Ex Daramic di Tito, Consiglieri regionali Carlucci, Leggieri e Perrino (M5s): “Replica assessore regionale Rosa chiarisce poco ed è astiosa”. Di seguito la nota integrale.
La replica dell’Assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa, in merito alla nostra interrogazione sulla bonifica della ex Daramic di Tito Scalo, ci lascia perplessi per il tenore e l’inconsistenza degli argomenti presentati. Su una vicenda così importante in cui occorrono equilibrio, gioco di squadra e pragmatismo, dopo anni di sciatteria politica e clientelismo famelico, l’Assessore Rosa cosa fa? Sposta completamente l’obiettivo della discussione e non fa niente per distinguersi da chi pratica il bullismo politico ogni giorno (vedi Salvini e Renzi).
Abbiamo con un atto formale chiesto informazioni specifiche su un’area, che qualora dovesse essere sottoposta ai tanti sospirati interventi, aprirebbe una fase nuova delle politiche ambientali nella nostra regione. Cosa fa, invece, l’Assessore Rosa? Attacca in maniera sconclusionata il MoVimento Cinque Stelle regionale ed il governo nazionale. Ci aspettavamo che anticipasse a mezzo stampa alcune risposte al centro della nostra interrogazione (ad esempio il mancato riscontro delle sollecitazioni del ministero dell’Ambiente inviate alla Regione Basilicata sulla pianificazione della bonifica del sito ex Daramic, che è, tra l’altro, un Sito di interesse nazionale, le risorse che si intendono investire per tali interventi), ma, pazienza, ci si è lasciati andare ad una risposta superficiale, per non dire irosa.
La bonifica del sito industriale ex Daramic (successivamente Step One Srl) richiede sforzi non indifferenti e un approccio lucido, proprio per distinguersi dall’immobilismo (voluto?) del passato. Vogliamo continuare a rimanere sul merito della questione e aprire, come sempre fatto, un confronto leale e serio. È bene ricordare che a Tito Scalo si intrecciano le vicende della ex Daramic e della ex Liquichimica. Da un punto di vista tecnico, come riportato in tutti i documenti redatti dalla Regione Basilicata e dal Ministero dell’Ambiente, una parte consistente della contaminazione rilevata nell’area ex Liquichimica ha origine proprio dalla ex Daramic per quanto riguarda il contaminante trielina. Quindi, fino a quando sarà presente e attiva la fonte di contaminazione nell’area ex Daramic (ed è questo l’argomento che abbiamo posto all’attenzione dell’Assessore Rosa con la nostra interrogazione), non solo non si giungerà alla bonifica definitiva dell’area Liquichimica, ma si continuerà ad avere una dispersione netta di inquinanti. Il barrieramento in area Liquichimica, principale sistema di bonifica messo in atto, non potrà mai intercettare tutto il flusso idrico proveniente dall’area contaminata. Su questo aspetto si è espresso anche l’ISPRA, secondo il quale “Il progetto (di bonifica di Liquichimica) ha come presupposto imprescindibile che le sorgenti di contaminazione poste a monte siano tenute sotto controllo. Il progetto prevede che l’impianto di messa in sicurezza e bonifica nell’area ex Daramic sia funzionante e in piena efficienza. In caso contrario, come evidente, il progetto di bonifica delle acque sotterranee nell’area ex Liquichimica sarebbe del tutto infondato concettualmente e tecnicamente”.
La rissa politica non ci interessa. Ribadiamo che la vicenda dell’ex Daramic dovrebbe indurre chi è chiamato ad agire sul territorio lucano a farlo con la massima celerità e incisività, senza spostare l’attenzione su temi del tutto inconferenti. Rimandare il problema ad altri soggetti, anche se ugualmente responsabili su tutta la vicenda ex Daramic, non serve a niente. Occorre attivarsi – invece – per accompagnare e facilitare le procedure amministrative, che in questo ambito risultano particolarmente complesse e non ammettono tentennamenti o opacità. Con l’ambiente e la salute umana non si scherza.
La messa in sicurezza dell’ex Daramic costituisce il presupposto per la valorizzazione e reindustrializzazione dell’area con ripercussioni dirette in tema di occupazione e di recupero di un sito ottimamente posizionato rispetto alla viabilità e alla rete ferroviaria nazionale. Ma c’è pure l’aspetto economico. Dato che allo stato attuale gli interventi dovranno essere realizzati con risorse pubbliche, solo con la valorizzazione del sito ci sarà la possibilità di recuperare per il patrimonio pubblico le risorse investite e con queste finanziare ulteriori interventi di bonifica. Noi continueremo a fare proposte e ad approfondire i tanti temi legati allo sviluppo della Basilicata e al benessere dei lucani. È bene che chi governa la regione faccia lo stesso.