Il Comitato acqua pubblica Peppe Di Bello in una nota chiede al Governo Bardi di convocare un Consiglio regionale straordinario per discutere i temi legati alla gestione del bene “acqua” in Basilicata. Di seguito la nota integrale.
Il Presidente Bardi ha dichiarato a più riprese, e anche a seguito delle ultime abbondanti piogge e nevicate, che l’emergenza idrica è superata e che almeno fino a Giugno 2025 i cittadini di Potenza e dei Comuni serviti dalla diga del Camastra disporranno di erogazioni idriche ininterrotte durante il corso della giornata.
Il Presidente, gli assessori competenti e tutti gli enti preposti alla gestione della risorsa idrica, già responsabili della paradossale emergenza idrica, stanno continuando ad omettere (consapevolmente o meno) una questione di non poco conto che si chiama crisi climatica e gli inevitabili riverberi che essa già produce e continuerà a produrre sulla disponibilità più generale del bene acqua.
In tale contesto, la Giunta Regionale di Basilicata nulla riferisce su cosa accadrà dopo giugno 2025 e quali misure sono allo studio perché l’emergenza non si ripeta.
La Giunta non ha battuto ciglio di fronte al trasferimento della gestione delle grandi infrastrutture idrauliche ad una nuova società per azioni, che entro breve vedrà l’ingresso di società private, con la conseguente trasformazione dell’acqua bene comune in merce.
Come ci si prepara ad affrontare un futuro nel quale le scelte riguardanti le priorità di utilizzo di un bene prezioso e fondamentale per la vita saranno subordinate alle regole del mercato?
Su questo continueremo a vigilare, anche in accordo con altre organizzazioni di carattere nazionale, che già stanno promuovendo in sede europea azioni legali, per tutelare il diritto all’acqua bene comune e alla sua gestione pubblica, come deciso da 26 milioni di cittadini italiani nel referendum del 2011.
Nell’immediato, riteniamo che la trasparenza e anche l’apertura al confronto siano atti dovuti verso i cittadini. Ciò che non sarà più tollerabile è vedere il ripetersi di errori, omissioni, sottovalutazioni come quelle che hanno condotto alla recente emergenza idrica.
Il Comitato ha già denunciato, in due lettere-esposto, tutte le inadempienze della Regione Basilicata nella gestione della fase emergenziale, nella pianificazione e nella tutela del grande patrimonio idrico lucano. Ora ribadisce con forza le proprie richieste in quanto non è più possibile accettare questa situazione di inefficienza e di stallo protrattisi per troppo tempo.
La Regione Basilicata provveda finalmente:
A redigere ed approvare il Piano di Adattamento ai cambiamenti climatici.
A redigere con l’ausilio di tecnici di comprovata esperienza e professionalità e ad approvare definitivamente il Piano di Tutela delle Acque (cosa che avrebbe dovuto fare nel lontano 2008): senza uno strumento rigoroso di conoscenza dello stato di salute quali / quantitativo dei corpi idrici di cui la Regione dispone, infatti, ogni ipotesi di utilizzo di sorgenti (a partire da quelle recentemente annunciate) o falde superficiali e profonde, rischia di essere affidata a scelte estemporanee, che potrebbero rivelarsi addirittura dannose per la salute dei cittadini e per l’ecosistema.
Ad avviare con immediatezza l’individuazione e la perimetrazione delle Aree di salvaguardia ossia:delle zone di tutela assoluta
delle zone di rispetto ristrette ed allargate
delle zone di protezione
per tutte le captazioni ad uso potabile, sia quelle già effettuate in fase emergenziale, sia quelle che sono ancora da effettuare. In tali aree, come prescritto dalla legge, occorre che la Regione vieti l’insediamento di centri di pericolo ed allontani o metta in sicurezza quelli già esistenti. Si evidenzia, in particolare, l’estrema urgenza di tale perimetrazione nell’area del pozzo Pergola1 in cui sono già state effettuate alcune captazioni ad uso potabile di sorgenti a rischio elevatissimo di inquinamento nell’ipotesi di perdite di greggio, qualora fosse estratto e trasportato.
A definire, insieme ad Acquedotto Lucano, il piano di interventi di breve, medio e lungo termine sulle reti, attualmente affette da perdite perfino superiori al 70%, comprensivo di tempi, priorità, risultati attesi e fonti di finanziamento.
E’ nota la disponibilità già in atto di 49 milioni di euro derivanti dal PNRR: quali interventi sono stati già eseguiti o si intendono eseguire con tali somme ed in che tempi?
A richiedere al gestore Acque del Sud spa di comunicare periodicamente e con chiarezza quali siano i finanziamenti già richiesti ed eventualmente ottenuti, a quali interventi di manutenzione e di messa in sicurezza di tutti gli invasi regionali essi facciano riferimento, quale sia il cronoprogamma dell’esecuzione dei lavori e quale il loro stato di avanzamento.
A convocare urgentemente, con riferimento allo schema idrico Basento-Camastra, un tavolo tecnico che coinvolga Acque del Sud spa, Acquedotto Lucano, ARPAB e Direzione Generale Dighe, allo scopo di definire tempi e modi per il ripristino progressivo dei livelli di invaso fino all’altezza massima di regolazione della diga. L’urgenza è dettata dal fatto che gli sversamenti già in corso proseguiranno finché non verrà autorizzato l’innalzamento della quota di invaso e che ogni giorno di ritardo comporta un incremento del rischio di una nuova crisi idrica nel 2025. Pertanto il tavolo tecnico dovrà predisporre appositi scenari per l’anno in corso, individuare le conseguenti strategie di riduzione del rischio di una nuova crisi idrica ed indicare quali acque verranno erogate ai cittadini nel caso che la diga del Camastra si svuoti nuovamente. La scelta di tali fonti alternative dovrà essere effettuata nel rispetto delle norme in vigore, seguendo il principio di precauzione ed escludendo definitivamente l’utilizzo per uso potabile sia di acque non classificate che delle acque del Basento, soprattutto se captate a valle di fonti di inquinamento attive o previste.
Tale precisazione deriva dal fatto che il progetto di rendere stabile l’attuale captazione del fiume Basento e della condotta fra il fiume Basento e la diga del Camastra e, nel contempo, di potenziare il potabilizzatore di Masseria Romaniello, potrebbe far desumere l’intento delle istituzioni regionali non solo di riproporre, ma addirittura di rendere definitivo l’uso potabile delle acque del Basento.
a quest’ipotesi, qualora verificata, il Comitato si opporrà con forza ed in tutte le modalità consentite.
A potenziare i controlli degli scarichi irregolari nel Basento ed in tutti gli altri corpi idrici superficiali e sotterranei lucani
A comunicare in modo trasparente e tempestivo i piani, le strategie e tutti gli atti amministrativi relativi alle opere ed agli interventi previsti.
A predisporre il varo di un piano di ristori a beneficio di famiglie e operatori economici danneggiati dall’emergenza idrica
Il Comitato acqua pubblica Peppe di Bello ha già avanzato al Presidente Bardi formale richiesta di incontro per l’apertura di un confronto di merito sulle questioni rappresentate senza ricevere alcun riscontro, in occasione della presentazione di questo documento, ha reiterato la richiesta di incontro ed ha chiesto al Presidente del Consiglio la convocazione di un Consiglio Regionale straordinario sulla questione idrica.