Gianni Maragno in una nota esprime alcune riflessioni sulla riforma dell’Autonomia differenziata con un riferimento alla metafora che Edoardo De Filippo inserì nella commedia “Filumena Marturano”. Di seguito la nota integrale.
Quando il giovanissimo Teodosio Saluzzi da Potenza, dotato di una grandissima volontà di imparare la difficile arte della scrittura teatrale, riuscendo a incidere la fitta rete selettiva di Eduardo De Filippo, ne divenne discepolo e frequentò la sua casa romana, si trovò di fronte un insegnante tutt’altro che paziente e, anzi, estremamente esigente. Fu una scuola di vita oltre che di teatro. Il primo insegnamento del grande attore e drammaturgo fu che “nel teatro si porta il verosimile, che non è mai la realtà e va reso arte, altrimenti diventa altro. La realtà la commentano i giornalisti”.
Il sistema di verifica dell’apprendimento da parte del discepolo Teodosio consisteva in “interrogatori”, nei quali Eduardo non disdegnava bacchettate verbali, che spronavano il giovane allo studio rigoroso e alla riflessione attenta. Erano domande secche, per rispondere alle quali il giovane spesso era costretto ad arrampicarsi sugli specchi, generando l’ira del Maestro. Un giorno gli venne posta la domanda: “Qual è, secondo te, la metafora di Filumena Marturano”? Teodosio rispose, come di norma, che i figli, per una madre, sono tutti uguali; il Maestro, indispettito, gli fece notare che mai avrebbe scritto una commedia per un significato tanto ovvio. Gli spiegò che il senso era tutto civile e politico.
Filumena Marturano, come è noto, venne rappresentata la prima volta nel 1946, esattamente nell’anno del referendum costituzionale, da cui sarebbe nata la Repubblica italiana, democratica, fondata sul lavoro. Si sarebbe sancito e riconfermato che l’Italia è una. L’articolo, che stabiliva la creazione delle Regioni, trovò, invece, perplessità in Togliatti e Giustino Fortunato, e anzi opposizione in Francesco Saverio Nitti, che temeva per le sorti del Sud e delle regioni più deboli, oltre che essere la negazione del Risorgimento.
Non si conoscono chiare dichiarazioni in merito da parte di Eduardo De Filippo, cantore di Napoli, del Sud e della sua gente sempre affamata e dolorosamente in lotta per la vita. Rimane però quanto attestato da Teodosio Saluzzi, a dire del quale, per Eduardo De Filippo, Filumena Marturano era la risorta Italia, invitata ad essere madre uguale per tutti gli italiani e, quindi, per i tre figli alla pari: Nord, Centro e Sud.
Auspicabile sarebbe sentire, oggi, la parola di Eduardo, nel momento in cui i fratelli d’Italia economicamente, politicamente e socialmente più forti, giocano a danno del fratello minore, quale ancora appare ed è il Sud. E se egli si arrabbiò con Teodosio perché non ne aveva capito il senso, oggi non gli mancherebbe la parolaccia, considerato che, a volere l’autonomia differenziata, che spacca l’Italia in due, è proprio colei che comanda la pattuglia, pur numerosa, di “Fratelli d’Italia”, nel mentre che, quotidianamente, scioglie inni alla italianità, alla identità e cultura nazionale, e persino agli spaghetti nazionali, che, a legger bene, sono semplicemente napoletani. Insomma, mai il grande Eduardo avrebbe immaginato eventi o proposte come quella dell’autonomia differenziata.
Teodosio Saluzzi vive a Bari. E’ un drammaturgo affermato; nella sua casa-museo conserva molti ricordi e testimonianze del grande Maestro. Il caso di Filumena Marturano sta solo a dimostrare che, quando l’opera è vera opera d’arte, gode sempre di una perenne attualità, che alcuni chiamano eternità.