Silvana Arbia, candidata nella lista Tsipras, traccia un bilancio sui risultati delle ultime elezioni europee. Di seguito la nota integrale.
E’ ancora tempo di analisi delle elezioni europee, ed é giusto che sia così, anche in considerazione di nuovi e possibili progetti politici o solo di un rafforzamento di iniziative già avviate con il voto per il Parlamento europeo. Mi scrivono tanti amici e amiche e molti non hanno avuto la possibilità, nelle settimane scorse, di leggere la mia lettera di commento e di ringraziamento su quanto é stato fatto alle elezioni.
Leggo sulla stampa, in questi giorni, i commenti di partiti o di singoli cittadini e voglio ribadire, anche per allontanare sindromi da “frustrazione” post-elettorale che proprio non mi appartengono, di essere molto tranquilla e soprattutto consapevole di aver garantito alla coalizione per “L’Altra Europa con Tsipras” un contributo determinante ai fini dell’affermazione complessiva della Lista.
In Basilicata ho ottenuto 5.397 voti, di cui 3.743 in provincia di Potenza e 1.654 in provincia di Matera. Sono stata in Basilicata la candidata più votata della lista L’Altra Europa. E questo grazie a chi mi ha sostenuto.
Ho riportato, nelle sei regioni del collegio Sud, circa 11 mila voti, distribuiti tra Puglia, Campania, Calabria, Abruzzo e Molise.
Questo é un risultato eccellente, in considerazione, soprattutto, della percentuale che la lista L’Altra Europa ha registrato in Basilicata: 5,7 %, rispetto al 4,03 % nazionale della lista stessa.
I miei voti in Basilicata, da soli, sono il 2,5 per cento di quel 5,7 per cento che ha riportato tutta la lista nella nostra regione, che vuol dire oltre il 40 per cento dei voti della lista Tsipras.
Sono orgogliosa di essere stata decisiva, in particolare con i consensi riportati in terra lucana, per innalzare la percentuale nazionale della lista Tsipras, al punto da farle superare la soglia di accesso al Parlamento europeo, che è del 4 per cento. Ribadisco che, per me e per i miei elettori, questo è un bel biglietto di presentazione del progetto per il Sud e del movimento spontaneo che abbiamo voluto lanciare.
Al di là delle elezioni, io resto una cercatrice di verità. Il mio desiderio di giustizia é ineludibile rispetto agli scenari e ai problemi che si verranno a creare. Sottolineo che in politica servono donne e uomini nuovi, diversi, soprattutto liberi da vincoli e condizionamenti. Come donna meridionale metterò sempre a disposizione del Sud la mia storia e la mia esperienza.
Nelle mie visite durante la campagna elettorale, ho incontrato tante persone. A loro ho spiegato che l’Italia ha un male grave di cui si deve liberare: la corruzione. Una piaga che impedisce di valorizzare le risorse e il merito. La lotta alla corruzione deve essere una priorità. Lavoriamo insieme per denunciare i conflitti di interesse, le oligarchie e le opacità delle decisioni prese sulla nostra testa.
Un maggiore coinvolgimento e una più forte sensibilizzazione dei cittadini nei confronti dei problemi di tipo ambientale conduce ad un miglioramento della protezione delle risorse. La natura scempiata è una delle conseguenze del non rispetto delle regole, dell’impunità che persiste, che al Sud si ingigantisce. Ammalarsi a causa dei veleni di un finto sviluppo mette in discussione il nostro diritto alla salute. Lo sanno bene i lucani, i pugliesi, i campani e i calabresi che cominciano a capire quanto pesino sulla loro pelle le scelte irresponsabili di una classe politica che bada solo alla conquista di posizioni di potere.
Bisogna indagare a fondo per disastro ambientale colposo e risarcire i danni a chi li ha subiti e li sta subendo. Le responsabilità di chi ha agito e agisce nelle terre del Sud non possono restare impunite.
Quanta attenzione bisogna ancora dedicare ai problemi del comparto agricolo meridionale, dal sostegno inadeguato che riceve sino alle procedure esecutive che gravano su tanti operatori. E poi gli effetti nefasti sulle produzioni meridionali conseguenti agli accordi europei con i Paesi terzi.
La politica non deve servire solo a qualcuno, non dobbiamo mai dimenticarlo. In queste condizioni, c’è un futuro per noi e per le generazioni future. Che cosa lasceremo ai nostri figli?
C’è tanta gente che, esprimendo apprezzamenti per il mio risultato, ribadisce la disponibilità a sviluppare, anche per il futuro, un’azione tesa a costruire piattaforme sociali e politiche. Condivido questo anelito perché, come dico spesso, “non si può stare a guardare”.
Silvana Arbia