Nunzia Antezza (Italia Viva Matera): “Contro la violenza sulle donne serve una rivoluzione culturale e strumenti per difendersi, a partire dal piano economico”. Di seguito la nota integrale.
Serve un’autentica rivoluzione culturale, che dia alle donne maggiori strumenti per difendersi sul piano socio-culturale e sul piano affettivo ed economico. La giornata internazionale ci consente di commemorare le tante vittime di violenza e al tempo stesso di rinnovare il nostro impegno, convinto e incisivo, per la lotta e la prevenzione di ogni forma di violenza nei confronti delle donne. Non possiamo abbassare la guardia su quella che ormai si configura come un’emergenza dilagante, a cui bisogna dare risposte concrete e strutturali. La pervasività del fenomeno è data dalla crudezza dei numeri.
La violenza sulle donne è la costante in tutte le società in cui prevale un modello di relazioni sbagliate, fatte di dominio e di prevaricazione per impedire quella libertà femminile che, invece, ha cambiato profondamente società e famiglia in questi anni.
Donne e minori vittime prioritarie di una brutalità maschile che non conosce distinzione di classe sociale o economica e che in maniera trasversale colpisce tutte e, soprattutto, coinvolge i minori.
Ritengo che dobbiamo continuare a lavorare per superare la barriera culturale e molte altre barriere, che relegano spesso le donne ai margini della società, della vita economica e della partecipazione al mondo del lavoro.
Sono tematiche fondamentali, perché è proprio l’inclusione nel tessuto economico, sociale e nella vita lavorativa che aiuta a superare i divari, che aiuta a rendere le donne più forti, più autonome, più indipendenti, più capaci di reagire alle situazioni di dipendenza, di violenza, di pressione psicologica e fisica che spesso subiscono da uomini o da altri soggetti che approfittano della debolezza e della fragilità, che spesso purtroppo ha natura economica. Permettere alle donne di trovare e mantenere un lavoro è il più importante atto di prevenzione che possiamo attivare.
E’ necessario battersi perché ci siano sempre più donne nelle istituzioni, rappresentative e non, nell’imprenditoria, nel mondo accademico e nelle amministrazioni dello Stato; promuovere politiche efficaci per l’occupazione femminile, che è alla base dell’autonomia che consente anche di affrancarsi dalla violenza; coinvolgere maggiormente gli uomini perché la violenza contro le donne non riguarda solo noi.
La violenza contro le donne non è un problema solo delle donne ma è anche un problema dell’intera collettività e come tale deve essere affrontato. Non è una questione primaria, ma è un fatto pubblico. La violenza di genere interessa tutti i Governi locali e nazionali il cui compito principale deve essere quello di educare la società ai valori dell’uguaglianza e ai valori della non discriminazione.
E’ indispensabile che la violenza sulle donne sia riconosciuta e, soprattutto, contrastata a partire dal vivere quotidiano. Solo così le leggi, le politiche e le attività relative alla prevenzione e al contrasto potranno prendere forma e diventare realtà.
Prevenzione che deve partire dalla scuola, proprio nell’ottica della formazione e dell’educazione al contrasto ad ogni forma di discriminazione e violenza. E’ evidente come l’educazione alla parità tra i sessi e al rispetto delle differenze, sia lo strumento fondamentale per la prevenzione della violenza contro le donne.
Occorre modificare attitudini e abitudini sbagliate di molti maschi, correggendo comportamenti e atteggiamenti, insegnando, sin da bambini, che maschi e femmine, pur nella loro diversità, sono persone e pertanto sono uguali e che il rispetto nei confronti delle donne non è solo un obbligo, ma un valore.
“Le donne e gli uomini non sono e mai saranno identici, ma è nell’interesse di tutti che godano degli stessi diritti”. Ecco perché dobbiamo andare ancora oltre il passo compiuto , servono risposte ancora più forti, urgenti, serve ancora più coraggio e senso di responsabilità nella società per promuovere il punto di vista delle donne, un modo diverso di guardare al mondo per cambiarlo.
Uno dei diritti contemplati nella “Carta dei diritti fondamentali è la solidarietà. “Solidarietà = cogliamo ciò che unisce al di là di ciò che divide.”