Ferrone (Articolo uno, Consigliere Provincia Potenza): dopo cattura Messina Denaro tenere alta l’attenzione contro la Mafia 2.0. Di seguito la nota integrale.
Dopo la cattura di Messina Denaro tenere alta l’attenzione della società civile perché la mafia non è stato certo vinta è un compito che, come ci invitano a fare le associazioni e i movimenti che come Libera da anni si battono contro la criminalità organizzata, ci riguarda tutti e riguarda anche la Basilicata. Lo sostiene Carmine Ferrone (Articolo uno), consigliere della Provincia di Potenza che aggiunge: ignorare il fenomeno di mafia ed illegalità che ha avuto numerosi casi sul nostro territorio o arrivare alla conclusione del tutto fuori luogo, ad esempio, che la provincia di Matera è “tra i pochi territori del Mezzogiorno completamente “immuni” dalla presenza del fenomeno mafioso”, come ho letto in uno studio della Cgia di Mestre, mi pare doppiamente pericoloso. Primo: il fatturato della “Mafia spa” si aggirerebbe intorno ai 40 miliardi di euro l’anno, pari a oltre il 2% del nostro Pil. Secondo: nel Materano e in particolare nel Metapontino ci sono stati numerosi episodi riconducibili a gruppi di criminalità organizzata. Per Ferrone bisogna adeguare il nostro atteggiamento nei confronti della mafia che non è più quella “tradizionale” che spara, uccide, traffica droga, taglieggia gli operatori economici e fa usura. Oggi abbiamo a che fare con la Mafia 2.0 che usa tecniche più sofisticate per fare gli affari. A livello territoriale la presenza più diffusa delle organizzazioni economiche criminali si registra nel Mezzogiorno, anche se ormai molte evidenze altrettanto inquietanti segnalano la presenza di queste realtà illegali nelle aree economicamente più avanzate del Centro-Nord. La letteratura specializzata evidenzia che, storicamente, i territori dove l’economia locale è fortemente condizionata dalla spesa pubblica e il livello di corruzione della pubblica amministrazione è molto elevato sono più vulnerabili dal potere corruttivo delle mafie. Per queste ragioni se vogliamo dare un sostegno concreto all’attività dei magistrati antimafia in ogni parte d’Italia – conclude Ferrone – dobbiamo rilanciare il movimento popolare, con gli studenti e i giovani protagonisti, che in questi anni ha scritto una bella pagina della storia democratica della Basilicata.