“Per l’installazione di sistemi di videosorveglianza nell’area artigianale di Policoro, dove i furti si susseguono con l’allarme sempre più diffuso tra gli imprenditori, si vorrebbe che a pagare di tasca propria siano gli stessi titolari di imprese vittime dei malviventi. Eppure solo lunedì scorso il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha firmato il decreto che dà il via libera a un finanziamento di 37 milioni di euro, per il triennio 2017-2019, che servirà a realizzare 428 sistemi di videosorveglianza in altrettanti Comuni italiani, per la stragrande maggioranza del centro-nord”. A sostenerlo è il consigliere regionale Paolo Castelluccio sollecitando l’Amministrazione Comunale di Policoro in primo luogo e la Giunta Regionale a verificare presso il Ministero dell’Interno l’elenco dei Comuni beneficiari dei nuovi contributi. Se Policoro non rientra in questo elenco come mi pare di capire – aggiunge – è necessario intervenire perché evidentemente il Ministero non ha un’informazione precisa sulla situazione della criminalità organizzata a Policoro e nel Metapontino nonostante le operazioni della Distrettuale antimafia. Siamo di fronte alla beffa per i nostri piccoli imprenditori che ricevono in questo modo un brutto segnale dallo Stato e sono costretti a fare da soli anche con il potenziamento di servizi di vigilanza privata nell’area periferica di Policoro. Un’altra considerazione da fare: non mi pare – dice ancora Castelluccio – che ci sia una buona collaborazione tra realtà locali e governo nonostante va riconosciuto alla Prefettura di Matera un’intensa attività con continui incontri. Integrare il sistema di videosorveglianza che il Comune di Policoro ha in fase di appalto con un sistema privato non mi sembra una risposta adeguata alla domanda legittima di sicurezza di quanti producono e danno lavoro e pur di prevenire i furti non hanno altra strada di quella di autofinanziare la propria sicurezza. Come ripetere la solita richiesta di potenziamento di uomini, mezzi e strumenti da parte delle forze dell’ordine, specie negli orari notturni – conclude – è la solita prassi politica per scaricare su altri responsabilità istituzionali”.