Il candidato sindaco di Miglionico, Giuseppe D’Alessandro, esprime alcune riflessioni dopo l’esito delle elezioni comunali che ha decretato la vittoria di Franco Comada.
Le recenti elezioni (europee e amministrative) che hanno animato anche a Miglionico il dibattito politico rendono doverosa una prima riflessione a caldo sulle dinamiche che hanno determinato la vittoria della lista “Miglionico in Comune”. Il voto è lo strumento democratico per eccellenza e in quanto tale ne va rispettato l’esito; congratulazioni e buon lavoro, quindi, al neo sindaco Franco Comanda che a capo di una lista camuffata da civismo, ma di chiara connotazione PD e della peggiore Destra, ha portato a casa ben 660 preferenze.
La lista civica “Esperienza e Futuro per Miglionico” da me capeggiata, invece, con 525 voti e due consiglieri eletti, ha ottenuto un risultato che ritengo eccezionale, ancor più importante se si considera il breve tempo intercorso da quando si è costituito il Movimento Civico Ambientalista e l’assenza di partiti e padrini politici.
In sostanza il neo sindaco eletto amministrerà il paese pur essendo netta minoranza, e difatti a fronte dei suoi 660 voti avrà una opposizione che è rappresentativa di circa 1000 consensi, visto che anche il candidato Antonio Di Gioia del Movimento 5 Stelle ha portato a casa ben 386 voti. Ma queste sono le regole di una democrazia, a dire il vero non sempre molto democratica, e vanno rispettate.
In sostanza ciò che emerge dal voto di Domenica è che il “popolo dei 1000” ha decisamente voluto archiviare un decennio targato PD (ma anche l’inutile quinquennio precedente), che con il suo uomo di punta si è caratterizzato per l’inconsistenza di un’azione politica che ha determinato l’arretramento di un territorio sul quale storicamente insistono potenzialità inespresse sia sotto il punto di vista imprenditoriale che culturale, e tuttavia appare evidente che nella realtà non c’è stato alcun cambiamento dal momento che il neo sindaco di Miglionico non è altro che l’espressione inconsapevole (?) dei soliti gruppi di potere che da anni esercitano la loro influenza sul potere politico e amministrativo per difendere rendite di posizione e malcelati interessi. Non stupisce, quindi, la prima scarna dichiarazione di Comanda che promette di voler proseguire proprio nel solco tracciato da Angelo Buono lasciando intendere di non aver compreso il messaggio degli elettori.
Stupisce, invece, il silenzio assordante del gruppo dirigente del Partito Democratico locale e regionale che di fronte a questa “congiura dei balordi” non trova ancora le parole per condannare la politica sporcacciona che un gruppuscolo di avventurieri ha messo in atto affinché una minoranza di elettori potessero prevalere sulla maggioranza della popolazione.
Lo scambio di favori elettorali tra le europee e le amministrative tra il PD e i partiti della destra, tra l’altro patrocinato anche da qualche rappresentante istituzionale che ama basare la sua azione politica sul cinismo e sulla spregiudicatezza, ha letteralmente disgustato la comunità che, incredula, è consapevole di aver sprecato una opportunità.
L’analisi del voto va fatta con obiettività e solo dopo averla fatta si potrà dire chi realmente ha vinto le elezioni a Miglionico.