Espedito Moliterni (PD Matera): “Caro presidente Bardi, non la voto perchè…”
Di seguito la nota integrale.
Caro presidente Bardi,
sono un cittadino lucano, residente a Matera, medico in pensione che ha prestato servizio nel Dipartimento di Prevenzione della ASM e come molti conterranei (spero tanti), mi recherò alle urne per il rinnovo del nostro Consiglio Regionale.
Di solito non sono tra coloro che decidono all’ultimo momento chi votare. Infatti ho un mio orientamento politico, piuttosto stabile da alcuni decenni ma, prima di ogni votazione, in ogni modo faccio delle valutazioni prima di esercitare il mio diritto di voto.
In queste settimane ho cercato di valutare con obiettività l’operato della giunta da lei diretta e ho preso atto dei nuovi confini della sua coalizione che, come è noto, ha accolto personalità del centrosinistra lucano, sia di rilievo regionale che di livello locale che, come si sa, in passato sono state elette nelle liste del Partito Democratico. Ma tant’è, occorre avere rispetto di ogni decisione; dopo tutto, è un loro problema.
Sono pervenuto alla decisione di non votarla e cercherò di spiegare le ragioni.
Sul passaggio delle citate personalità nella coalizione di centrodestra si è già detto e scritto tanto e non intendo essere ripetitivo ed annoiare i lettori con considerazioni di merito e di metodo che sono già state espresse da figure ben più autorevoli di me, salvo segnalare un personale rammarico nei confronti di alcuni di loro con i quali, in passato, avevo condiviso esperienze politiche e ai quali, comunque, auguro un buon riscontro elettorale.
Piuttosto vorrei illustrare le vere motivazioni per le quali non intendo votarla, tutte legate alla gestione amministrativa e politica della sua Giunta, sperando che i lettori traggano qualche spunto di riflessione.
Ho deciso di partire da mie esperienze e vissuti personali per essere più credibile nell’esporre le ragioni che mi spingono a non votarla, tanto più che sono consapevole che le situazioni da me vissute sono comuni a tantissimi cittadini lucani.
Da qualche anno sono in terapia per una patologia per la quale è previsto un monitoraggio continuo, per cui mi devo sottoporre, ogni quattro mesi a tac total body, come da richiesta, urgente e prioritaria, da parte degli specialisti e a continui esami ematici. Le assicuro, caro presidente, che riuscire a prenotare una tac, ogni qualvolta si manifesta la necessità, è una vera impresa in quanto i tempi di attesa sono all’incirca di un anno; ogni giorno chiamo il cup sperando che si liberi un posto per potermi sottoporre all’esame nei tempi previsti, oppure mi reco personalmente agli sportelli, purtroppo spesso senza successo.
Ogni volta è come partecipare ad una lotteria, insieme a qualche centinaio di cittadini che ogni giorno affollano i punti di prenotazione, con la speranza di vincere l’ambito premio. Fra l’altro, io mi sento un privilegiato in quanto residente a Matera e conseguentemente sono in qualche modo facilitato negli spostamenti Ma lei, signor presidente, si metta nei panni di chi viene dai paesini della Provincia; spesso sono anziani soli, privi di autonomia per spostamenti con mezzi propri e può facilmente immaginare le difficoltà cui vanno incontro.
Come si spiega questa situazione? Prendiamo ad esempio il reparto di radiologia dell’ospedale di Matera: attualmente sono in attività solo tre medici radiologi che fanno i salti mortali per provvedere a garantire il servizio sia ai ricoverati che all’utenza esterna; da loro non si può pretendere nulla di più, dal momento che la pianta organica del loro Servizio prevede almeno dieci radiologi.
Quello che avviene in Radiologia è comune nella maggior parte dei Servizi ospedalieri della Regione, dove operano poche figure professionali rispetto a quella che dovrebbe essere la dotazione organica del personale sanitario (medici, infermieri, tecnici, biologi, farmacisti, ecc.); lavorano con abnegazione e senso del dovere, ma oggettivamente non possono fare nulla di più rispetto alla crescente domanda di assistenza della popolazione tanto sono fortemente sottodimensionati nell’organico.
Sa che molti cittadini lucani rinunciano al ricorso agli esami strumentali e alla terapia? Qualcuno l’ha informata di questa situazione o lei davvero crede che stiamo vivendo il miracolo lucano? Sa che il 28% della popolazione lucana emigra fuori Regione per curarsi e che siamo secondi solo al Molise in questa tristissima classifica? Sa che tantissimi lucani si assicurano l’assistenza sanitaria pagando di tasca propria? Riesce ad immaginare che non tutti possano permettersi questo lusso?
Nel territorio, se possibile, la situazione sanitaria è ancora più drammatica, in quanto il personale si è drasticamente ridotto. Cure primarie, assistenza domiciliare integrata, Servizi di Prevenzione, Medicina specialistica, sono attività sempre più carenti e in alcuni Comuni del tutto assenti. Integrazione ospedale- territorio, reti di assistenza, Case di Comunità, Ospedali di Comunità sono rimaste solo sulla carta. Nulla è stato realizzato, mentre in altre Regioni già da tempo assistiamo al loro proliferare.
Ed allora, signor presidente Bardi, si è mai reso conto che per costruire una buona sanità territoriale i servizi vanno organizzati in funzione delle necessità dei bambini, della popolazione anziana, delle persona portatrici di disabilità, dislocando i presidi di assistenza, creando un sistema di servizi di prossimità ed anche di integrazione sociale in particolare per fasce di popolazione più debole ed indifesa?
Lo sa che ci sono leggi e finanziamenti per intervenire efficacemente nella sanità territoriale?
A tal fine, Lei cosa ha fatto in questi cinque anni? La risposta è una sola: nulla.
Come le dicevo, sono un medico materano in pensione e ho tre figli. Aggiungo questo altro aspetto della mia vita privata per introdurre qualche riflessione sui nostri giovani.
Uno dei miei figli lavora in Inghilterra, il secondo fino a poco tempo fa in Olanda e da poco in Lombardia; la terza conseguirà la sua terza laurea, ma temo che molto difficilmente troverà una collocazione lavorativa in Basilicata. Non credo ci sia da aggiungere molto a queste brevi annotazioni che riguardano la vita dei miei figli; il loro peregrinare in Italia e in Europa sia per motivi di studio che di lavoro è comune a tantissimi figli della nostra terra e le motivazioni delle loro partenze sono ben conosciute.
Ad onor del vero, è un fenomeno che si registra già da alcuni anni e certamente non è ascrivibile solo alla sua amministrazione. Ma è un fenomeno che ha assunto proporzioni maggiori in questi ultimi anni: le recentissime statistiche sul saldo migratorio della nostra Regione sono inequivocabili. E’ lapalissiano che interventi mirati al potenziamento dell’offerta formativa e al mercato del lavoro inciderebbero in modo positivo sulla possibilità di permanenza dei nostri giovani nel territorio lucano.
Signor Presidente, a tal proposito, cosa ha fatto per potenziare il polo universitario di Potenza, con particolare riferimento ai servizi da destinare agli studenti? Cosa ha fatto per migliorare i collegamenti tra Potenza e Matera per consentire ai ragazzi del mio territorio provinciale di raggiungere più facilmente il capoluogo? Cosa ha fatto per rendere più attrattivo e più ricco di corsi di studi il polo universitario di Matera? Ma davvero lo possiamo definire polo? Cosa ha fatto per incentivare le imprese per l’assunzione dei nostri giovani? Cosa ha fatto per rendere più competitive le nostre imprese artigiane? Quali i finanziamenti per aiutare l’imprenditorialità giovanile?
La risposta: NULLA.
Signor presidente, lei ha preferito regalare ai lucani mancette di qualche centinaio di euro con il tanto decantato bonus gas; fra l’altro, ha distribuito questo denaro indifferentemente anche a famiglie benestanti e un grosso errore è stato quello di escludere dal beneficio piccole imprese ed esercizi commerciali.
Un fiume di soldi che potevano essere utilizzati per la sanità, per i nostri giovani, per le imprese.
Cosa se ne fa un cittadino lucano di questa elemosina se poi deve pagarsi le cure fuori Regione, se i suoi figli studiano in altre sedi universitarie con tutti i costi che ciò comporta, se le imprese commerciali ed artigiane non riescono a sostenere tutti i costi e sono costrette ad indebitarsi e, peggio, a chiudere?
Quale la sua risposta? E’ davvero convinto che lei ha inaugurato un nuovo miracolo lucano?
Alcuni miracoli si sono davvero realizzati in Basilicata negli anni passati: il polo del salotto, Matera capitale europea della cultura, la ricostruzione di Potenza e di buona parte della sua provincia dopo il terremoto, il polo universitario, alcuni primati nelle politiche vaccinali, la prima Regione meridionale per l’utilizzo dei fondi europei e tanti altri fiori all’occhiello.
Purtroppo oggi siamo davvero caduti in basso; la nostra Basilicata occupa gli ultimi posti fra le Regioni italiane per quel che concerne indicatori sociali, economici, sanitari che, essendo monitorati da Istituti terzi, sono assolutamente attendibili.
E’ di questi giorni l’ultima rivelazione Istat che confina la Basilicata agli ultimi posti in tema di saldo demografico e migratorio: sempre meno nascite e più emigrazione in particolare dei nostri giovani. Sono dati inequivocabili che segnalano il declino della nostra Regione; ma lei, presidente Bardi, unitamente ai suoi sodali, compresi gli ultimi arrivati alla sua corte, continua a parlare di miracolo lucano.
Un suo miracolo di questi tempi? Senza alcun dubbio il poltronificio, un’ attività capace di attrarre vecchi e nuovi sodali. Ed allora, caro presidente, le auguro una tranquilla campagna elettorale con l’auspicio che a vincere le elezioni siano altri. Del resto, nel caso di una sua vittoria, credo che con i nuovi compagni di viaggio le sarà difficile portare a termine la consiliatura.
Con cordialità