Riportiamo di seguito la relazione al Bilancio 2015 della Regione Basilicata inviata da Roberto Cifarelli, Capogruppo del Partito Democratico relativa alla legge di stabilità 2015.
UNA FINANZIARIA CHE GUARDA AVANTI
La legge di stabilità 2015 rappresenta un passaggio importante per l’intera comunità regionale. E’ una finanziaria che prova a coniugare la tutela dei più deboli con la capacità di innescare processi virtuosi di intervento pubblico al fine di riavviare la crescita economica.
E’ una finanziaria che risente di un contesto nazionale di riferimento piuttosto incerto.
Infatti, la legge di stabilità nazionale taglia di ulteriori 50 milioni di euro i trasferimenti verso la nostra regione, inoltre, la riforma in discussione del Titolo V della Costituzione ancora non traccia i confini di un nuovo e moderno regionalismo.
Gli ambiti di intervento da evidenziare sono essenzialmente tre:
- Sanità. Mantenuti i livelli quantitativi e qualitativi dei servizi alla persona.
Inoltre, vengono previsti interventi strutturali negli ospedali di Melfi e Maratea, e, al fine di potenziare la rete di radioterapia oncologica, investimenti negli ospedali di Matera e Potenza.
Confermato il programma regionale di contrasto delle condizioni di povertà ed esclusione sociale. In breve, prorogati COPES, in attesa dell’avvio del reddito minimo di inserimento.
- Ambiente. Tema molto dibattuto in questi ultimi tempi. La vicenda petrolio ha intrecciato il diritto alla salute, il diritto al lavoro e il diritto alla conoscenza. E’ un nostro dovere dare risposte . Pertanto, viene istituito il Centro di Medicina Ambientale presso il presidio ospedaliero di Villa D’Agri. Contestualmente, parte un programma di Epidemiologia Ambientale in grado di monitorare organicamente e scientificamente la salute dei cittadini.
Coerentemente con quanto detto in questi mesi, nasce il “ Tavolo della Trasparenza sul Petrolio”, organo nato per una ulteriore tutela degli interessi collettivi, per divulgare i risultati delle attività di monitoraggio ambientale valutandone le ricadute sociali ed economiche delle estrazioni.
In breve, favorire i processi di partecipazione e di trasparenza della pubblica amministrazione.
Per completare, viene creata la Fondazione “Osservatorio Ambientale Regionale” , con compiti di ricerca e polo informativo sull’ambiente, tanto da diventare una banca dati facilmente consultabile da parte di cittadini, associazioni, istituzioni.
- Programmazione comunitaria 2014 – 2020. Il Capo V della legge di stabilità rappresenta il cuore di questo provvedimento. Traccia il modello di sviluppo della nostra Regione, sostanziando l’azione programmatoria con le risorse economiche provenienti dall’Unione Europea. Precisamente POR FESR Basilicata e Fondo di Sviluppo e Coesione.
Per brevità, soffermiamoci solo su due direttrici di sviluppo: la crescita della piccola e media impresa ,e, l’istruzione e la formazione.
Utilizzando intelligentemente questi strumenti, abbiamo l‘opportunità di creare imprese con un alto tasso di capacità di innovazione di prodotto e di servizi, e, di metterle in relazione con il mondo mediante un forte sostegno alla loro internazionalizzazione e capacità di export.
L’istruzione e la formazione sono pilastri del sistema Basilicata. Quanto fatto finora deve essere integrato da misure che mirino sempre più alla qualità e alla specializzazione degli interventi. Coglieremo le opportunità che la programmazione ci offre, riqualificando gli edifici scolastici ed elevando il livello di istruzione superiore e di alta formazione.
In conclusione, credo che con questa finanziaria continui il percorso di riforme intrapreso, domani toccherà ai Consorzi di Bonifica, al sistema idrico e al ciclo dei rifiuti, solo continuando su questa strada potremo nuovamente rinsaldare il legame fra Istituzione e società civile.
Roberto Cifarelli, Capogruppo del Partito Democratico
LEGGE STABILITA’: NAPOLI (FI), PIU’ CORAGGIO A REGGERE LA SFIDA PER INVERTIRE LA TENDENZA DI SOTTOSVILUPPO
“La legge di stabilità contiene certamente idee buone, molte delle quali sono ispirate e sostenute da tempo direttamente da noi, ma secondo il vecchio adagio “senza soldi non si cantano messe”, quelle stesse idee non sono dotate degli strumenti indispensabili ad attuare politiche di sviluppo e di nuova occupazione”. Lo ha detto il capogruppo di Forza Italia Michele Napoli nel suo intervento in aula.
“Non si può non essere d’accordo – ha aggiunto – sugli obiettivi da perseguire ad esempio sulla competitività delle imprese, l’efficienza e il risparmio energetico, la ricerca, l’occupazione, obiettivi impossibili da raggiungere con l’istituzione di un fondo di appena 10mila euro da rimpinguare successivamente”.
Secondo Napoli “nella cassetta degli attrezzi ci sono tutti gli strumenti per tentare di estirpare il cancro del sottosviluppo. L’elemento più critico – ha evidenziato – riguarda la “genialità” di limitarsi ad individuare un capitolo di spesa di 10 mila euro nel quale alloccare le risorse comunitarie, illudendosi di poterle spendere in via amministrativa esautorando il Consiglio Regionale da ogni controllo e da ogni possibilità di decisione, perché – ha sottolineato – con l’accordo di partenariato Stato-Regione si conosce in dettaglio come spendere i 2 miliardi di euro circa provenienti dalla programmazione 2014-2020 e pertanto era consentito praticare la programmazione di spesa”.
Il capogruppo di Fi ha evidenziato inoltre che “erano possibile produrre meno gocce di lacrime e di sangue se solo si fosse proceduto ad una riduzione più incisiva della spesa improduttiva oltre che degli sprechi, a partire dai debiti accumulati dalle società partecipate dalla Regione (180 milioni di euro), dalla riscossione dalla Regione Puglia dei 75 milioni di euro per le cosiddette royalties dell’acqua ceduta, mettendo fine alla “sciagurata operazione” dei derivati (5 milioni l’anno a due istituti di credito).
Al di là di emozioni suggestive, la vera leadership di cui c’è bisogno per disegnare un futuro delle nostre comunità – ha detto ancora – è esercitata da una squadra e non da attività personalistiche (“il cesarismo”) pur formata da politici collocati diversamente con l’obiettivo comune di affrontare le emergenze sociali. Purtroppo prevalgono genericità ed approssimazione sino all’evanescenza senza mostrare il coraggio necessario a realizzare una manovra finanziaria che chiuda con assistenzialismo e clientelismo”. Di qui il richiamo a “mostrare più coraggio per reggere la sfida per invertire la tendenza del sottosviluppo, un comportamento che è l’esatto opposto dell’atteggiamento di paura che provoca il mantenimento dell’attuale stato di cose. La politica non è staticità e ripetizione del presente, al contrario è movimento; se invece la politica vuole ritrovare il suo ruolo centrale nella società deve cavalcare il cambiamento: questa è la vera rivoluzione che manca in questa finanziaria”.
Riportiamo di seguito la elazione al Bilancio 2015 della Regione Basilicata inviata da Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale.
Presidente e Colleghi,
voglio innanzitutto sottolineare il senso di responsabilità di tutti i Gruppi consiliari di minoranza il quale, nonostante la documentazione relativa alla Legge di Stabilità non sia ancora stata completata (infatti, ad oggi non conosciamo il maxiemendamento alla Legge di Stabilità) ci porta ad essere qui presenti.
Il modus operandi posto in essere da questa Giunta non può essere condiviso in alcun modo e per quella che è la mia piccola esperienza da Consigliere regionale mi sembra un imbarbarimento delle già fragili percorsi adottati negli anni precedenti.
È chiaro che questa maggioranza non può pensare di abusare di questa disponibilità. Pertanto, invitiamo la Giunta, per i prossimi appuntamenti che ci vedranno impegnati, ad organizzarsi nei modi e nei tempi previsti dal regolamento consiliare, nel rispetto di tutte le componenti politiche del Consiglio.
Ad ogni buon conto, siamo giunti al secondo anno di legislatura. Il Consiglio si appresta ad approvare la manovra finanziaria per il 2015, ovvero l’allocazione delle risorse finanziarie disponibili in coerenza con quanto previsto in fase di programmazione.
Senza preamboli, Presidente, Le dico che la Sua relazione ha lasciato molti legittimi dubbi sulla strada che stiamo percorrendo e sugli obbiettivi che si vogliono cogliere.
Ci ha parlato dei tagli imposti dal Governo Renzi, che ‘è un nostro amico che tanto sta dando alla nostra Basilicata’, valutati, per la nostra Regione, in 50 milioni di euro, sui quali evidentemente non è permesso sollevare obbiezioni e critiche se si considera l’imbarazzante silenzio Suo e degli esponenti del Suo partito.
Quegli stessi uomini che urlavano, in questo Consiglio, contro il Governo Berlusconi per le medesime ragioni.
Nella Sua relazione ha fatto solo una timida critica sulla situazione creata dalla riforma Del Rio sull’assetto delle Province e, en passant, sulla “criticità politica” della Città capoluogo. Ne ha parlato, o meglio, le ha elencate, ma nulla più. In tutta la Legge di Stabilità Lei non si è proprio posto il problema di dare una soluzione a tali situazioni.
Ovvero se l’è posto solo dopo che legittimamente i dipendenti provinciali sono venuti a protestare sotto i suoi uffici.
In pratica, è come se Lei ci dicesse che esiste questo problema e quest’altro e poi? Che fa? Nulla. O meglio, in alcuni casi aspetta che scoppi lo scandalo, come nella vicenda S. Carlo, e poi fa finta di intervenire; in altri, messo alle strette, come per l’articolo 38 dello Sblocca Italia, fa finta di mediare e aspetta che qualcuno prenda l’iniziativa per poi accodarsi; in altri ancora, come per i tagli alle Province, aspetta che i dipendenti vengano a protestare.
Il messaggio che il suo Esecutivo ha lanciato in questi mesi è stato quello di un immobilismo senza pari, salvo poi cercare di accontentare un po’ tutti.
Il messaggio che ha lanciato mercoledì, incontrandosi con i dipendenti provinciali, è stato quello che i problemi della società lucana non le interessano, finché non è troppo tardi, finché qualcuno non viene sotto il Palazzo a presidiarlo.
Le sembra questo il modo più corretto per realizzare quel “nuovo modo di amministrare” che ci aveva annunciato nella Sua relazione programmatica del febbraio 2014?
Per chiudere la ‘questione Province’, scopriamo che Lei utilizza il metodo della piccola posta in Bilancio per, poi, forse provvedere. Il solito contentino per tenere tutti buoni.
Tornando al merito della Sua relazione, Presidente, Lei si è limitato a parafrasare gli articoli, a fare una mera elencazione delle norme che compongono la Legge di Stabilità 2015.
I tre quarti della Sua relazione sono stati assorbiti dalla ‘lettura spasmodica’ dei 12 articoli del capo V (dal 29 al 40) che ritiene, citando le Sue parole, “il capo un po’ più significativo su cui proviamo a costruire … le condizioni nell’ambito di una visione per agganciare questa Regione allo sviluppo e farla ripartire”.
Ma in definitiva e concretamente di cosa parliamo? Forse è bene chiarire ai Lucani che aspettano con ansia questa ri-partenza di cosa si parla in ben 11 articoli della Stabilità.
In questi articoli si trascrivono, ‘letteralmente’, gli 11 Obiettivi Tematici voluti dall’Unione Europea e legati alla strategia di intervento dei nuovi Programmi Operativi. Nulla di più. Cose che tutti possono leggere nella documentazione trasmessa alla Commissione Europea, cose che non richiedono un particolare sforzo creativo.
Come si può essere contro tali principi, così generali ed astratti da poter contenere tutto ed il contrario di tutto?
Facciamo un esempio per tutti, perché quello che evidenzierò, ad esempio per l’articolo 36, è possibile ripeterlo per tutti gli articoli del capo V.
L’articolo 36, appunto, prevede la promozione di un’occupazione sostenibile e di qualità e recita:
“al fine di sostenere l’occupazione giovanile, la Regione Basilicata intende sostenere azioni e interventi finalizzati a:
Ora, Presidente, ci dica cosa faremo praticamente per “contrastare la crescente disoccupazione giovanile”, così come previsto dalla lettera a) dell’articolo 36?????? Il bel principio enunciato nell’articolo in quale azione concreta si trasformerà?
Nel suo articolato non c’è nulla e la Sua relazione non aiuta a chiarire. Le ricordiamo, però, che non stiamo parlando di una legge di indirizzo politico ma della legge di Bilancio, ovvero, come già detto della legge che rappresenta l’allocazione delle risorse finanziarie disponibili in coerenza con quanto previsto in fase di programmazione.
Su questi 11 articoli nella Sua relazione, Lei non esplicita nulla di più, tranne dire che per ora creiamo un capitolo in Bilancio e ci mettiamo 10.000 euro per poi vedere, in attesa del denaro dell’Unione Europea.
Dobbiamo dirle, Presidente, che quella dell’apertura del Capitolo di Bilancio è solo una banale scusa: non c’è nessuna necessità contabile di aprire questi capitoli ora. Infatti lo stesso articolo 6 della Legge di bilancio, intitolato “variazioni di bilancio”, autorizza la Sua Giunta a variarlo per una serie di ragioni tra cui alla lettera h) “l’istituzione di nuovi capitoli, per l’iscrizione di entrate derivanti da assegnazioni della Stato, dell’Unione Europea … e per l’iscrizione delle relative spese …”.
Quindi, Presidente, ce lo consenta ancora una volta, siamo di fronte ai soliti “slogan” vuoti per riempire una finanziaria che si ridurrebbe, in mancanza, in una manciata di articoli.
A ciò si aggiunga una considerazione non trascurabile: questo modus operandi vìola i Principi generali di redazione del bilancio, quali la “veridicità, congruità e coerenza”. Parliamo della congruità delle poste finanziarie, delle risorse, rispetto ai fini, agli obbiettivi concreti che si intendono raggiungere con la norma. Possiamo affermare che la sola posta di 10.000 euro individuata non è chiaramente congrua e coerente per finanziare le azioni di contrasto della disoccupazione giovanile. E questo può essere affermato per tutti gli articoli del capo V della Legge di Stabilità.
Le ricordiamo, poi, il richiamo della Corte di Conti circa la violazione del principio della copertura finanziaria, contemplato dall’articolo 81 della Costituzione, che gli Esecutivi regionali tendono spesso a dimenticare.
Si tratta, come può comprendere, di questioni non banali che confermano la nostra idea del Suo modo di approcciare ai problemi della Basilicata: qualche vuoto spot per fare un po’ di “demagogia”. Si lancia qualche promessa, si alimenta qualche speranza affinché i Lucani credano ancora che Pittella sia la rivoluzione.
Veda, Presidente, la gente non si aspetta concetti generali e condivisibili ma soluzioni. E Lei non ci dice come, in questi quattro anni, vuole aggredire la disoccupazione e dare risposta ai Lucani, giovani e non, che cercano un lavoro.
Poche le cose certe, tra le quali, Presidente mi permetta, quanto previsto all’art. 24 “differimento della conclusione del programma regionale di contrasto delle condizioni di povertà e di esclusione sociale” ovvero l’ennesima proroga al programma Copes (l’assegno di povertà o di furbizia, a seconda della prospettiva da cui guardiamo) con un impegno di ulteriori 1.800.000 euro.
La cosa ‘curiosa’, se così si può dire, è che nell’articolato si differisce il “termine” ma senza specificare di quanto.
Questa norma conferma la Sua logica nell’operare: dire e non fare. In proposito, basta ricordare cosa diceva il 15 aprile 2014 in fase di approvazione della Legge di Stabilità 2014, è un’ “emergenza sociale,… Noi abbiamo i COPES, noi abbiamo la platea storica dei poveri, noi abbiamo le nuove povertà, noi abbiamo i lavoratori in mobilità in deroga. Pensiamo esattamente di dare una risposta immediata ed urgente a questa platea, ma immaginiamo con le parti sociali e datoriali un ragionamento anche molto approfondito e fitto, perché si possa elaborare un provvedimento, una nuova articolazione. Abbiamo pensato al reddito minimo di inserimento, abbiamo pensato ad un modello che tenga dentro e racchiuda in sintesi le risorse, ma anche gli aspetti organizzativi e gestionali. E pensare prima che giunga l’estate, se riusciamo a farcela, dovremmo tentare di farcela, di varare questo nuovo modello …”.
Male, Presidente. Siamo a gennaio, è trascorso quasi un anno, e siamo qui a prorogare i Copes e ad “emarginare” le persone coinvolte nella mobilità scaduta, con un ennesimo corso di formazione.
Sono certo che arriverà qualcosa, ma al contempo sono certo anche che, con l’assistenzialismo, non andiamo da nessuna parte. Del resto il passato insegna, siamo ancora qui a parlare, dopo anni, di una misura fallimentare come i Copes.
Alla gente va data la possibilità di avere un lavoro dignitoso e il lavoro lo si crea solo se esiste “l’impresa” forte che crea economia e, quindi, lavoro.
Il resto sono solo provvedimenti palliativi che lasciano il tempo che trovano e bruciano solo denaro pubblico.
Questo non significa voler abbandonare “gli ultimi” ma solo, Presidente, che le cose se si devono fare, vanno fatte nei tempi giusti. Non si può continuare a fare solo chiacchiere. I Lucani sono stanchi. E’ passato un altro anno e la situazione è la medesima. E sommare un altro anno di ritardo ai tanti già trascorsi, in una società globalizzata come la nostra, in un tempo che corre veloce, significa aumentare un gap tra noi e il resto dell’Italia che difficilmente potrà essere colmato.
Di contro, però, Presidente, Lei non perde tempo con i “raccomandati” regionali: due specifici articoli, il 50 e il 51, con i quali proroghiamo i loro rapporti di lavoro con la Regione di un altro anno.
E questa volta dall’articolato scompaiono disposizioni impegnative come quelle inserite nella proroga precedente (nella LR 26/2014) ovvero “Nelle more dell’espletamento della selezione per il reclutamento a tempo determinato” (art. 53) e “Nelle more dell’espletamento di apposita selezione pubblica” (art 54). Al carattere di queste norme, discutibile e discriminatorio nei confronti di tanti Lucani disoccupati, carattere sul quale ho più volte espresso il mio pensiero, questa volta, si aggiunge anche il contrasto con le precedenti disposizioni legislative, che prevedevano la selezione pubblica.
Ci spieghi perché, Presidente, non sono state fatte le selezioni pubbliche?? Come mai si teme così tanto il concorso, la selezione?
Eppure, allora ci disse che “è intendimento della Regione Basilicata procedere all’espletamento di selezioni” ed invece, oggi, ci viene a dire che immagina, per i “raccomandati”, dopo l’ennesima proroga, dopo l’ennesima agevolazione, un recupero lavorativo con società “esterna” che dovrebbe assistere la Regione per i prossimi nove anni nella gestione dei fondi dell’Unione europea.
Si rende conto che sarebbe una palese violazione delle norme sulle assunzioni nella pubblica amministrazione? Si rende conto che Lei avalla, in tale modo, un agire illegittimo?
Allora, però, ai giovani lucani in cerca di lavoro dobbiamo dire anche questo. Anzi Lei deve dire anche questo, cioè che per loro le porte Regionali sono chiuse.
In quella stessa occasione, era l’8 agosto scorso, disse anche che le priorità erano due: “Accelerazione della spesa e scongiurare il disimpegno” e che ciò giustificava la proroga di chi ha avuto accesso al lavoro non per meriti.
Oggi, però, scopriamo che probabilmente 6,8 milioni di euro di fondi del Psr dovranno essere restituiti. Insomma, sembra proprio che queste proroghe avremmo potuto risparmiarcele.
E, sempre in merito ai fondi dell’Unione Europea e al concetto che le cose vanno fatte celermente e bene, vogliamo ricordare che, con la Legge di Stabilità 2014 (15/4/2014), ci prometteva “Anche sul fronte comunitario, forti della buona capacità di spesa dei fondi strutturali, si è disposto al fine di garantire l’avvio immediato dei progetti connessi alla programmazione europea 2014/2020, l’anticipazione regionale di ben 26 milioni di euro da destinare in piena coerenza con l’accordo di partenariato, a progetti di riqualificazione edilizia, di sviluppo e di cultura con l’intento di voler rianimare il mercato regionale del lavoro e delle imprese.”
Oggi, però, dobbiamo prendere atto, dall’allegato 24 al bilancio di previsione (nota integrativa), della “reiscrizione di 19 milioni di euro quale parte non utilizzata dell’acconto del 3% della quota assegnata alla Regione Basilicata dei fondi europei 2014-2020 …”.
Allora, Presidente, anche in questo caso tanto urgenza, tanto tempo a disposizione e, poi, nulla di fatto.
Ma diciamo pure come sono stati spesi i 7 milioni:
– per le feste estive, quelle scelte dal Pannel di esperti in un solo giorno. Una cosa è certa: in una situazione di così forte crisi bisogna distrarre il popolo, ‘panem et circenses’ dicevano i latini,
– e per sorreggere gli stipendi delle agenzie di formazione provinciali pubbliche attraverso i corsi per i soggetti esclusi dagli ammortizzatori sociali.
Passiamo ad altro, l’ambiente.
Sull’articolo “rifiuti zero”, Lei ci permetta, la confusione della Giunta è grande. In tre giorni, tre versioni diverse dell’articolo. In primis la stesura iniziale, subito dopo l’emendamento di cui siamo stati edotti ieri mattina che abrogava gli unici due comma che danno un po’ di concretezza alla norma; poi, dalla versione consegnataci ieri sera un ritorno alla versione originaria con qualche lieve modifica. Questo atteggiamento schizofrenico dimostra solo che questa Giunta non ha una visione precisa e prende decisioni alla giornata o a secondo dell’umore con il quale si sveglia la politica.
Poi molto astutamente, Presidente, Lei sembra quasi accorgersi di questa approssimazione quando afferma, Sue parole, “può sembrare una sorta di titolo spot annunciando nelle “more dell’approvazione del Piano regionale di gestione dei Rifiuti” che la Regione Basilicata condivide i principi e gli obbiettivi del D.Lgs 152 del 2006 e “sperimenterà azioni su base territoriale al fine di verificare la praticabilità di soluzioni nell’ambito della strategia regionale rifiuti zero 2020”. Mette le mani avanti.
Però, noi abbiamo un Piano regionale dei rifiuti del 2002 che definire fallimentare è poco. Abbiamo una scadenza al 31/12/2013 che è stata differita, per negligenza della Regione stessa, al 31/12/2015 per redigere un nuovo Piano. E cosa si fa? All’articolo 42 del Collegato, la Giunta si assegna 60 giorni per definire ed approvare la “strategia regionale rifiuti zero 2020”. Non Le sembra un mal riuscito tentativo di buttare fumo negli occhi?
Si tratta, in verità, di un bel gioco di parole con il quale si prova a far dimenticare che nell’assestamento al bilancio 2014 (dello scorso agosto) la Giunta puntava con l’art 42 e, sempre nelle more dell’adeguamento del Piano regionale di Gestione dei Rifiuti di cui all’art. 199 del D.Lgs. n. 152/2006, sugli “ampliamenti di discariche per rifiuti solidi urbani, anche con ripresa dell’esercizio, la cui attività sia cessata, ecc. ecc.”.
La verità è solo una: rispetto ad una forte domanda di attenzione ambientale questo Governo improvvisa.
Le Sue indecisioni dimostrano che Lei è fermo, il Suo Esecutivo è fermo ad una politica fatta ancora di veti e controveti. E conferma che l’articolo 42 non è una “sorta di titolo spot” è uno spot bello e buono.
Nel merito dei numeri, sicuramente per far fonte ai 50 milioni di tagli, questa Giunta, attento solo a parole “agli ultimi e ai penultimi”, taglia con la scure e non con saggezza in Sanità:
– il contributo economico a valenza sociale ai dializzati ed ai talassemici. Si vogliono risparmiare, così, 2.000.0000 di euro sui 4.500.000 spesi nel 2014, ma evidentemente lo si fa senza avere una conoscenza precisa dei benefici sotto il profilo sociale ed economico;
– i livelli sanitari aggiuntivi. Tutto ciò per recuperare sulle spalle dei Lucani 3.300.000 di euro, sui 6.300.000 spesi nel 2014.
E tutto ciò lo si fa ponendo il requisito del reddito familiare di 14.000 euro l’anno. Significa fermarsi alle famiglie che prendono 800 euro netti al mese, trascurando il fatto che chi prende 1.000 euro, oggi, non se la passa ugualmente bene.
Consentite l’aumento del costo dell’acqua, colpendo le famiglie e lasciando tutta la questione, con l’articolo art 28, ad un famigerato provvedimento della Giunta. Questo perché, ancora oggi, la politica lucana ha evitato di affrontare seriamente nel suo complesso la ‘questione acqua’.
Anzi, oggi, scopriamo che la prima soluzione avanzata nel Collegato, quella di unificare le AATO, impostavi da una normativa nazionale, viene depotenziata in quanto, in corso d’opera, avete deciso di creare l’ennesimo carrozzone: un’Autority di Vigilanza dell’acqua. È questa la riforma della governance che aveva promesso ai Lucani? Tagliare sui servizi per aumentare le postazioni da spartire?
Dove sono i tagli agli sprechi? Le attività socio-assistenziali, che passano da 20 milioni a 16 milioni?
Di contro, però, si aumentano le spese correnti per la mobilità sanitaria extra regionale, che ammontano a 68 milioni nel 2015. Ben 2 milioni in più rispetto al 2014.
Si spendono 25 milioni, oltre i 7 milioni derivanti dalla sentenza N. 79/2012 della Corte Costituzionale, per le gestioni liquidatorie delle vecchie U.U.S.S.L.L.
Poi ci sono i 2 milioni per i debiti del Consorzio ASI, 2.581.000 euro per il personale ex Agrobios ora in forza all’ARPAB, i 6 milioni per i Consorzi di bonifica.
In conclusione si taglia sui diritti e sui servizi dei Lucani per poter pagare gli errori e i carrozzoni della politica.
Ma altri numeri ci permettono di comprendere tante altre cose.
– 1.413.732.453 euro di spesa corrente, che assorbe quasi tutte le entrare correnti, pari a 1.482.595.817, lasciando poco meno di 70.000.000 di euro agli investimenti;
– 1.035.671.933 euro di spesa in conto capitale,di cui, ahimè, ben 418.821.932 rivenienti dal passato (ovvero spese non fatte rinviate nel tempo) cui aggiungere 466.286.836 di nuove entrate nel 2015 relative quasi tutte a trasferimenti statali.
In sostanza, delle entrate regionali, 1.5 miliardi di euro, la Regione Basilicata investe ben poco in spese capitale. Solo 70 milioni ovvero il 4,7% delle entrate. Gli investimenti noi li facciamo con i soldi che lo Stato e l’Unione Europea ci danno. Questa è la conferma che le modalità con le quali si spendono i soldi in questa Regione sono quelle di dieci anni fa, quando i finanziamenti erano fatti a pioggia e senza alcun criterio. È la dimostrazione che lo sviluppo non è la priorità di questo Esecutivo, così come non lo era di quello precedente. Come può una Regione svilupparsi se il 97,3% delle entrate proprie sono spese per la spesa corrente?
Questo è confermato anche dal fatto che il bilancio previsionale chiude con un disavanzo complessivo di 70.324.948 di euro, a causa del quale dobbiamo contrarre mutui che ci permettono di chiudere i conti in pareggio. Altri debiti perché non riusciamo ad avere una politica di bilancio che tagli sul serio la spesa corrente colpendo i veri sprechi di una macchina regionale avvitata su se stessa.
In verità, Presidente, non comprendiamo, ad esempio, il taglio alle voci relative alle borse di studio per gli studenti dell’Unibas, oltre 3 milioni di euro, quando poi si continuano a foraggiare sprechi come: l’associazione Basilicata spettacolo per 250.000 euro, l’Associazione allevatori con un contributo di 5.577.000, più 2.077.000 rispetto al 2014, che, ricordiamo, è un soggetto privato il quale, come ben sappiamo, è in arretrato sul pagamento degli stipendi da molti mesi o ancora il Programma della forestazione, con i suoi 37.500.000 euro previsti per il 2015, che, oltre a dare un po’ di assistenza al reddito, è unanimemente riconosciuto come inutile. Per non parlare, poi, dei 4 milioni di euro persi con la fallimentare operazione dei derivati.
In estrema sintesi, il Suo bilancio 2015 non cambia assolutamente rispetto ai bilanci del Suo predecessore. Non ci sono novità, ma solo il perpetrarsi delle solite vecchie politiche, che hanno portato la Basilicata a questo punto.
Forestazione, Copes, Consorzi questi sono i Suoi provvedimenti, identici a quelli contenuti nell’assestamento, nella legge di stabilità del 2014, ma anche in quella del 2013, 2012 e così indietro nel tempo.
Ora, se questi programmi avessero funzionato andrebbe anche bene. Ma visto che non lo hanno fatto, ci chiediamo perché riproporli? Forse perché il consenso del Pd non è stato acquisito per meriti ma per oboli, pagati qua e là? O forse, Lei non ha la più pallida idea di dove condurre la Lucania?
Dalle norme della Sua legge di Stabilità, per quello che abbiamo detto prima, comprende bene perché noi, questa Sua “visione” che porti la Regione ad “agganciare lo sviluppo e farla ripartire”, non la percepiamo.
Finanziaria 2015, replica del presidente Pittella
“Pur nella difficoltà di un cambiamento epocale e di una diffusa crisi che ha determinato un corto circuito non solo finanziario ma anche valoriale, mettiamo in campo una finanziaria asciutta nella spesa corrente per recuperare welfare, investimenti e occupazione”. Così nella replica agli interventi dei consiglieri regionali il presidente della Regione, Marcello Pittella.
“La finanziaria – ha continuato il governatore – intende far fronte alle emergenze, ma nello stesso tempo guarda alla possibilità di rimettere in moto il meccanismo dello sviluppo, che ridia visione, prospettive ed entusiasmo ai nostri giovani, ricucendo il rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini”. Si tratta di utilizzare al meglio le risorse rivenienti dai fondi europei, dal petrolio e dall’acqua, oltre che “per rendere più agevole la macchina amministrativa, a iniziare dalla semplificazione nella governance”.
Il presidente, poi, si è soffermato sulle sfide culturali sollecitate dalla riforma del Titolo V della Costituzione e dal dibattito sulle macroregioni. Pittella ha rilanciato il concetto di cooperazione, di una nuova visione di aree territoriali, dove le Unioni dei Comuni possono svolgere un ruolo importante.
“Proviamo a costruire nel merito una proposta – ha concluso Pittella – una nuova visione di sviluppo, cercando alleanze e andando oltre una battaglia di rivendicazione di campanile. Abbiamo bisogno di riempire di contenuti la programmazione, confrontandoci con gli altri territori sui temi dell’efficienza della spesa e dei servizi. Ma è necessario mantenere unità e coesione”.
Percepiamo pressappochismo, improvvisazione, vivere alla giornata. Annunci che seguono altri annunci, ma di concreto nulla.
Inutile affannarsi a scrivere elenchi di cose fatte. Invece di raccontarci ‘solo un anno fa’ com’era la situazione, ci dica, Presidente, “in un solo anno” cosa ha fatto.
Dire che Arpab e Alsia sono riformate è un falso. Lei lo sa. Dire che i consorzi hanno avuto la loro riforma è un eufemismo. Lei lo sa. La battaglia con il Governo sull’art. 38, diremmo “persa”. L’attivazione wifi negli uffici regionali la stiamo ancora cercando. La banda larga, idem. Se è vero che tra assunzioni, collaborazioni e start up, sono circa 2.000 le unità che hanno trovato lavoro, allora le mancano ancora 13.000 nuovi posti di lavoro dei 15.000 promessi. Tuttavia di questa nuova occupazione nessuno se ne accorto.
Lo stesso reddito minimo di inserimento è ancora un’incognita. Il sostegno per la partecipazione della Basilicata a Expo 2015 da presenza istituzionale obbligatoria è diventata un’esagerazione. Dall’altro lato, l’approvazione del piano paesaggistico è sfuggita a tutti, il Piano di tutela delle acque anche, il registro tumori è aggiornato al 2010, però si scopre che, ancora nel 2014, non è accreditato e, quindi, non ha valenza alcuna.
In sostanza abbiamo perso un anno e, se questo è il Suo bilancio, perderemo anche il prossimo.
Potrei continuare così ma ritengo che quanto detto basti per chiederLe, Presidente, di cambiare passo, perché così non va. Abbiamo una Ferrari, sì. Ma, a questo punto, dobbiamo concludere che il manovratore non ha una patente adeguata.