La Fondazione recuperi Calbi. Riflessione di Viti sui temi caldi dell’autunno. Comincia così l’intervento dell’ex consigliere regionale pubblicato dal Quotidiano della Basilicata sabato 5 settembre. Di seguito il testo integrale e la replica di Franco Vespe.
Matera – Uno sguardo a 360 gradi sui temi caldi della città, sul futuro di Matera e sulla sfida del 2019. Vincenzo Viti anticipa il dibattito dell’autunno.
Le polemiche di questi giorni sul bilancio fanno emergere una forte tensione ancora presente
«Viviamo un singolare “dopoguerra” in un città che deve recuperare unità e voglia di crescere e di lottare. E’ deludente al di là di alcune singole voci il comportamento di una opposizione che si è collocata sulla collina e coltiva una reattività improduttiva contando sull’improbabile smemoratezza di una città che sa bene che la nuova Amministrazione sta gestendo uno scampolo di bilancio per la quasi totalità ipotecato dalla vecchia e una coda drammatica di problemi lasciati insoluti. Ciò non toglie che De Ruggieri, che ha raccolto il mandato di larga parte della città, non debba offrire alibi, debba muoversi con sobrietà e rigore e puntare subito su tre o quattro scelte di fondo ( a partire dal Piano Strategico ) e su alcune emergenze gravi (vedi i rifiuti, problema su cui vengono anche da 5 Stelle proposte utili e riflessive). Vi è poi il tema di come organizzare l’accoglienza in termini di modernità, efficienza e sussidiarietà definendo un modello e una pratica di Governo che superino le insufficienze finora riscontrate e tuttora evidenti».
Gli strumenti di pianificazione della città restano il nodo fondamentale
«Il Piano Strategico è essenziale. Va ripensato anche perché la bozza della proposta a suo tempo consegnata al Comune appare approssimativa quindi né congrua né condivisibile. Aggiungo che, come accadde lustri addietro per la Giunta Gallo, un’idea progettuale adeguata non potrebbe che uscire dal vivo di un dibattito popolare aperto alle migliori competenze, supportata da un’aggiornata analisi su come è cambiata la città, la sua qualità sociale, la sua composizione per classi e ceti e su quale più adeguata governance, soprattutto dotata di una nuova struttura dirigente che integri ed elevi quel che rimane di un’ossatura datata e fiaccata da una storia che l’ha finora estenuata».
Il 2019 e’ sempre piu’ vicino. quale sara’ il futuro della Fondazione?
«Sulla Fondazione è bene esser chiari. Anch’essa va rimessa nella condizione di dotarsi di una strategia, di un pensiero. Che non può essere solo quello che recita il Dossier: documento utile, una cornice letteraria e sentimentale che ha certamente saputo costruire un “appeal” con il resistente, tuttora vitale estetismo che, a mio avviso, altro non è se non la replica alla assenza di grandi costruzioni di futuro e di speranza in una stagione drammatica quale l’attuale. Una lettura quindi di fine ciclo a cavallo fra coltivazione della memoria ed aneliti a futuribili molto open. Quindi la Fondazione dovrà darsi un’identità che piloti una vera transizione antropologica, culturale, civile e perché no, politica, offrendo alla Amministrazione schemi di riferimento progetti e illuminazioni che dovranno fertilizzare l’azione di sviluppo e di cambiamento che essa dovrà realizzare in uno stretto, vitale e coerente coordinamento».
La sua composizione subirà cambiamenti profondi?
«La definizione dell’essenza della Fondazione non potrà prescindere dalle qualità e dal profilo della rappresentanza e della struttura chiamate a dirigerla. Ciò significa un Presidente che origini da un mandato forte di Comune e Regione, che segni una chiara ed oggettiva “differenza” sul piano della eccellenza intellettuale, morale e civica, che ridisegni la governance a partire dal cuore direzionale e ne selezioni i profili attraverso procedure di evidenza pubblica. Io sono contro abiure e decapitazioni, soprattutto se le scelte saranno frutto di meccanismi chiari e trasparenti. Tuttavia, pur se non mi sfugge il valore delle competenze messe finora in campo e del lavoro compiuto e quindi considero che essi vengano considerati, sono contro privative e mitizzazioni. Aggiungo che considero indispensabile che vengano recuperate esperienze di straordinario valore quali quella di Antonio Calbi ch’è stato delittuoso ed autolesionista disperdere».
Un recente dibattito fra il presidente della Regione Puglia, Emiliano e Marcello Pittella aveva riaperto il caso
«Le sortite di Emiliano e di Pittella in ordine al futuro della Fondazione non credo intendessero prescindere da una corretta e trasparente valutazione di tutte le competenze di cui disponiamo. Mi è parsa peraltro simpatica, e come tale è da commentare, la invasività proteiforme del Presidente della regione Puglia su un terreno così delicato e in un tempo politico che è radicalmente cambiato, come si può osservare ad occhio nudo».
In questo percorso anche la citta’ dovrà fare la sua parte, così come la struttura in se’, chiamata a sfide sempre piu’ importanti
«Quando parlo di strutture dirigenti della Fondazione mi riferisco alla qualità complessiva della squadra. Anche qui occorre un’ulteriore spinta a rafforzare e raffinare le competenze sul piano della elaborazione e della comunicazione. Un lavoro, come si vede, impegnativo. Al quale la città non potrebbe rimanere estranea. Qualche giorno fa, in una conversazione privata mi è pervenuto un suggerimento che, una volta affinato, potrebbe rilevarsi utile nelle scelte dei vertici rappresentativi della Fondazione: definirne i profili curriculari, inquadrarli anche in un ideale “pantheon” della storia civile di Matera, (e non solo), misurarne caratura politica, qualità professionale, statura civile. E poi trovare il modo di “interrogare”, nelle forme possibili e idonee, la città perché esprima una valutazione e si iscriva fra gli interlocutori attivi del Potere che sarà chiamato a provvedere».
Riceviamo e pubblichiamo la nota di Franco Vespe, già candidato sindaco al Comune di Matera alle ultime consultazioni amministrative in replica alle considerazioni di Vincenzo Viti pubblicate sul Quotidiano in merito alla cmposizione della fondazione, del dossier e del percorso che la Unione Europea ha seguito per assegnare a Matera la palma di Capitale europea della cultura nel 2019.
Davvero sconcertante l’intervista che ha concesso Vincenzo Viti(?) al Quotidiano. Ormai lo ascolta con religiosa devozione quasi fosse entrato nel Pantheon dei più grandi “Maître à penser” mondiali. Sconcertante perché ha parlato davvero a sproposito della composizione della fondazione, del dossier e del percorso che la Unione Europea ha seguito per assegnare a Matera la palma di CEC del 2019. Ma cominciamo con l’aggredire la questione della composizione della fondazione. A suo dire andrebbe assolutamente recuperato Calbi. E’ stato usato questo nome strumentalmente molto a sproposito soprattutto da parte di quei giovanotti vincenti over 70 sorpresi esultanti la serata dei festeggiamenti della vittoria del nostro sindaco tutti appassionatamente a braccetto mettendo in mezzo perfino il loro cappellano della vittoria: il nostro Stevie Wonder in versione albina. Ma non divaghiamo! Il nome di Calbi è stato utilizzato per attaccare quello che considerano l’anello debole del team che ha predisposto il dossier: Josef Grima. Purtroppo la gente parla a sproposito senza documentarsi bene ma per l’UE proprio il programma artistico predisposto da Josef è stato determinante per la vittoria. Caro Vincenzo e cari giovani 70-80 enni freschi vincenti voglio informarvi che la commissione ha scritto a proposito della vittoria Matera: ”The programmehasmany strong features. The panel was impressed with the vibrancy and innovation of the artistic approach…..………. This approach may have wider application for European cultural institutions.The panel appreciated the strong focus on digital….. “ Ve lo traduco! (non è colpa vostra se non conoscete l’Inglese….. avete frequentato la scuola di Giovanni Gentile!): Il programma ha molti punti forti. La commissione è stata ben impressionata dall’approccio artistico vibrante ed innovativo…e poi dice che ha apprezzato le modalità con le quali si è interfaccciato con altre istituzioni culturali. Modalità che può funzionare anche con le istituzioni culturali europee”.Signori questo è quanto basta per farvi smettere nell’invocare l’ottimo Antonio Calbi e la Materanità. L’apporto di Josef Grima è stato DE CI SI VO! In quanto all’ottimo Calbi mi piace pensare che un lucano abbia fregato la poltrona della direzione artistica del teatro di Roma ad un romano! Stride ancor di più la proposta di trasformare la Fondazione trasformata in un vero e proprio Pantheon delle celebrità. Mamma mia Vincenzo: ma allora non hai capito davvero proprio niente! Capisco pure che in questo Pantheon speri a ragione di avere un tuo metro quadrato così come lo auspichi per i ragazzi 70-80 enni tuoi amichetti; ma possibile che non hai capito che il dossier è stato premiato perché uno strumento da far gestire da giovani e per i giovani ? La fondazione caro Vincenzo non è un piedistallo dove collocare i benemeriti dall’ ingombrante futuro alle spalle, per farli ammirare dal pubblico. Sempre dal giudizio della commissione è stato apprezzato come l’uso delle tecnologie ICT siano state strategicamente utilizzate per “Aprire nuovi orizzonti e un nuovo futuro” per la nostra città. Ma che ne sapete voi, figli della scuola di Giovanni Gentile, di ICT e di comunicazioni moderne? Ma volete capire o no che dovete avere la bontà di farvi da parte e dare spazio ai “vostri figli” (non la prendete alla lettera. Non è un invito a praticare nepotismo!)che non sono malati da assistere, ma hanno energie ed idee che li rendono capaci di assumere il ruolo di classe dirigente di questa città? Matera CEC 2019 deve essere una opportunità per richiamare i nostri figli esuli nella nostra città perché ci arricchiscano di loro nuove idee!
Poi che vuoi fare ancora ? Vuoi cambiare e stravolgere il programma disegnato nel dossier ? Forse non hai capito e non hai studiatobene, ma il dossier non si tocca e non si può toccare! Lo si arricchisce ma di certo non lo si può stravolgere! E’ sempre la commissione a parlare: “Il dossier, il suo programma, la sua visione artistica e gli obiettivi, rimarranno essenziali: è il contratto, di fatto, a detenere il titolo.” Quindi Vincenzo & C. state buoni se potete! Per il resto hai perfettamente ragione: la vostra visione della cultura elitario-borghese è da Pantheon e ben figurate accanto ai Domenico Ridola; ma il luogo dove costruirlo non è certo dentro la fondazione! Prendo spunto per annunciare che i lavori del laboratorio: “2019 un’Altra Matera” riprenderanno a breve! Ai vecchi obiettivi che si era prefissati ora bisogna aggiungerne un altro “Salvare lo spirito del Dossier!
Viti Za da do e dalla politica….
Bravo VESPE!!! Finalmente si parla chiaro. Sottoscrivo parola per parola la Sua replica. Basta ragionamenti contorti che alla fine portano allo sfascio. Abbiamo egregiamente raggiunto un risultato, ora niente stravolgimenti, e per carità, per il bene della città, veramente 70 80enni, spazio ai giovani. Già dalla campagna elettorale quando dicevate che il dossier andrà cambiato, non dicevate la verità. Ma in campagna elettorale pare si possa dire tutto e il contrario di tutto, avete anche detto che dovevate dimezzare le tasse, per esempio. Ma ora basta, rispettate quanto dice la Commissione per favore, altrimenti il risultato sarà che dopo averlo costruito, il carro lo rompiamo e basta.
Ma ancora Viti ragazzi…ma ci rendiamo conto! Basta hai fatto il tuo tempo e la tua politica, e arrivato il momento di mettersi da parte, di valorizzare le eccellenze materane e lucane.