“La Basilicata e il Sud Italia aspettano ormai da troppi anni il completamento e la messa in sicurezza delle infrastrutture viarie. Molti degli interventi necessari e urgenti sono stati indicati dal CIPE come opere di interesse nazionale, già finanziati e inseriti nel contratto di programma ANAS 2018-20, ma, come spesso accade in questo Paese, bloccate dalla burocrazia”. Così ha dichiarato in aula in sede di question time, l’On. Gianluca Rospi, presidente della componente Popolo Protagonista, riferendosi ad arterie lucane di fondamentale importanza. Parliamo della SS 7 Matera – Ferrandina, indispensabile per completare il collegamento mediano Murgia – Pollino tra gli assi autostradali A14 e A2 (il ministro, visto il grottesco errore di pronuncia, dovrebbe documentarsi sulla ben nota area protetta, quella del Pollino, tra Basilicata e Calabria, la più estesa d’Italia, istituita con l’art. 18 della Legge finanziaria n. 67 del 1988 e che custodisce gelosamente preziose e più che uniche ricchezze e bellezze); della SS 658 Potenza – Melfi, che collega il capoluogo di regione con la principale area industriale lucana e con la provincia di Foggia; e della SS 407 Basentana, eterna incompiuta della Basilicata, che collega la A2 con la SS Jonica, denominata anche la “strada maledetta” a causa dell’elevato numero di incidenti mortali e non che si verificano annualmente. “Solo per citare qualche numero, a proposito di incidenti e come da fonti ufficiali del Compartimento Polizia Stradale della Campania e della Basilicata – Sezione di Matera (dati rilevati da tutte le forze di polizia): guardando alla Basentana, nel tratto rientrante nel territorio materano, dove è quasi del tutto assente il guardrail (dei 100 km e 660 mt totali, soltanto 40 infatti ne sono dotati e quasi esclusivamente nel potentino), nel 2018 sono stati 3 gli incidenti mortali, 20 con lesioni, 7 con danni, 6 i deceduti, 45 in totale i feriti, nel 2019 sono stati invece 2 gli incidenti mortali, 12 con lesioni, 13 con danni, 4 i deceduti, 22 i feriti; per quanto riguarda la SS 7 Matera – Ferrandina, nel 2018 si è registrato un incidente mortale, 11 con lesioni, 13 con danni, 2 sono stati i deceduti, 26 i feriti, nel 2019 nessun incidente mortale, 14 con lesioni ed altrettanti con danni, 19 i feriti; in riferimento alla SS 658 Potenza – Melfi, considerando i soli dati in possesso della Polizia Stradale, nel 2018 si è registrato un incidente mortale e ben 27 sono stati i feriti, nel 2019 sono stati invece 22 i feriti. Parliamo di numeri a dir poco preoccupanti, che ci allontanano dall’obiettivo europeo di riduzione del 50% del numero delle vittime della strada entro il 2020: eppure parliamo di interventi su infrastrutture stradali, dichiarate dal CIPE opere di interesse nazionale, già finanziati e inseriti nel contratto di programma ANAS 2018-20. Domanda quasi ingenua quindi la mia quella rivolta al Ministro, ovvero quali iniziative intende assumere per sbloccare e velocizzare la realizzazione dei cantieri infrastrutturali della Basilicata e del Sud d’Italia. Una relazione apparentemente dettagliata quella esposta in aula dal Ministro ma, di fatto, anche ingannevole e ne è esempio proprio il riferimento alla SS 407 – Basentana: ANAS, ha risposto il Ministro, ha comunicato che sono ripresi i lavori nel tratto compreso tra il chilometro 43+780 e il chilometro 45+200, e sono in fase di consegna i lavori sul tratto 48+440 e 50+400 e quelli dal chilometro 88+400 al chilometro 100+600.
Entro il prossimo mese di settembre saranno appaltati i lavori di ulteriori lotti, precisamente quelli riguardanti i tratti 42+200 e 43+780, 45+200 e 46+400, i chilometri da 46+400 a 48+400 e tra i chilometri 50+400 e 52+400.
Parliamo, in definitiva, della ripresa di lavori su di un lotto di meno di 1500 metri, della consegna di lavori per totali 2 km e di prossimi appalti per 6,7 km: poco più dunque di 10 chilometri di probabili lavori su di un’arteria che, ad oggi, per ben 60 km, necessita quantomeno del guardrail per evitare che venga versato ulteriore sangue.
Se vogliamo far ripartire il Paese, è indispensabile pertanto, come ho rimarcato nel corso del question time, accelerare e semplificare l’iter autorizzativo, con l’introduzione di norme speciali che vadano a sburocratizzare tutto il sistema normativo italiano, utilizzando, come dico da tempo, il principio anglosassone che concede ampia responsabilità all’imprenditore, per poi punire rapidamente ed in maniera efficace i furbetti.
Ad oggi, ad un anno dal decreto legge Sblocca-cantieri, che cosa è rimasto? Un bello slogan, come sempre, ma privo di contenuti. E il Ministro De Micheli aveva promesso che, entro dicembre, avremmo avuto il regolamento unico del codice degli appalti ma, nel frattempo, sono passati cinque mesi e, da quell’annuncio, non è successo niente e le imprese che ancora aspettano. Forse è anche meglio però, perché, viste le bozze che girano, sarebbero ulteriori 500 pagine di burocrazia.
Non serve inventare nulla, bensì utilizzare, con piccole modifiche, il “decreto Genova”, di cui sono fiero di essere stato il relatore, per tutte le opere, mettendo così subito in moto l’economia legata alla filiera delle costruzioni.