“Il Giorno del Ricordo, istituito dal Parlamento italiano con la legge n.92 del 2004, impegna le nostre coscienze alla riflessione profonda su uno dei più grandi drammi della storia del nostro Paese, e che ha investito persone inermi ed innocenti: bambini, donne, anziani. Colpevoli soltanto di essere italiani in un territorio conteso, di confine, dilaniato dal conflitto bellico, infine assegnato ai vincitori. Noi ricordiamo i massacri delle foibe, avvenuti in Istria, Fiume e Dalmazia tra il 1943 e il 1947 e il conseguente esodo giuliano dalmata, due pagine della nostra storia per troppo tempo tenute nascoste. Pagine di una storia atroce, disumana, scritta all’interno della tragedia della seconda guerra mondiale.
La generazione cui appartengo, cresciuta nella pace europea dopo il sangue versato da milioni di nostri padri e nonni durante la guerra, ha il dovere di ricordare le vittime della barbàrie e di trasmettere, insieme al ricordo, il monito alle giovani generazioni affinché prevalga nelle loro coscienze il ripudio della violenza e della guerra quale strumento per la risoluzione delle controversie interne ed internazionali, il rispetto umano nei confronti delle persone più deboli, la tutela della democrazia, della libertà di pensiero e di espressione delle proprie idee. Se prevarrà la ragione, il rispetto, la solidarietà, la pace, anche il sacrificio delle vittime delle foibe e dell’esodo che oggi ricordiamo assumerà un significato non retorico ma pedagogico ed umanitario, che i giovani faranno proprio e tramanderanno ai loro figli”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.