circa gli effetti che saranno indotti dalle nuove tecnologie trasmissive.
La sua missione infatti è di sottrarci al suicidio assistito ma anche al delirio delle paure che si fomentano sul terreno degli interessi in guerra nella competizione globale.
Anche qui si agitano progetti in concorrenza fra loro, frutto di “predicazioni” politiche diverse. Mentre sarebbe il caso di concentrarsi sull’unica concreta iniziativa a suo tempo varata
dal Comune : la creazione di una vera cittadella della innovazione e della ricerca. La si definì, con qualche enfasi, la culla del “vicinato digitale”, mentre dovremmo chiamarla “propagatore dell’universo digitale” , per l’ effetto che è destinato a propagarsi nello spazio e nel tempo e ben oltre il circuito storico e biblico dei Sassi.
Domanda : a che punto siamo ? Come si stanno raccordando Stato,Regione e Amministrazione locale su una piattaforma che avrà bisogno di una regia? Quindi di competenze adeguate?
Ancora ; il Regolamento urbanistico. Se ne parla come di un’araba fenice. Un talismano. Con qualche non tanto segreta ma consueta aspirazione alla riapertura delle danze sui volumi e sugli interessi. Cioè sulla città “a rendere” prima che “ad essere”.
Anche qui non è necessario divagare. Il cuore delle attese ruota intorno al “monumento” ex Barilla che porta il segno e il valore di intere generazioni che han fatto la storia di Matera
Preferisco non entrare nel gioco dei volgari sospetti o delle più nobili intenzioni. Quel che occorrerebbe evitare è ripetere ciò che è già avvenuto,non nell’esito formale ma nel risultato complessivo, con il recupero dell’altro storico manufatto dei Quinto e Manfredi. Che appare una operazione eccentrica con un impatto che avrebbe potuto e dovuto essere più significativo.
Si tratta percio’ di non partire dal ristretto contesto di un bene specifico e pregiato, ma da un bene territoriale vasto e strategico “costituito” dall’intero quadrante urbano che abbraccia la intera area sud orientale di Matera.
Un “distretto” che si offre ad una prospettiva di rigenerazione urbana quindi di ricchezza e di valori diffusi che non potrebbe non avere una forte incidenza sulla natura, forma e significato futuro della città. Una città che dovrebbe ripartire dal ripensamento di un’area carica di molti e convergenti significati, per ripensare se stessa. Guarda caso al termine di un ciclo che la vede chiudere le celebrazioni per aprirsi ad una seria riflessione sul futuro.