Ferrone (PD-consigliere Provincia Potenza): la scomparsa di botteghe e laboratori artigiani ha un peso e un significato maggiormente negativi nei piccoli paesi. Di seguito la nota integrale.
La scomparsa di botteghe e laboratori artigiani – in 10 anni in provincia di Potenza sono scomparse 1.410 ditte artigiane (fonte Cgia Mestre) – ha un peso e un significato maggiormente negativi nei piccoli paesi dove da sempre hanno rappresentato una realtà produttiva e di tenuta occupazionale. A sottolinearlo è Carmine Ferrone (Pd, consigliere Provincia di Potenza) evidenziando che sono ormai ridotte al lumicino le botteghe artigiane che ospitano calzolai, corniciai, fabbri, falegnami, fotografi, lavasecco, orologiai, pellettieri, riparatori di elettrodomestici e Tv, sarti, tappezzieri, etc. Attività, nella stragrande maggioranza dei casi a conduzione familiare, che hanno contraddistinto la storia dei nostri paesi, diventando storici punti di riferimento che hanno dato una identità ai luoghi in cui operavano e una possibilità di formazione per i giovani. Sono tante le cause – aggiunge Ferrone – che richiedono valutazioni ed interventi a vari livelli politico-istituzionali. Da qualche decennio gli italiani hanno sposato la cultura dell’usa e getta, preferiscono il prodotto fatto in serie e consegnato a domicilio. La calzatura, il vestito o il mobile fatte su misura sono ormai un vecchio ricordo; il prodotto realizzato a mano è stato scalzato dall’acquisto scelto sul catalogo on line o preso dallo scaffale di un grande magazzino. Dall’altro, elemento molto preoccupante, i giovani rifiutano il lavoro artigiano e soprattutto i vecchi mestieri. Su questo aspetto si può e si deve intervenire con progetti di formazione ripristinando ed innovando la vecchia figura dell’apprendista che ha ancora un’importante funzione da svolgere per la trasmissione di professionalità, abilità, tecniche alle nuove generazioni. Va soprattutto rivalutata la bottega che – continua il consigliere provinciale – nei nostri centri storici è uno strumento importante di rigenerazione urbana e rivitalizzazione oltre che occasione di lavoro ed attrazione turistica con visite guidate alle botteghe. Sono progetti che la Regione può promuovere e finanziarie ma, prima di tutto – conclude Ferrone – questa Giunta Regionale deve superare un ritardo politico-culturale perché l’artigianato è scomparso dalla programmazione regionale.