Sabato 10 febbraio 2024 alle ore 11 in Piazza Vittorio Veneto a Matera è in programma la commemorazione di Fratelli d’Italia della giornata del ricordo: sarà depositata una corona di alloro in onore di tutti i martiri delle foibe e di Pierantonio Rizzi, funzionario della questura di Trieste di origini materane, infoibato nel maggio del ’45,
Di seguito i particolari.
Il 10 febbraio si celebra la Giornata del Ricordo “in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano – dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati”. Per decenni gli eventi tragici delle foibe e i fatti che hanno portato al loro verificarsi sono stati taciuti, ed è solo negli anni Novanta, che il ricordo ha finalmente iniziato a prevalere sui silenzi. Per ricordare questi massacri e cosa è successo in quegli anni, la legge del 30 marzo del 2004 ha istituito una giornata in loro onore, per non dimenticare che tra l’ottobre del 1943 e il maggio del 1947, decine di italiani sono stati imprigionati, fucilati e gettati nelle cavità carsiche dell’Istria e della Dalmazia dai partigiani comunisti di Tito.
Il Giorno del Ricordo che anche Fratelli d’Italia insieme alla comunità materana ha deciso di celebrare, nasce per non dimenticare questi orribili fatti, per riflettere sugli orrori commessi e per onorare le vittime e gli innocenti scomparsi a causa di questo massacro. Sabato 10 febbraio alle ore 11:00 a Matera, in Piazza Vittorio Veneto, sarà depositata una corona di alloro in onore di tutti i martiri delle foibe e di Pierantonio Rizzi, funzionario della questura di Trieste di origini materane, infoibato nel maggio del ’45, che saremo lieti ricordare insieme a tutti coloro che vorranno unirsi alla commemorazione.
Michele Giordano Coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia per la provincia di Matera dichiara: “Abbiamo il dovere di tramandare la storia con onestà, ricordando anche gli errori del passato per poter costruire un futuro che sia davvero migliore. La storia è maestra severa che non permette omissioni. Le foibe, voragini rocciose dell’altopiano del Carso, sono state usate alla fine della seconda guerra mondiale per “infoibare” migliaia di istriani, giuliani e dalmati, ma anche nostri conterranei emigrati o in servizio in quelle zone, di ogni estrazione sociale e di ogni cultura politica, colpevoli solo di essere italiani. Sono state contate più di 1700 foibe, non è chiaramente quantificabile il numero delle vittime perché è risultato impossibile esaminare tutte le foibe che si sa essere state utilizzate, ma le stime parlano di più di 10.000 persone uccise, gettate spesso ancora vive nelle cavità rocciose. Quest’anno ricorrono i 20 anni dell’approvazione della legge che ha istituito il Giorno del ricordo di cui primo firmatario fu proprio Roberto Menia, ed è un dovere per noi rievocare questo importante traguardo in nome di tutti i connazionali perseguitati sul confine orientale e per promuovere anche a livello locale la conoscenza della tragedia delle Foibe soprattutto tra le giovani generazioni”.