Il 22 maggio celebriamo, come ogni anno, la “Giornata dei Lucani nel Mondo”. Quest’anno la ricorrenza è l’occasione per qualche riflessione non solo sulla presenza e sulla operosità dei nostri corregionali in tutto il mondo, ma anche sulla situazione eccezionale creatasi in questi mesi a causa della sconvolgente pandemia da Covid 19.
Il mio pensiero oggi va a tutti i lucani che vivono e lavorano nel mondo, e che sono tanti: ed in particolare a tutti quei ragazzi e studenti, ricercatori e lavoratori impegnati quotidianamente al di fuori dei confini regionali e che in questi mesi hanno combattuto in solitudine la loro battaglia contro la terribile pandemia lontano dalle proprie case e con grande coraggio.
Penso a tutti i nostri corregionali che hanno raggiunto la notorietà all’estero grazie al loro talenti, a coloro, e che rappresentano la maggioranza, che svolgono silenziosamente e con dedizione il proprio lavoro, senza però mai dimenticare le proprie origini, che anzi rivendicano con orgoglio e sono spesso l’occasione per realizzare idee e progetti.
Una parte di questi nostri corregionali, a causa dell’emergenza sanitaria ed economica, è stata costretta recentemente a rientrare in Italia, perdendo il lavoro soprattutto in alcuni settori socio economici. A costoro dovremo dedicare la nostra attenzione, offrendo loro il necessario sostegno. Ecco, quindi, la riflessione che vorrei offrire a tutti i lucani del mondo: così come voi fate sempre riferimento alle radici storico-culturali nella elaborazione di progetti per il futuro, anche noi, Governo e Istituzioni locali abbiamo il dovere di venire incontro a chi è costretto a ritornare nel territorio nazionale e regionale originario, affinché si creino opportunità concrete nei nostri territori e si faccia in modo che queste persone non si sentano sole anche nella propria terra.
Celebriamo quindi la Giornata dei Lucani nel Mondo, non limitandoci agli aspetti più rituali e generici della ricorrenza, ma pensando ad un futuro migliore e di speranza per tutti i lucani.