Forum delle associazioni familiari Basilicata: “Dalle culle vuote alla ripartenza del Paese, le famiglie protagoniste del loro futuro”. Di seguito la nota integrale.
Negli ultimi giorni abbiamo riscontrato un fermento di iniziative a livello regionale che partendo dall’associazionismo cattolico e non, ha coinvolto le Istituzioni ed i Partiti a reagire alle sollecitazioni provenienti dalla società civile.
Ormai le deleghe in bianco non sono più un’opzione che i cittadini vogliono porre sul tavolo della politica ma essi sentono il bisogno di partecipare direttamente alla definizione delle linee programmatiche che costituiranno il futuro dei prossimi appuntamenti elettorali.
In questo contesto si inserisce il Forum delle Famiglie di Basilicata che, forte delle sue 35 associazioni e movimenti lucani che vi aderiscono, vuole essere sempre di più cassa di risonanza degli uomini e delle donne che quotidianamente risolvono i problemi di centinaia di migliaia di famiglie in difficoltà, e silenziosamente, senza clamore, lavorano per la coesione sociale di questa nostra regione.
Tante le istanze che continuamente e senza mai stancarci abbiamo proposto: dalla necessità di sostenere i giovani nella ricerca di casa ed occupazione a quella di un welfare aziendale per la conciliazione famiglia lavoro, dal fare delle nostre città luoghi a misura di famiglia.
Il nostro Manifesto, presentato alle scorse elezioni regionali e fatto proprio da tutti i partiti, è rimasto in questi anni quasi lettera morta. Solo oggi notiamo un certo risveglio negli interessi proposti: sarà l’avvicinarsi delle prossime tornate elettorali?
Eppure il Forum ha continuamente ricordato, a chi aveva promesso interventi, i dodici punti in cui era articolato il Manifesto, e che sono purtroppo ancora attuali.
Tra le proposte più innovative ricordiamo quella del Fisco Amico della Famiglia, che prevede l’integrazione del Modello Isee con il Fattore Famiglia, un correttivo che tiene conto degli effettivi carichi familiari (per esempio della presenza di figli disabili e/o in età scolastica, di neonati, ecc.) ai fini di una più equa tassazione locale.
Una serie di interventi non sono ormai più procrastinabili:le politiche a favore della natalità e della prima infanzia, il sostegno alle relazioni familiari e al ruolo genitoriale, l’armonizzazione dei tempi del lavoro e quelli della famiglia e per ultimo all’attuazione e finanziamento della Legge Regionale 45/2000 “Interventi regionali in favore della Famiglia”, rimasta in questi anni lettera morta!
Provvedimenti particolarmente urgenti in una Regione come la Basilicata, dove, uno dei maggiori problemi è lo spopolamento del territorio dovuto sia alla carenza di lavoro ma soprattutto a un basso tasso di natalità.
Con l’attuale trend demografico, in pieno declino, lo scenario, apparentemente apocalittico, non è così fantasioso.
Senza bambini significa, tanto per fare degli esempi che diano concretezza alla visione, non avere la necessità di biberon, di prodotti per l’infanzia, di asili, di scuole, di insegnanti, di scuole di calcio e di danza, e poi di forza lavoro per contribuire alla spesa pubblica e al pagamento delle pensioni.
Per questo il tema della natalità è e sarà centrale per la ripartenza del nostro Paese e della nostra Regione, soprattutto ora che la pandemia ha peggiorato una situazione già drammatica di suo.
Ecco il perché degli Stati Generali della Natalità, in programma a Roma il 12 e 13 maggio con un evento dal titolo “Dalle culle vuote alla ripartenza del Paese” dove, insieme a politica, istituzioni, aziende, banche, media, mondo della cultura e dello spettacolo, società civile si farà il punto della situazione: un figlio non è solo un “affare di famiglia”, un fatto privato, ma un investimento per il Bene Comune. Un figlio è di tutti e per tutti.
Speriamo quindi che al di là delle intenzioni, dopo questa lunga fase di importante riflessione, ci si sieda tutti attorno ad un tavolo per prendere le decisioni e creare le sinergie giuste per aiutare la famiglia a recuperare fiducia e determinazione, a tornare a credere nel proprio futuro, investendo in loro il nostro presente.