Consiglieri comunali di NuovaMente Craco, Domenico Montemurro, Pina Galante e Nicola Pecoraro in una nota denunciano la stagione fallimentare del centro storico di Craco. Di seguito la nota integrale.
Due soli giorni di apertura (abusiva) del Centro storico di Craco e tante promesse sfumate nel vento, questo il risultato di 11 mesi di amministrazione Lacopeta. In campagna elettorale il primo cittadino aveva promesso un’immediata riapertura del percorso del centro storico ma ad oggi, 6 agosto 2021, le porte di Craco Vecchia sono ancora chiuse; secondo il Sindaco “erano sufficienti pochissime ore e poche migliaia di euro per riparare il tunnel incendiato il 22 agosto 2020”. In realtà il tunnel in questione è stato riparato solo a dicembre 2020 spendendo oltre 11.000 euro ma, nonostante questo, il percorso, come affermato dal Sindaco su La Gazzetta del Mezzogiorno del primo luglio, risulta inagibile per questioni di sicurezza (Sic!). Peccato che sono disponibili da oltre un anno il progetto esecutivo ed un finanziamento di 310.000 euro per migliorare alcuni punti del percorso: se davvero il problema fosse la sicurezza perché quest’inverno non si è proceduto con l’affidamento dei lavori e perché si temporeggia ancora?
In realtà l’amministrazione aveva imboccato una strada senza via d’uscita, decidendo di affidare il centro storico ad un’associazione di volontariato, la Pro Loco San Vincenzo, con cui avrebbe dovuto firmare un patto di collaborazione, patto mai stipulato. Invece Lacopeta ha pensato di saltare le procedure amministrative e di affidare il servizio alla stessa Pro Loco tramite l’ordinanza n. 99 del 12 giugno, un’ordinanza ridicola ed illegittima poiché emanata ai sensi dell’art. 54 del TUEL, senza però comunicarla preventivamente al Prefetto, e senza che vi fossero i presupposti di fatto e di diritto per la sua applicazione. Un’altra pessima figura che dimostra l’estrema irresponsabilità ed inadeguatezza del primo cittadino, già noto alle cronache per essersi candidato a sindaco nel 2019 con una falsa dichiarazione in merito alla sua candidabilità.
Con questo atto l’amministrazione ha aperto (illegalmente) le porte del Centro Storico per soli due giorni e non sappiamo nemmeno la destinazione degli introiti di quelle poche visite. Dopo quella data si è praticamente rinunciato ad approvare qualsiasi atto necessario alla riapertura del Parco Museale Scenografico: né un patto di collaborazione, né un affidamento ad un’impresa, né la creazione di una cooperativa, ma nemmeno del volontariato per offrire almeno i servizi igienici alle migliaia di turisti che, non informati (sul sito del Comune di Craco non c’è alcun riferimento al centro storico!) , continuano ad arrampicarsi sulla nostra collina con la speranza di poter visitare il tanto noto “Paese Fantasma”. Il risultato è di quattro posti di lavoro persi e di zero euro incassati dall’Ente!
Stiamo aspettando da metà giugno un intervento risolutivo per sbloccare la questione e ripristinare i quattro posti di lavoro esistenti sino a settembre 2020 ma, Lacopeta e la sua Giunta brancolano nel buio più totale, incapaci di trovare soluzioni concrete a problemi reali. Era troppo bello sparlare dal palco, vero, signor Sindaco? Riaperture immediate, cooperative, posti di lavoro, cimitero nuovo, addirittura fabbriche che avrebbero preferito l’inesistente area industriale di Craco ai vantaggi economici della ZES della Valbasento. Lacopeta ed i suoi alleati si stanno dimostrando l’incarnazione del populismo contemporaneo, che propone soluzioni banali a problemi complessi, i quali invece necessitano studio, preparazione, approfondimento, cautela.
Oggi qualche cittadino si pente della propria scelta di aver votato per Lacopeta; da parte nostra siamo orgogliosi di aver offerto una valida alternativa alla cittadinanza, un’alternativa composta da giovani professionisti che avevano la speranza di rilanciare l’economia locale e di porre le proprie capacità al servizio della comunità.
Mentre nei comuni limitrofi fioccano i concorsi e si inaugurano nuovi attrattori turistici, come il Ponte di Castel Saraceno, che permetteranno ai giovani dei piccoli borghi lucani di restare in Basilicata, dobbiamo purtroppo constatare che a Craco, tra epurazioni, procedure concorsuali annullate e chiusura del centro storico, sono tanti i giovani che in questo anno sono stati costretti ad abbandonare il nostro territorio.