G7 a Matera e pari opportunità, Coordinamento Donne Cgil Cisl Uil Basilicata: “Necessario accendere un faro sulla condizione femminile in Basilicata che purtroppo è caratterizzata da dati molto lontani dal raggiungimento della parità che minacciano pesantemente la qualità della vita delle donne lucane, riflettendo una società diseguale e quindi iniqua”. Di seguito la nota integrale.
Matera e la Basilicata sono state il palcoscenico di un evento centrale per l’universo femminile e non solo: il G7 delle pari opportunità, occasione per fare il punto a livello mondiale sulla condizione della donna tra diritti conquistati e da mantenere e sfide nuove, come gli stereotipi di genere che alimentano l’intelligenza artificiale e l’emergente fenomeno della distanza delle donne dalle tecnologie che rischia di allontanarle pericolosamente dal mercato del lavoro e dalla richiesta di nuovi profili professionali.
Riprendendo e ispirandosi al documento unitario di CGIL, CISL, UIL nazionale che hanno presieduto il labor7 rimarcando la necessità di contrastare le discriminazioni dentro e fuori il mondo del lavoro, il coordinamento donne di CGIL, CISL, UIL Basilicata ritiene necessario accendere un faro sulla condizione femminile in Basilicata che purtroppo è caratterizzata da dati molto lontani dal raggiungimento della parità e minacciano pesantemente la qualità della vita delle donne lucane, riflettendo una società diseguale e quindi iniqua.
A cominciare dal lavoro, unico strumento indispensabile per l’ emancipazione e l’ autonomia, rileviamo che l’ occupazione femminile in Basilicata è intorno al 38 % quindi meno di una donna lucana su due ha un proprio reddito. Secondo i dati Istat il tasso di attività delle donne lucane è di 12 punti inferiore a quello medio nazionale, con un gap negativo rispetto al tasso di attività maschile di ben 26 punti, la Basilicata è infatti la regione italiana in cui più alto è il divario occupazionale tra uomini e donne.
Su questo incide moltissimo un meccanismo culturale per cui i luoghi della rappresentanza politica e istituzionale sono ad appannaggio quasi esclusivamente maschile. In questi contesti, infatti, la presenza femminile scende a percentuali risibili, tra lo zero e meno del venti percento: si veda a questo proposito la sparuta presenza di donne nel Consiglio regionale, nei consigli provinciali, nella giunta regionale, nelle giunte provinciali, le pochissime donne soprattutto tra i sindaci, e a seguire nei consigli e nelle giunte comunali. E ancora, si pensi al recente rinnovato, proprio in contemporanea con il G7 delle pari opportunità, organismo di rappresentanza dell’ Anci Basilicata in cui non vi è una sola donna, eppure sindache ed assessore ci sono. Lo stesso è avvenuto nelle scorse nomine dei dirigenti generali dei dipartimenti della Regione Basilicata: eppure brave dirigenti ci sono.
Accanto quindi all’ urgenza di affrontare i temi globali dell’emancipazione femminile e il contrasto alla violenza, riteniamo come coordinamento donne di CGIL, CISL, UIL Basilicata che nella nostra regione sia necessario un notevole sforzo culturale che faccia prendere consapevolezza alla classe dirigente maschile che è necessario allargare le maglie fitte del potere ed aprirlo alle donne e alla cultura della differenza.
Le norme europee, nazionali e regionali ci sono e sono chiarissime, ma quasi sempre si contraddicono le norme di attuazione della parità, per portare avanti una rappresentanza politica, istituzionale e dirigenziali quasi esclusivamente maschile e quindi una democrazia lucana menomata.
L’auspicio è che eventi come questo cessino di essere separati dalla concretezza della realtà e generino non solo narrazioni ma buone politiche e buone pratiche che incidano concretamente sulla condizione di vita delle donne.
Come coordinamento donne CGIL, CISL, UIL Basilicata riteniamo che vada promossa una concreta cultura di rispetto e valorizzazione delle donne, che passi attraverso un effettivo diritto al lavoro, e al lavoro non precario, alla possibilità di avere un salario adeguato, all’ equilibrio tra vita privata e lavoro, anche attraverso interventi sulla gestione familiare per condividere equamente i carichi di cura all’interno del nucleo familiare anche rafforzando le misure di sostegno ad una genitorialità effettivamente paritaria (congedo obbligatorio, aumento indennità congedo parentale ecc).