Giuseppe Brescia, ex parlamentare e già sindaco di Melfi, in una nota contesta il documento di sfiducia presentato dalla maggioranza della direzione del PD nei confronti del segretario regionale La Regina.
Il documento di sfiducia al Segretario del PD lucano non mi piace.
Non discuto gli errori di Raffaele La Regina, che ci sono e pure tanti.
Discuto, invece, la mozione presentata e sottoscritta da tantissimi della Direzione che hanno le stesse responsabilità attuali ed anche passate,per le loro scelte fatte (spesso per calcoli e interessi correntizi), che non sono immuni dai disastri elettorali del 2018 e del 2019, avendo condiviso quasi sempre la gestione del Partito di allora, da parte di chi lo ha utilizzato come un tram e poi ha prodotto la seconda scissione anche in Basilicata.
Tanti degli attuali censuratori non hanno ritenuto in quegli anni di affrontare la crisi prodotta, le sconfitte elettorali subite. Pochi hanno sentito il bisogno di aprire un serio, severo e approfondito esame della situazione di disagio esistente tra iscritti ed elettori o ex elettori del PD,cioè di una comunità politica abbandonata a sé stessa.
Si è preferito coltivare la propria corrente nella logica del consenso personale o di gruppo, in attesa della riconferma di sé stessi.Non a caso il PD lucano è rimasto senza guida politica dalla scomparsa di Antonio Luongo.
In riferimento alla fase attuale, cerco di fare sintesi, schematizzando il mio pensiero e lo faccio da semplice iscritto e militante, perché da anni ho fatto passi indietro nelle istituzioni e nello stesso partito, pur continuando a dare una mano.
1) Ho salutato positivamente l’elezione di Raffaele La Regina a nuovo Segretario regionale PD.
Non solo un primo segnale di rinnovamento verso una nuova classe dirigente, ma anche il principio di un ritorno alla “normalità” degli organismi dirigenti.
2) La mia idea è sempre stata che La Regina (o chi verrà ora dopo di lui) debba dedicarsi esclusivamente alla ricostruzione del partito lucano, alla funzionalità dei Circoli, al recupero di fiducia dei cittadini ed elettori verso un PD, visto non come strumento di potere, bensì come fautore di democrazia e partecipazione alla vita delle comunità.
Il nuovo Segretario, per qualche anno, deve essere libero da candidature nazionali e regionali.
Deve essere solo costruttore politico e coordinatore di idee, progetti, programmi, alleanze per costruire l’alternativa a questa destra che, per le nostre responsabilità e irresponsabilità, stanno sgovernando la Basilicata con un degrado politico e morale mai visto prima (esempio: si cambia partito in una notte per un posto di governo o sottogoverno).
E non mi esprimo sulle questioni degli ultimi giorni relativi ai fatti giudiziari e allo squallore del bonus gas.
3) La Regina e quasi tutta la Direzione regionale lucana hanno abdicato nella individuazione dei nomi per le candidature alle ultime elezioni politiche.
Per non affrontare il tema del ricambio istituzionale, sia nel rispetto dello Statuto del partito e sia del Regolamento nazionale per le elezioni, hanno riproposto tutti gli uscenti in carica o già parlamentari o consiglieri regionali, insieme a nomi di valide dirigenti donne.
A nessuno è venuto il coraggio di individuare nuovi dirigenti territoriali (amministratori e non, uomini e donne), bravi, capaci e competenti, su cui investire per l’oggi e per il domani, favorendo un ricambio “dolce” della rappresentanza istituzionale.
Nè ho visto un gesto di generosità da parte di chi da anni rappresenta le nostre comunità nelle istituzioni, al fine di favorire il rinnovamento, da padri nobili della nostra cultura politica di sinistra e centrosinistra.
4) La stragrande maggioranza della Direzione regionale, timorosa di affrontare il tema del rinnovamento, ha approvato quella lista di candidature sapendo che a decidere sarebbero stati Letta e la Direzione nazionale del partito. Un errore grave!
5) Letta e la Direzione hanno aggravato ulteriormente la situazione:
a – facendo selezioni tra i nomi proposti (De Filippo SI, Pittella NO);
b – indicando come capolista alla Camera La Regina, mettendolo contro gli esclusi e danneggiando il PD lucano:
c – non indicando una donna capolista, facendola scegliere ai lucani nella rosa di noi fra le proposte già avanzate;
d – chiedendo, poi a La Regina di ritirarsi per un uso strumentale di una sua dichiarazione di 10 anni fa (un giovane di19 anni) quando tutti (io lo penso ancora oggi) sostenevano una Risoluzione DELL’ONU su Israele che affermava “Due Popoli, Due Stati”;
e – la candidatura, infine, del bravo Enzo Amendola, paracadutato in Basilicata, al pari di Gianni Pittella nel 2018 (sconfitto in Basilicata) ed eletto nel collegio di Salerno, dove venne paracadutato per un accordo con l’allora Segretario del PD Renzi;
f – la scelta, per me politicamente inaccettabile, della decisione di Marcello Pittella di cambiare partito e candidarsi per “un voto in più ” contro il PD.
Ecco, a mio parere, questo è l’elenco degli errori commessi dal PD a Potenza e a Roma, la cui responsabilità non può essere solo addebitabile all’ultimo arrivato, Raffaele La Regina, ma ad un gruppo dirigente che da anni ha determinato scelte e decisioni nel PD in Basilicata ed anche a livello nazionale.
Per questi motivi non condivido quel documento.
A mio parere, ad elezioni avvenute, era dovere della Direzione regionale prima e dell’Assemblea dopo, affrontare la discussione a viso aperto, con critiche ed autocritiche severe, dure, per giungere anche al coinvolgimento di noi iscritti, militanti ed elettori, per analizzare le cause vere per le quali non siamo più percepiti come utili al governo della cosa pubblica, in Basilicata, a Melfi, a Matera, a Potenza, ad Avigliano, a Policoro, …a Roma (Italia).
Sfiduciare un Segretario che rimette il suo mandato (per me sono dimissioni) è un po’ come sparare sulla Croce Rossa, autoassolvendosi dalle proprie responsabilità.
Non ho la presunzione di possedere la verità.
Ho la voglia, però, di guardare lontano, credendo ancora nella missione per cui è nato il PD, forza democratica ed europea, progressista, riformista e antifascista, espressione della migliore tradizione politico – culturale della Sinistra, del cattolicesimo democratico, del laicismo liberale e repubblicano.
Per questo era nato, per questo deve essere rifondato (non cancellato).
C’è ne sarà la possibilità? Io lo spero.