Nicoletta Gentile, Vice Segretaria Regionale del Partito Democratico di Basilicata: “Una Regione non da manuale.”.
Bene hanno fatto i Consiglieri regionali del centrosinistra a sottolineare ieri in conferenza stampa le deficienze del sistema regionale socio assistenziale e socio sanitario. I rappresentanti istituzionali di Basilicata casa comune, Partito Democratico, Partito Socialista e Movimento 5 stelle hanno esposto con particolare dovizia tutte le lacune, e quindi le esigenze, legate ai servizi territoriali di assistenza domiciliare, assistenza residenziale e semiresidenziale in funzione del benessere degli anziani non autosufficienti.
Sono evidenti i ritardi della Regione in questo campo, tanto da vedersi addirittura commissariata per l’adeguamento burocratico amministrativo delle procedure per l’accreditamento delle strutture private.
E’ di questi giorni infatti la notizia della nomina di un Commissario ad acta per l’approvazione del manuale di accreditamento delle strutture socioassistenziali a causa della prolungata inerzia della Giunta regionale della Basilicata dopo il ricorso al Tar da parte delle strutture del settore. Per rimediare all’imbarazzo dell’ulteriore commissariamento, la Giunta regionale si è affrettata nella stessa giornata ad approvare il manuale di accreditamento delle strutture residenziali, dimenticando però di prendere in considerazione le quote di rilievo sanitario che le stesse “Rass” e “Rass1” erogano ai propri ospiti. Insomma è stata messa una pezza non risolutiva dei problemi che si trascinano ormai da lustri e che non mettono nelle condizioni fragili ed anziani di poter usufruire di servizi adeguati a costi contenuti.
La Basilicata non è una regione da manuale e non si capisce perché.
Stessa sorte, infatti, attendono altri operatori di altri settori. Nello specifico anche quelli dell’assistenza domiciliare integrata nel recente passato hanno dovuto fare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per vedersi riconoscere i sacrosanti diritti scaturiti dalla normativa nazionale di settore; mentre quelli delle strutture socio sanitarie, tra cui quelle psichiatriche, che pure hanno visto approvato il loro manuale autorizzativo e di accreditamento di settore tra il 2017 ed il 2020 attendono ancora i successivi provvedimenti regionali ivi previsti per la definizione di termini e modalità di presentazione delle domande da parte dei soggetti interessati nonché delle procedure da seguire.
Insomma, l’assenza di programmazione regionale, la mancanza di una analisi approfondita dei bisogni di salute che sono cambiati e cresciuti nel corso del tempo e che seguono inevitabilmente l’inverno demografico della popolazione lucana, si accompagna alla estrema precarietà procedurale che genera incertezze negli operatori, compresi quelli del terzo settore, e negli stessi lavoratori del settore, oltre a generare servizi che potrebbero essere certamente di una efficienza ed efficacia maggiori.
Occorre recuperare i ritardi che impediscono la modernizzazione del settore socio assistenziale e socio sanitario. Il nuovo governo regionale sarà giudicato anche su questo aspetto. Il Partito Democratico continuerà a tenere alta l’attenzione ed a stimolare ciascuno a fare la propria parte. I lucani hanno il diritto alla costituzionale alla salute, diritto che in questi anni è stato fortemente messo in discussione ed a cui l’autonomia differenziata potrebbe dare il colpo mortale finale.