“Continuano i lavori di approfondimento in merito alla proposta di legge per risolvere l’emergenza cinghiali in Basilicata. I contributi dei rappresentanti delle aree protette e dell’assessore Braia forniti in Commissione permetteranno di migliorare il testo, includendo all’interno dello stesso la possibilità di stipulare convenzioni con gli organismi nazionali e regionali per compensare alcune lacune in materia sanitaria, con la gestione dei capi abbattuti, e tecnica, con l’attribuzione della responsabilità dei cinghiali derivanti da attività di selecontrollo, ed alla luce delle indicazioni e dei limiti contenuti dalla legge nazionale sulla caccia”.
Queste le dichiarazioni di Vincenzo Robortella dopo le audizioni in terza Commissione (Attività produttive – Territorio – Ambiente) convocata in mattinata, del direttore del Parco Gallipoli Cognato, Marco Delorenzo, e del direttore provinciale Coldiretti di Potenza, Francesco Carbone.
Delorenzo ha detto di “aver letto con attenzione la proposta di legge, a firma del consigliere Robortella, sulle ‘Misure straordinarie per contrastare l’emergenza cinghiali in Basilicata’ e maturato considerazioni in linea di principio condivise. Ma la nostra esperienza nel controllo della fauna selvatica – ha proseguito – ci porta a dire che la legge dovrebbe contenere elementi di maggior dettaglio, andando a regolamentare aspetti di carattere tecnico che creano non poche difficoltà nell’attuazione dei piani di controllo, sia nelle aree libere che nelle aree parco. Questa legge andrebbe integrata con criteri tecnici sotto l’aspetto sanitario e organizzativo, inserendo una posta finanziaria adeguata per il risarcimento dei danni e per le attività previste a carico degli Atc, per proteggere le coltivazioni di qualità. Bisogna, infine, definire se parliamo di indennizzo o rimborso”.
Carbone ha posto in rilievo “la stima relativa a 123 mila capi presenti che è sicuramente superiore al numero di capi sostenibile pari a 23 mila. Serve una modifica organica della legge nazionale n.2 del 1995. Siamo in presenza – ha sottolineato – di una proposta di legge regionale che condividiamo negli obiettivi e nelle finalità e che andrebbe trasformata in piano straordinario. Serve uno sforzo comune per mettere in campo misure di immediata efficacia ed utilizzo, altrimenti rischiamo di rinviare ancora di un anno la risoluzione di questo problema”.
La Commissione ha, quindi, ascoltatol’assessore alle Politiche agricole e forestali, Luca Braia, in merito al sistema della Forestazione, su richiesta del consigliere Romaniello, secondo il quale” occorre dare certezze agli operatori del settore rispettando le norme di salvaguardia del patrimonio boschivo” e chiesto lumi in merito agli 8 milioni 600 mila euro spostati da altri capitoli.
“La delibera predisposta dal Dipartimento – ha detto Braia – chiarisce alcuni aspetti legati all’iter autorizzativo del taglio. La prima tranche di 10 milioni di euro ha permesso di partire e arrivare fino a fine giugno/inizio luglio. E’ stata, poi,recuperata con la variazione di bilancio,un’altra cifra pari ad 8 milioni 600 mila euro che da ieri èufficialmente in disponibilità. Questa approvazione di bilancio permetterà il piano stralcio che sarà approvato venerdì. Il problema – ha spiegato l’assessore – non è politico, piuttosto di natura giuridico – amministrativa,si deve colmare il vulnus verificato dagli uffici per procedere con un atto di intervento”.
Per quanto riguarda la questione cinghiali, Braia ha comunicato che “nell’ultimo incontro in Prefetturasono state presentate le attività del Dipartimento attivate in questi anni. Da giugno in poi abbiamo avviato tutte le procedure, nei limiti delle norme nazionali, finalizzate al contenimento di questo fenomeno. Tra le cose fatte, il ‘disciplinare’ previsto dalla legge nazionale per l’abbattimento con attività di selecontrollo. Altra operazione – ha continuato – quella di aver ‘costretto’ le aree Parco e Province a dotarsi del Piano di abbattimento con attività di selecontrollo.Abbiamo chiesto di inserire come tecnica di cattura anche la girata che è più efficace, con i cani limieri. Abbiamo anche ampliato al massimo le giornate di caccia nel calendario venatorio. Stiamo provando a modificare la norma nazionale, con un tavolo sulla fauna selvatica, come Basilicata proviamo a fare pressione per introdurre modifiche alla legge nazionale numero 157. Riteniamo che in casi eccezionali si possano prevedere deroghe per ampliare il periodo di caccia, almeno di un altro mese, insieme ad altri strumenti di deroga all’interno delle aree protette”.
“Tre le cose – ha concluso Braia – fondamentali che abbiamo messo in cantiere: la convenzione con Enci per le attività di formazione per conduttori di cani limieri, la convenzione con l’Istituto zooprofilattico per le procedure sanitarie e le analisi delle carni e la realizzazione delle filiere in Basilicata, con una manifestazione di interesse finalizzata ad individuare i soggetti per prelevare i capi catturati anche attraverso il metodo dei chiusini. Ultima nota la realizzazione di specifici capitoli di entrata per i proventi dei tesserini, che semplificherà l’utilizzo di questi fondi secondo quanto previsto dalla legge”.
Il consigliere Miranda Castelgrande (Pd), ha parlato di “auspicabile e produttiva compatibilità tra l’attivazione della filiera e la legge regionale di recente approvazione sulla piccola macellazione aziendale per abbattere i costi a carico delle imprese”.
Hanno partecipato ai lavori della terza Commissione, oltre al presidente Vincenzo Robortella (Pd), i consiglieri Luigi Bradascio (Pp), Gianni Rosa (Lb-Fdi), Carmine Miranda Castelgrande, Vito Giuzio, Vito Santarsiero (Pd), Giannino Romaniello (Gm).