Lo storico materano Giovanni Caserta in una nota esprime alcune riflessioni sul conflitto in corso da oltre due mesi in Ucraina: Di seguito la nota integrale.
Ucraina, guerra santa. Ma la facciano gli altri.
Piace la trovata di chi, parlando della guerra russo-ucraina, ha individuato tre categorie di protagonisti: ci sono gli invasori, ci sono gliinvasi e ci sono gli invasati. E’ di questi ultimi che si vuol parlare e della loro tracotante difesa della difesa ucraina. Gli invasati, di per sé, sono fanatici, apodittici, intolleranti. Si rifiutano di guardare i fatti,per parlare di princìpi, punto d’onore. E hanno applausi. Una volta fatta la scelta di campo, per gli invasati tutti glialtri sono in errore, anche i mansueti pacifisti, cui, in tempo di pace, si dedicano inni di lode, monumenti, sale consiliari, strade…Quanto pianto per la morte di Gino Strada!
Fa impressione sentire gliinvasatiparlare della guerra ucraina come guerra in tutto assimilabile alla lotta partigiana. Spesso sono persone che non hanno mai manifestato una decisa propensione ad esaltare i valori della Resistenza italiana e dell’antifascismo, preferendo, il 25 aprile, organizzarsi una vacanza. I pacifisti– che, di regola, il 25 aprile, hanno partecipato alle manifestazioni -diventano, ai loro occhi, difensori di Putin, l’invasore macellaio.Ci va di mezzo anche l’ANPI. Tra gli invasati c’è Gramellini, con tutto il “Corriere della Sera”, che, ai tempi del fascismo, fu fascista senza riserve. Nemico acerbo e velenoso nei confronti di Orsini, continua a sostenere che gli ucraini sono i partigiani di oggi. L’altra sera,invece, per televisione,un vecchio partigiano, uno dei pochi sopravvissuti,meglio di quanto sapessimo fare noi, ha dimostrato che non ci sono elementi in comune, tranne una grandelontananza. La guerra partigiana non fu guerra, ma “lotta”pervalori ideali, con connotazioniche, ancora oggi, non esitiamo a definire romantiche. Delresto, in questa direzione va l’affermazione, più volte dai più ripetuta, che la lotta partigiana fu ben anche la continuazione del nostro Risorgimento. Per i partigiani, la lotta era per un mondo nuovo, di giustizia e libertà, contro un altro mondo non giusto e non liberoEra lotta morale eculturale, che non aveva limiti geografici, come è vero che essa attraversava le famiglie, le città, leregioni, l’Italia, lo sguardo rivolto al mondo intero. Insomma non si lottava chiusi in fronti e trincee, né l’obiettivo era quello della conquista e possesso di nuove terre.
Agli invasati, ovviamente, queste distinzioni non interessano.Seduti in poltrona, osservano scene di distruzione e morte, sfogando tutto il loro odio verso Putin, residuo, forse e senza forse, di antisovietismo e anticomunismo. Alcuni godononel dire che da una Russia con passato comunista, e dal comunismo come dottrina e sistema,altro non cisipoteva aspettare.Macchiati di peccato originale sono persino Tolstoj e Dostoevskij. Militaristi, pronti a celebrare le ragioni di una inutile guerra di difesa, disperataquanto impossibile,gli invasati,insieme con la NATO, lasciano che a combattere e morire siano gli ucraini, nonostante ripetano che la guerra è per la santa libertà d’Europa. E’, in fondo, a guardar bene, il classico “armiamoci e partite”. Una guerra per delega – si è giustamente detto.
Agli invasati non interessa che decine di migliaiadi civili e soldatisono morti e quotidianamente muoiono sotto le bombe, compresi i soldati russi.Anche questi sono giovani di 18 e 20 anni. Edevono contare.Non interessa che alcuni milioni di donne e bambinisono senza casa,stranieri in terra straniera. Hanno solo la preoccupazione di raccomandare che si uccida pure, senza risparmio, purché con armi “buone”! Pensano che dare un letto e un tetto ai profughi ne risolva la situazione. Non capiscono o non vogliono capire che solo per i morti la guerra è finita davvero;invece, vogliono che la guerra continui, moltiplicando rovine, morti e feriti. E forniscono armi a tal fine. Non sanno e non vogliono sapere che, per i sopravvissuti,ci saranno decenni di sofferenze, miseria, pianto su figli, mariti, mogli, nipotiuccisi dall’una e dall’altra parte; non sanno e non vogliono sapere che, come abbiamo detto altra volta, per due o tre generazioni, si vivrà con una ferita dentro.Nemmeno pensanoche, per tutti quei bambiniucraini consegnati all’estero,era meglio vivere con una casa, con i genitori, sotto il dittatore (?) Putin che non sotto le bombe. Già, siamo d’accordo con Orsini. Ci vuole tanto a capire che la libertà è una speranza per chi vive edè definitivamente perduta per chi è morto? Anche i dittatori si ammalano, muoiono e, secondo san Tommaso, possono essere legittimamente deposti o uccisi. Meglio una pace oggi, imposta con le minacce – ha detto qualcuno -, che non una guerra, vinta o persa che sia.Una pace da sconfitti, del resto, è ben più gravosa. Lo pensa anche il papa. Ma per gli invasati il papa, ieri tanto ammirato, oggi non merita più alcun ascolto. Noi, al contrario, testardi pacifisti, continuiamo a stare con papa Francesco e a celebrare con lui la nostra Resistenza, che combatté per un mondo senza guerre.Mai i partigiani avrebbero immaginato che, un giorno del 2022, il 25 aprile sarebbe statocelebrato con le bandiere della NATO, organizzazione militare.
In questo contesto, ci si permetta, nel nostro piccolo, di non essere d’accordo nemmeno con Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana. Almeno per tre motivi: 1. perché, in qualità di Presidente di tutti, in una Italia tanto divisa, finisce con lo schierarsi da una parte contro l’altra; 2. perché da lui ci saremmo aspettati un pensiero in linea con papa Francesco, contro la guerra in sé; 3. perché, infine, gravi colpe e responsabilità,un giorno, potrebbero essere attribuite, con sereno esame storico,anche allo Stato ucraino a Zelensky e suoi predecessori. Se, per fare la pace -ci ricordava un vecchio amico-compagno, si deve essere necessariamente in due, in due si è necessariamente anche. quando si litiga. Alla logica non si sfugge; elo dice tanta storia.
Bravo prof. Caserta, le Sue affermazioni non fanno una grinza e sarei molto grato alla redazione di Sassilive se facesse pervenire l’intervento del prof. Caserta ai ns. presidenti del Consiglio e della Repubblica.
A me sa tanto che più di uno abbia perso i lumi della ragione.
Dio non voglia e ci auguriamo con tutto il cuore e con tutta l’anima che non succeda, ma se il conflitto dovesse allargarsi all’Europa e l’Italia fosse coinvolta, poi dovremmo veramente pregare in ginocchio perchè la guerra finisca e patire sofferenze immani e molti politici a quel punto si rimangeranno le colossali sciocchezze che dicono oltre a piangere lacrime amare per quello che si poteva fare cercando la via diplomativa e battersi i pugni sul petto; non siamo come nella seconda guerra mondiale, ma molto molto peggio, la Russia ha le armi nucleari e potrebbe usarle colpendo irrazionalmente il nostro territorio, con tutto quello che ne conseguirebbe; credo non valga la pena portare questa guerra alle estreme conseguenze, bisogna sforzarsi per trattare e arrivare alla pace il prima possibile, l’alternativa sarebbe una guerra in cui l’Italia uscirebbe molto peggio del precedente conflitto mondiale con immani devastazioni e perdite umane colossali