Non ancora appagata del disastro compiuto sulla gestione della crisi idrica degli ultimi mesi, la Presidenza della Giunta Regionale consuma un ulteriore strappo con i Sindaci di ANCI e più in generale con i territori della regione e i cittadini lucani, sulle attività di controllo amministrativo e contabile di Acquedotto Lucano Spa. Lo dichiara Nicola Valluzzi, Sindaco di Castelmezzano a conclusione della Assemblea dei Soci che ha approvato la norma istitutiva del Controllo Analogo congiunto in Acquedotto Lucano. “C’era voluto il richiamo e la perentoria contestazione della Corte dei Conti, nell’ultimo giudizio di parifica del Bilancio, per imporre a Regione e Management Societario, a distanza di anni dall’introduzione dell’obbligo normativo, l’istituzione del Controllo Analogo congiunto dei comuni soci sulla gestione di Acquedotto Lucano. Alcuni di noi – prosegue il Sindaco – avevano creduto sinceramente all’avvio di un nuovo corso nella gestione della più grande e importante società pubblica lucana che si occupa di un servizio primario , per di più, nel pieno di una drammatica e insopportabile emergenza idrica che da mesi tiene sotto scacco 140.000 lucani, facendoli ripiombare in un tempo che tutti pensavamo consegnato alla letteratura Leviana.” Invece, nonostante la collaborazione richiesta e accolta dai Sindaci, il lavoro svolto e la condivisione di un percorso inclusivo per tutti gli ambiti territoriali della regione, le due città capoluogo e i comuni soci, rappresentati per le diverse fasce demografiche nell’esercizio a titolo gratuito del Controllo Analogo, la presidenza della Giunta Regionale ha fatto marcia indietro sull’intesa raggiunta. Macchina indietro, il giorno prima dell’Assemblea dei Soci e dopo la riunione di ratifica fra tutti i sindaci, dell’intesa raggiunta sulla composizione dell’organo, sulle modalità nomina dello stesso e di controllo amministrativo e contabile sugli atti della Società. Forte della maggioranza azionaria, ma senza giustificazioni plausibili, la Presidenza della Giunta ha deciso di mettere sotto tutela il nascituro Comitato di Controllo Analogo della Società, facendo approvare una norma statutaria, diversa da quella condivisa con i Sindaci, con la quale nominerà direttamente il Presidente del Comitato e con la maggioranza azionaria in Assemblea eleggerà gli altri due membri nel caso di un Comitato a 3 componenti, invece ne nominerà 4 su 5 nell’altra ipotesi contemplata dalla norma statutaria approvata oggi. Comprendiamo tutti la volontà, neanche tanto nascosta, di mettere sotto controllo l’organismo di Controllo Analogo della Società. Comprendiamo meno l’essenza politico/istituzionale di una azione che contravviene alla ratio istitutiva del Controllo congiunto di tutti i soci sulle attività amministrative e contabili della Società. Non si comprendono proprio, le ragioni di una scelta escludente, proprio nello sprofondo di una incredibile emergenza idrica, che, invece, avrebbe imposto l’allargamento della partecipazione e delle responsabilità agli amministratori locali nell’azione di controllo, impulso, condivisione ed efficacia della gestione di una Società, nell’occhio del ciclone sempre in sostanziale deficit di bilancio e che gestisce in affidamento diretto il servizio idrico integrato per tutti i comuni e per tutti i cittadini lucani.
Dic 17