Maurizio Bolognetti (in sciopero della fame dalle ore 23.59 del 14 aprile per chiedere verità su questi 15 mesi di emergenza sanitaria fattasi emergenza democratica): “”Cosa rappresenta il 25 aprile?”. Di seguito la nota integrale.
Il mio 25 aprile. Che cos’è il 25 aprile, cosa rappresenta il 25 aprile? Temo che da tempo, da troppo tempo, sia solo un simulacro. E allora prepariamoci. Prepariamoci a fiumi di vuota retorica. Prepariamoci ad ascoltare i sepolcri imbiancati, gli scribi e i farisei che occupano il tempio della democrazia.
Poco importa se siamo sempre più una “democrazia reale”. Poco importa se la Costituzione repubblicana è stata ridotta a carta straccia. Poco importa se l’art. 32 della Costituzione è da tempo solo una macchia di inchiostro versata su una pagina dimenticata.
Viene in mente in queste ore di vigilia, che precedono le fanfare, le trombe e i tromboni, una pagina de “La Fattoria degli animali”:
“Per una volta Benjamin consentì a rompere la sua regola e lesse ciò che era scritto sul muro. Non vi era scritto più nulla, fuorché un unico comandamento. Diceva: Tutti gli animali sono eguali, ma alcuni animali sono più eguali di altri”.
Guardiamolo questo muro. Per me 25 aprile è democrazia, libertà, stato di diritto (democratico), diritti umani. Per me 25 aprile significa ricordare i totalitarismi che hanno appestato la storia dell’umanità e stare attenti a quelli che potrebbero appestarla e che quelli che l’appestano. Il 25 aprile o è ogni giorno o non è.
Domani, questo 25 aprile, che ci vede travolti da un’emergenza sanitaria e democratica, lo celebrerò cercandomi un rudere. Qualcosa di simbolico per ricordare a me stesso che qualcuno bivacca sui ruderi della Costituzione, della democrazia e dei diritti umani.
Sì, mi cercherò una bella casa privata in rovina e disabitata, magari anche per chiedere agli autori del surreale art. 2 del cosiddetto “Decreto riaperture” come abbiano fatto a scrivere cotanto capolavoro.
Di certo proverò a ricordare a tutti che l’art. 9 del sopracitato decreto va immediatamente ritirato. Lo farò anche confortato dalle parole del Garante per la tutela dei dati personali, che tra l’altro ha scritto: “Per i profili di competenza dell’Autorità si osserva che il Decreto legge del 22 aprile 2021, n. 52, non rappresenta una valida base giuridica per l’introduzione e l’utilizzo dei certificati verdi a livello nazionale”.
Aggiungo, affinché sia chiaro, che non è “solo” (si fa per dire) questione di privacy. L’art. 9 va respinto al mittente perché è discriminatorio, ricattatorio e ha finalità palesemente coercitive oltre a non avere pezze d’appoggio scientifiche.