Eurodeputato Pedicini: “I tumori non guardano in faccia nessuno, la burocrazia sì”. Di seguito la nota integrale.
Tumori, l’eurodeputato luano ha denunciato attraverso una interrogazione alla Commissione europea, che l’Italia non rispetterebbe la direttiva europea volta a tutelare i familiari delle «vittime del dovere», causa burocrazia. L’ultimo caso a Taranto, luogo dove da anni si registra un incremento di mortalità per tumori e su cui anche l’eurodeputata dei Verdi europei, Rosa D’Amato, nel luglio scorso aveva sollecitato le istituzioni europee.
“Se un tuo familiare si è ammalato a causa dell’esposizione a materiali nocivi sul luogo di lavoro e, per via della frequentazione costante, anche tu sei stato affetto da una patologia o potresti esserlo in futuro, dovresti essere riconosciuto come «vittima del dovere». Lo prevede la direttiva europea 2012/29/UE che, però, nel nostro ordinamento ancora non è stata applicata e infatti l’Italia, proprio per il mancato recepimento, risulta in procedura di infrazione”. A dirlo in una nota l’eurodeputato indipendente dei Verdi europei Piernicola Pedicini.
“Faccio questa denuncia perché un gruppo di familiari di persone che si sono ammalate a Taranto a causa delle esposizioni all’amianto sulle navi militari, ha chiesto l’equiparazione della loro condizione a quella di «vittima del dovere», – racconta l’eurodeputato – ma le autorità Italiane hanno respinto le loro istanze perché lo stato è riconosciuto esclusivamente a dipendenti pubblici che, per cause di servizio, subiscono danni permanenti o perdono la vita. Si tratta di una decisione in aperto contrasto con la disciplina UE e per questo ho scritto alla Commissione europea affinché solleciti l’Italia a recepire la direttiva nel proprio ordinamento. E’ un atto di civiltà per offrire tutela alle tantissime persone che ogni anno non solo perdono i propri cari a causa di tumori sviluppati per cause connesse al lavoro, ma potenzialmente devono a loro volta affrontare il calvario di gravi ed estenuanti malattie. La persona che si ammala sul luogo di lavoro per esposizione a materiali nocivi, subisce un reato consistente nella violazione delle norme in materia di tutela della salute. Lo stesso reato lo subiscono i familiari – conclude Pedicini – lo Stato italiano si affretti a riconoscerlo”.