“La ripartizione delle risorse finanziarie liberate dall’Accordo sottoscritto con il Mise, con varie misure da attuare in merito al fondo idrocarburi, contiene alcune sovrapposizioni di interventi già previsti da leggi statali e provvedimenti regionali e rischia, se non modificato, di non produrre i benefici auspicati, ricreando una situazione di spreco che non possiamo più permetterci per la grave emergenza sociale”. E’ la posizione spiegata in aula dal capogruppo di Centro Democratico Nicola Benedetto sottolineando che “solo la destinazione alla social card di una parte del 3% royalties, ex card carburanti, è una scelta indiscutibile anche se oggi in Quarta Commissione abbiamo dovuto procedere ad un rinvio del Reddito Minimo di Inserimento perché gli uffici non ci hanno fornito un quadro preciso su come può funzionare al meglio”.
Per Benedetto invece “è la quota destinata a misure per lo sviluppo economico che richiede un approfondimento in sede di maggioranza e di conferenza dei capigruppo. Nello specifico – ha detto – per le innovazioni a favore delle aziende ci sono già i bandi del Por e in proposito è il caso di ricordare che ben 19milioni di euro già destinati alle aziende, una volta che le aziende restituiranno i contributi, finiranno ad Invitalia, un grosso regalo di risorse regionali e comunitarie. Quanto alla competitività energetica delle imprese, non si dimentichi che nell’area Valbasento dove opera Tecnoparco le stesse imprese sono impossibilitate a realizzare impianti fotovoltaici perchè per difendere una lobby consolidata solo Tecnoparco può fornire-vendere energia. Anche gli incentivi a nuove assunzioni sono già previsti dal cosiddetto Job Act e sono destinati a non avere un impiego perché se non si creano lavoro e condizioni per il lavoro nessun imprenditore potrà attingere a questo fondo. Il controsenso più vistoso è quello di insistere con i contributi alle famiglie per il risparmio energetico quando le famiglie hanno difficoltà economiche e persino di consumi alimentari”.
Benedetto infine ha detto di essere soddisfatto perché la Giunta ha modificato la propria posizione contraria alla sua proposta di una diversa ripartizione delle royalties del petrolio a favore dei Comuni che non riescono a far fronte all’erogazione di importanti servizi ai cittadini. Prendo atto – ha affermato – che quando l’ho proposto io era impossibile e adesso diventa possibile”.
DISIMPEGNO FONDI PSR: SCAGLIONE (CD), CI SONO RESPONSABILITA’ PRECISE
“Sminuire il disimpegno (di “soli”) 18milioni di euro di fondi del PSR 2007-2013 come fa l’Assessore all’Agricoltura Ottati (leggiamo da L’Informatore Agrario n.14/2015) è un atteggiamento da censurare”. Lo afferma il segretario regionale di Centro Democratico Luigi Scaglione che aggiunge: “francamente non regge l’alibi che lo stesso Ottati si, dà vale a dire quello di aver ereditato la situazione di difficoltà di spesa, dimenticando che lui è assessore da 14 mesi. Ci sono responsabilità invece – continua Scaglione – che non possono essere nascoste a riprova della validità della nostra posizione dal primo momento contraria alla Giunta tecnica che specie in agricoltura non è stata capace di imprimere un’accelerazione al Psr e continua ad affrontare la questione con atteggiamento di sufficienza misto a superficialità. Ci chiediamo, tra l’altro, perchè non è stato pubblicato il bando macchine e attrezzature (mis 121) agli inizi dell’anno invece di rinviare ad ottobre?; perchè non si è proceduto a far scorrere la graduatoria del bando integrato giovani (mis112/121) ad inizio anno e non a novembre/dicembre, quando tutti i giovani sono stati costretti a rinunciare all’intervento di riconversione varietale perché, come è risaputo anche dai tecnici-esperti, le piante di arboree si acquistano dai vivai con almeno un anno di prenotazione ed invece hanno dato i decreti a novembre/dicembre 2014 con scadenza settembre 2015?; perchè non hanno dato corso alla rimodulazione dei progetti integrati di filiera dopo aver avviato la concertazione con le parti da settembre a dicembre 2014 ?
Sono interrogativi che confermano la totale insoddisfazione delle organizzazioni professionali agricole da tempo “estromesse” dal Tavolo Verde considerato “inutile”. Purtroppo – afferma Scaglione – nonostante il disimpegno già acclarato di fine anno, la situazione a fine febbraio 2015 non risulta molto migliorata: la Regione Basilicata rimane fra le ultime regioni in Italia per avanzamento di spesa 74,54% e cosa ancora più preoccupante con un rischio disimpegno pari a oltre 100 milioni di euro al 31 dicembre 2015 fra le percentuali più alte a livello italiano (26,38%). Sicuramente la crisi economica incide sulle aziende e sulla loro capacità di spesa, ma continuiamo a sostenere che gli uffici preposti tra cui quello per l’ Erogazioni Comunitarie in Agricoltura, a causa di una guida politica non all’altezza della situazione, evidenziano forti criticità, sino ad una incapacità cronica che ci preoccupa come preoccupa il mondo agricolo lucano che pure da mesi è costretto a subire “lezioni” dall’assessore su come si fa produzione”.