Giuseppe Brescia, già parlamentare ed ex sindaco di Melfi in una nota spiega perchè voterà “No” al referendum per il taglio dei parlamentari. Di seguito la nota integrale.
Per un nuovo Risorgimento della Politica voto “No” al referendum.
Nei miei anni di impegno pubblico, ho sempre motivato le mie scelte, parlando soltanto alla testa e al cuore dei cittadini.
Lo faccio anche ora, pubblicamente, motivando il mio voto per il NO al referendum.
Il clima di antipolitica esistente ha radici lontane. Il libro “La casta” di Rizzo e Stella ne è diventato il vangelo.
Il processo di delegittimazione della politica e delle istituzioni non ha trovato negli anni l’antidoto necessario per recuperare la fiducia dei cittadini.
Si è proceduto, invece e nel nome dei costi della politica e dell’efficienza, a tagliare la rappresentanza democratica. Una cura peggiore del male!
Sfascio delle Province, meno assessori, consiglieri comunali e regionali, eliminazione del finanziamento pubblico dei partiti, taglio del numero dei parlamentari, sono stati i cavalli di battaglia di tanti partiti, pseudo partiti e movimenti vari.
La stessa corruzione di burocrati e “politici” ha dato fieno in abbondanza all’”uomo qualunque” di turno.
La politica è diventata autoreferenziale e riproduttrice di se stessa (partiti personalizzati, non correnti ideali ma filiere di singoli, gestione del potere ai fini di moltiplicare consensi).
Insomma, tutto questo e altro ha prodotto il risultato odierno.
Per questo io credo che la Politica dovrebbe fare prima di tutto un atto di umiltà per riconoscere errori pregressi e poi dire ai cittadini: “Ho capito la lezione, proviamo a ricostruire insieme”.
Come? Dando attuazione ed esecuzione prima di tutto all’art. 49 della Costituzione italiana.
Partecipazione, partecipazione, partecipazione!
È il metodo più faticoso ma l’unico, a mio parere, per ricostruire quella fiducia tra cittadini, politica, istituzioni.
Senza questa fiducia andremo sempre più in basso, fino all’uomo solo al comando.
Per questo io vedo un pericolo per la nostra democrazia.
Convintamente io voto NO al referendum e mi spendo insieme a tanti amici, compagni, colleghi in questa direzione, cioè nel dire NO al taglio della democrazia.
Aggiungo, al di là dell’esito del voto (senza squalificare o criminalizzare chi la pensa diversamente da me o che non sono riuscito a convincere), l’unica speranza per salvare le nostre istituzioni è un nuovo Risorgimento della Politica.
Le grandi culture ideali (non ideologiche) – cattolica, progressista, liberale – possono essere ancora una volta, come durante e dopo il fascismo, le anime trainanti della rinascita democratica delle nostre comunità politiche e umane.
È un percorso lungo e faticoso, difficile e pieno di ostacoli (si pensi ai poteri consolidati esistenti), ma non impossibile.
È un sogno? Forse sì, ma senza i sogni non si vive. Io continuo a farlo, anche da nonno, pensando al domani delle mie nipotine.
Perciò, come si diceva una volta dalle mie “parti politiche”: Al lavoro e alla lotta!