Fratelli d’Italia Matera esprime forte dissenso in merito alla collocazione dell’impianto di trattamento della frazione organica differenziata. Di seguito la nota integrale inviata da Annamaria Guerricchio, Coordinatrice Cittadina di Fratelli d’Italia Matera.
E’ incontrovertibile la necessità di gestire in modo serio e con approccio innovativo le tonnellate di rifiuti prodotti da una società sempre più vocata allo spreco ed al consumismo compulsivo, e per quanto possa essere complesso ed oneroso socialmente ed economicamente il loro trattamento, è estremamente urgente mettere in campo ogni mezzo per raggiungere una gestione integrata del rifiuto in nome della sostenibilità e della tutela dell’ambiente. La cittadinanza materana ha mostrato grande civiltà e senso di responsabilità verso l’argomento impegnandosi nonostante le prime difficoltà alla corretta pratica della raccolta differenziata. Infatti, seppure la modalità porta a porta avesse sollevato all’inizio non poche perplessità, si è raggiunto in pochi mesi l’eccellente traguardo del 70% dei rifiuti urbani differenziati, e questo solo grazie all’impegno dei materani. Il problema rischia però di restare irrisolto se non si prosegue nella direzione delle vigenti normative europee che danno indicazione di procedere al riciclo, al riuso ed al recupero di quanto differenziato destinando solo una minima quota residua allo smaltimento. In termini di recupero è sicuramente un impegno gravoso la gestione della frazione organica differenziata, che varia tra il 30% ed il 40% del totale prodotto, e che deve essere indirizzata a siti di trattamento a filiera corta che purtroppo al momento non sono disponibili sul nostro territorio, rendendosi pertanto necessario il conferimento in impianti ubicati a significativa distanza chilometrica con il risultato della maggiorazione dei costi per il cittadino ed il vanificarsi in parte dello scopo ecologico del recupero stesso, considerato l’effetto inquinante del trasporto su gomme. Bene fa allora l’amministrazione a proporre progetti a tal fine cercando di sfruttare i fondi del PNRR e riteniamo di non essere nelle condizioni per produrre pareri che non esiteremo ad esprimere nel merito non appena avremo la possibilità di approfondire la documentazione che ad oggi questa amministrazione non ha ancora prodotto. E’ però nostra intenzione chiarire che non condividiamo in nessun modo la scelta di destinare a tale scopo l’area dell’ex impianto di La Martella, che a questo punto dovremmo definire solo “presunta ex discarica”, perché è evidente che gli unici ad aver creduto fino in fondo che finalmente con l’avvio dei lavori di bonifica il 27 luglio 2021 il capitolo si fosse definitivamente chiuso, sono stati i materani, primi fra tutti gli esasperati abitanti del nostro bellissimo Borgo. La chiusura dell’impianto di smaltimento è stata una delle millantate battaglie elettorali del nostro Sindaco e dei suoi sostenitori che adesso sembrano fingere di non sapere che tutti i motivi che rendevano imperativo procedere con urgenza a quanto poi finalmente avviato, ostano allo stesso modo alla creazione dell’impianto industriale per il trattamento della frazione organica tramite cattura di biogas ed estrazione del metano. Non è assolutamente sufficiente a rassicurare i residenti delle aree limitrofe al sito ed i lavoratori impegnati nei numerosi insediamenti produttivi vicini l’affermazione che gli impianti saranno moderni e con emissioni zero, e non è utile promettere ristori a chi è stanco di essere vittima sacrificale da anni. Il Borgo La Martella e le aree limitrofe non meritano di essere beffati ancora una volta. Sulla fattibilità e sostenibilità del progetto ci esprimeremo nei giusti tempi e luoghi, con l’impegno ad opporci alla creazione dell’ennesima cattedrale nel deserto o all’ennesimo spreco di risorse pubbliche con progetti anacronistici. Il recupero e la valorizzazione dei rifiuti come risorsa economica va fatta si con urgenza, ma senza distogliere l’attenzione dallo scopo principale che è la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, fermo restando che il primario obiettivo deve essere la riduzione del rifiuto perché “il miglior rifiuto è quello che non si produce”.