Dopo la lectio magistralis offerta nella Serra del Sole per gli attivi unitari di Cgil Cisl e Uil il 7 maggio scorso Romano Prodi è ritornato nel pomeriggio nella città di Matera per offrire il suo contributo alla festa di Avvenire in piazza San Francesco d’Assisi a Matera.
Romano Prodi, già Presidente del Consiglio Italiano e Presidente della Commissione Europea, ha dialogato in serata con il direttore di Avvenire Marco Tarquinio sul tema “Il futuro dell’Europa tra America e Asia”. L’incontro è stato introdotto da Monsignor Vincenzo Carmine Orofino, diocesi di Tursi-Lagonegro. Ha partecipato al dibattito anche il presidente della Fondazione Matera-Basilicata 2019.
Di seguito l’intervista concessa ai giornalisti nella sala degli Stemmi della Curia Arcivescovile, che ospita la sala stampa della festa di Avvenire.
In questo momento l’Europa è una nana tra due giganti, è d’accordo? “In questo momento si, tra pochi giorni si incontrano Trump e Xi, Stati Uniti d’America e Cina. Se continuiamo così finiamo male, d’altra parte ci sono 23 cinesi ogni italiano e allora io spero che capiamo che insieme facciamo mezzo miliardo di persone di alto livello culturale, intellettuale e di tecnologia, anche meglio degli Stati Uniti per dimensioni e possibilità, però le divisioni sono tante”.
Non abbiamo saputo costruire nulla fino a qui? “E’ faticoso costruire con la pace. Le unificazioni sono state fatte con la guerra e poi sono andate a finire male. Una grande unificazione con la pace è importante ma devono cambiare le teste, i sentimenti. Alle ultime elezioni si pensava che vincesse il pensiero antieuropeo invece avremo un parlamento che vuole andare avanti, lasciamo stare l’Italia che si comporta in modo diverso ma globalmente avremo un parlamento europeo che vorrà costruire, anche se ci vorranno anni e anni per avere un’Europa che funziona come deve funzionare”.
Il Mezzogiorno che futuro può avere? “Qui è un problema particolare. Il Mezzogiorno si è scollato. Si deve reinserire prima nella vita nazionale e poi insieme all’Italia nell’ambito europeo. Serve un Mezzogiorno unito, forte, per diventare il ponte verso il Sud del Mediterraneo come è sempre stato nella sua storia. Del resto qui a Matera non ci sono altro che tracce di Mediterraneo, nonostante non siamo sul mare. Bisogna impegnare l’Italia e gli altri Paesi del Mediterraneo in un’altra politica per il Sud Europa. Tutte le speranze di lavorare da soli sono finite male”.
Se anche gli emiliani-romagnoli puntano all’economia differenziata come può crescere il Sud? “Quella emiliana è un po’ diversa anzi parecchio diverse dalle altre. Questo è un problema serio perchè mi preoccupa molto il modo con cui ci si avvicina all’autonomia. E’ evidente che ci sono rischi per il Sud. Il Sud deve presentare delle proprie carte, dei propri progetti e riformare completamente il suo modo di approcciare alla politica, quando vedo che vengono restituiti i fondi europei mi chiedo se vogliamo usare questi strumenti di progresso o no. C’è da fare un esame di coscienza quindi al Sud”.
Sulla vicenda della Sea Watch che dice Prodi? “Non vorrei guardarla. La guardo ma le foto che arrivano del bambino con la mamma sono terribili. Ormai è un processo che si ripete da anni e adagio adagio ci si abitua anche a questo”.
L’Italia dove va a finire? “Non lo so, io spero sempre salti fuori la solidarietà. Il Paese ha bisogno di cervello e di cuore, non può andare avanti solo con lo stomaco”.
Michele Capolupo
La fotogallery dell’incontro con Romano Prodi per la festa di Avvenire a Matera nella sala degli Stemmi della Curia Arcivescovile e in piazza San Francesco (foto www.SassiLive.it)