“Trasformazione verso società sostenibili e resilienti per tutti”. E’ il tema scelto dal gruppo consiliare “Europa Verde-Verdi Matera” per l’incontro promosso questa mattina nella sala convegni di Alvino 1884 a Matera in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità. L’iniziativa è stata promossa in collaborazione con ADU, Associazione per i diritti Umani. Durante il convegno il consigliere comunale di Matera, Mario Montemurro, ha illustrato il testo di una mozione riferita al tema che i Verdi auspicano possa essere adottata da tutti i sindaci d’Italia.
Sono intervenuti al convegno:
Luca Vecchi – Sindaco di Reggio Emilia – A.N.C.I. in modalità da remoto
Andrea Bernardo – Sindaco di Colobraro – A.N.C.I. Basilicata in modalità da remoto
Beppe Sala – Sindaco del Comune di Milano / Elena Grandi – Assessore al Comune di Milano in modalità da remoto
Roberto Gualtieri – Sindaco del Comune di Roma e Ferdinando Bonessio, Consigliere Comune di Roma in modalità da remoto
Mario Guarente – Sindaco di Potenza in modalità da remoto
Domenico Bennardi – Sindaco del Comune di Matera in modalità da remoto
Mario Montemurro – Consigliere del Comune di Matera, Portavoce cittadino Europa Verde–Verdi
Mariolina De Luca Cardillo – Co-portavoce Europa Verde – Verdi, Milano
Angela Maria Bitonti – Presidente A.D.U. – Associazione Diritti Umani
Antonio Lauria – Professore ordinario Dipartimento di Architettura – Università degli Studi Firenze
Cristina Amenta – Esperta Progettazione Inclusiva, Accessibility Manager
Rosa Nicoletti – Assessore Città e Territorio e vice sindaco al Comune di Matera
Testimonianze:
Diego Schettino – Associazione Squadra Mobile ACA, Milano
Angela Vizziello – Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS APS, Matera
Michele Di Paola – Ente Nazionale Sordi, Basilicata
Domenico Venneri – ENS, Matera
Conclusioni:
Eleonora Evi – Co Portavoce Nazionale Europa Verde-Verdi
Angelo Bonelli – Co Portavoce Nazionale Europa Verde–Verdi
Giuseppe Digilio – Portavoce Regionale Europa Verde – Verdi Basilicata
Testo Mozione per Adozione del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (P.E.B.A.) da parte del Comune di Matera
premesso che
• I Piani di eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A.), sono strumenti di pianificazione e programmazione introdotti nel nostro ordinamento giuridico dalla Legge finanziaria n.41/1986 (successivamente confermati dal D.P.R. n. 132/2013 del 04/10/2013) che ha stabilito, per le amministrazioni competenti, l’obbligo di dotarsi di piani di eliminazione delle barriere architettoniche entro un anno dall’entrata in vigore della legge stessa.
• Nella Legge Finanziaria n.41/1986 la problematica del superamento delle BB. AA. viene affrontata, per la prima volta, secondo una logica diversa da quella dei primi provvedimenti in materia, attribuendo maggior attenzione ed importanza alla prevenzione rispetto alla sanatoria, spingendo per la costruzione di spazi privi di barriere, per evitare la realizzazione successiva di interventi.
• Il P.E.B.A., è stato concepito come strumento di programmazione generale e come “guida alla progettazione” contenente criteri generali di progettazione finalizzati alla limitazione dell’insorgere di BB.AA. e soluzioni spaziali specifiche in grado di creare ambienti interamente fruibili concepiti secondo i principi dell’Universal Design.
• Nell’intento di affrontare ogni possibile aspetto della disabilità, è stata emanata la Legge n.104/1992 “Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” che, tra le varie disposizioni, ha esteso l’ambito di applicazione agli interventi di ristrutturazione totale parziale e di manutenzione straordinaria dell’esistente.
• Con la redazione del P.E.B.A., ai sensi della Legge n.41/1986 si intende perseguire le seguenti finalità e cioè:
1. Predisposizione di una mappatura dell’esistente, per censire le principali barriere architettoniche ancora esistenti in tutti gli edifici e gli spazi pubblici;
2. Predisposizione di un elenco degli interventi ritenuti indispensabili a conseguire l’obiettivo della piena accessibilità degli spazi pubblici, definendo criteri e livelli di priorità delle opere individuate come necessarie e predisponendo una stima economica delle stesse, ai fini del successivo inserimento nella programmazione dei lavori pubblici dell’Ente (PTO – Progetto Territoriale Operativo) e della predisposizione dei relativi progetti preliminari;
3. Messa a sistema degli obiettivi prefissati in materia di accessibilità e fruibilità dei luoghi pubblici dall’Amministrazione Comunale nei diversi strumenti di pianificazione, individuando i contenuti comuni e coordinando tra loro le azioni già previste;
4. Misurazione del grado di accessibilità e fruibilità della città nelle situazioni ante e post piano (monitoraggio), ossia prima della predisposizione del piano e successivamente all’attuazione dello stesso, al fine di valutare le ricadute sull’integrazione sociale e sulla qualità della vita di tutta la cittadinanza;
5. Redazione di un supporto cartografico informativo e uno schedario con immagini per agevolare l’attuazione , il controllo e il monitoraggio del piano.
6. Istituzione di un UFFICIO COMPETENTE per l’attuazione del piano e l’acquisizione di segnalazioni e suggerimenti da parte dei cittadini.
considerato che
– La Legge n.18/2009 “Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità” ha riconosciuto il diritto alla mobilità e alla piena fruizione degli spazi collettivi come precondizione necessaria alle persone con disabilità per poter esercitare i propri diritti di partecipazione alla vita sociale;
– Con riferimento all’ambito della prevenzione delle barriere percettive, la Legge n. 833/1978 di riordino del Sistema Sanitario Nazionale ha introdotto una nuova concezione del diritto alla salute delle persone con disabilità. L’estensione del diritto alla salute come diritto alla piena accessibilità e fruibilità da parte di tutte le persone di tutti i sevizi e le strutture sociali indispensabili al mantenimento della salute (prevenzione primaria) e utili al raggiungimento del completo benessere psico-fisico e alla partecipazione dei cittadini (prevenzione secondaria), ha esteso il problema dell’adattamento a tutti gli ambienti pubblici(non solo strutture ospedaliere, ma anche palestre, centri ludici e ricreativi, impianti sportivi, ecc. …).
– La Legge n. 41/1986 aveva previsto l’introduzione dei P.E.B.A. nella programmazione delle amministrazioni locali interessate dalla materia, definendo obiettivi e finalità dei nuovi piani, nonché la loro struttura e articolazione.
– In conformità con le direttive internazionali, i P.E.B.A., hanno dovuto recepire e fare propri i concetti di “progettazione universale” e di “accomodamento ragionevole” che prevedono la messa in pratica di soluzioni idonee a garantire il superamento delle BB. AA. più diffuse, con migliori determinazioni in termini di sicurezza, nonché maggiori comodità di utilizzo degli spazi comuni anche per le persone normodotate.
– Per recepire gli aggiornamenti di cui sopra, introdotti nell’ordinamento europeo e internazionale, come risultati di un approccio più consapevole e sensibile al tema della disabilità da parte delle istituzioni comunitarie, il D.P.R. n.132/2013, ha imposto a soggetti competenti di predisporre ed adottare il piano di eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A.); quale strumento di individuazione degli interventi più idonei al superamento delle barriere ridette negli edifici e spazi pubblici, per garantire una piena accessibilità e fruibilità anche da parte delle persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale;
– Nel quadro normativo nazionale, l’art. 16 della Costituzione garantisce il diritto alla mobilità di ogni cittadino e che per le persone con disabilità, la concreta fruizione di questo diritto è grandemente limitata, se non impedita, in tutti i quei casi in cui non si è proceduto e non si procede all’abbattimento delle barriere architettoniche .
– Tanto lede irrimediabilmente il principio di eguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione stessa, non consentendo a i cittadini ridetti di per potere esercitare tutta un serie di diritti nonché di integrarsi nell’ambiente sociale.
– L’art. 3, comma 2, della Costituzione demanda al legislatore il compito di rimuovere tutti gli ostacoli di ordine economico e sociale che possono impedire l’attuarsi in concreto del principio di eguaglianza.
– Sulla base di questa specifica previsione costituzionale va inquadrata tutta la legislazione ordinaria in tema di accessibilità per tutti, ivi compreso l’aspetto della mobilità, ed il correlato obbligo per la Pubblica Amministrazione di eliminare le barriere architettoniche.
– Una città più vivibile per persone con disabilità è una città migliore per tutti i cittadini e in special modo per le categorie più fragili: famiglie con bambini piccoli, anziani, donne in gravidanza e che un Piano per l’Accessibilità è uno strumento di pianificazione necessario per garantire ilmiglioramento della qualità urbana e della qualità di vita per tutti i cittadini
Tutto ciò premesso e considerato si impegna il sindaco e la giunta a mettere in atto tutte le attività propedeutiche alla predisposizione, adozione e assunzione del piano di eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A.) ovvero di un piano per migliorare l’accessibilità dei percorsi e dei contenitori comunali, come strumento per una pianificazione e programmazione coordinate degli interventi ritenuti indispensabili alla piena accessibilità degli spazi e degli edifici pubblici, nonché ad avviare immediatamente ogni attività necessaria per giungere per dotare la città di Matera, con la massima urgenza, di questo strumento indispensabile per il rispetto della vigente normativa e per il diritto ad una “Matera Accessibile” di tutti i cittadini.
La fotogallery del convegno (foto www.SassiLive.it)
chiacchiere! la prima cosa da fare è quella di eliminare le barriere architettoniche, create, nel palazzo di città