Giustizia ad orologeria, Bolognetti: persi tra clave giudiziarie, “campi” e “muri” mai eretti. Di seguito la nota inviata da Maurizio Bolognetti, Responsabile diritti umani Azione Basilicata e Segretario di Radicali Lucani.
Campi “larghi”, campi stretti, campi lunghi e campi da coltivare in un agone politico sempre più spesso ridotto a guerra tra bande ed etnie o, se volete, a una lotta tra corleonesi e palermitani del settantennio partitocratico.
Ciò detto e premesso, affermo che a leggere i commenti sulle regionali sarde viene un po’ da ridere e tanto da piangere. Chi come me da sempre dirige la sua vela verso il “campo” del diritto, dello Stato di diritto e del rispetto della Costituzione, non può non porsi una domanda: quanto ha pesato sul risultato la clava giudiziaria abbattutasi sul Presidente uscente? Una clava che ricorda altre poco edificanti vicende giudiziarie.
La verità, quella che non si può raccontare, è che, ahimè, in questo nostro disgraziato Paese di largo ci sono solo les liaisons dangereuses tra certa politica e certa magistratura, il tutto con buona pace di uno dei peggiori ministri della giustizia che ha avuto l’Italia, quell’Alfonso Bonafede che, nel giugno 2019, voleva erigere un muro tra magistratura e politica, dimenticando quel che vado denunciando da anni: i suoi referenti lucani promisero che, in caso di vittoria alle regionali lucane del marzo 2019, l’assessore alla sanità sarebbe stato un magistrato in servizio nel Tribunale di Potenza. Qualche mese prima, il Presidente uscente, Marcello Pittella, era stato messo fuorigioco da un’inchiesta sulla sanità, salvo poi essere assolto a “babbo morto”.
Di quali campi parliamo, signori? Ne avrei di cose da raccontare, di quelle messe nero su bianco in esposti che ho inoltrato al CSM. Per quanto riguarda le regionali sarde, poco importa – credo e spero – che questa volta sia toccata a un esponente della Lega. A volte la giustizia non solo non è bendata, ma la stadera è tarata molto male. Per dirla con un felice detto napoletano: “Addò vede (anche quello che non c’è, ndr) e addò ceca”.
Io, intanto, continuo ad aspettare il “muro” di Bonafede e a piangere la quotidiana strage di diritti umani.