Riportiamo di seguito il contributo sulla questione degli scippi di Potenza ai danni di Matera di Franco Vespe, che esprime alcune valutazioni anche a seguito dell’ultima manifestazione di protesta che si è svolta domenica scorsa a Matera.
La nostra città di Matera sta vivendo questi giorni sotto la bruciante percezione di subire un clamoroso scippo della sua nomina a CEC 2019. Iniziative come il capodanno della RAI che si sarebbe dovuto celebrare per 5 anni nella nostra città, si sta vergognosamente e stupidamente cercando di spostarlo a Potenza. La manifestazione di Domenica –mi è parsa spontanea e critica a 360°, aldilà degli schieramenti politici ambedue responsabili in ugual misura del disastro che si sta confezionando- ha teatralmente messo su 3 lapidi: quello di Matera CEC2019, l’ospedale, l’università. Io ne avrei in verità aggiunta una IV quella dedicata alle infrastrutture che Potenza ci sta pervicacemente negando contro ogni ragionevolezza da secoli. La memoria va alla campagna elettorale dell’anno scorso. Il confronto fra i candidati sindaci di Matera fu avviata paradossalmente a Potenza. A non venire a quel confronto furono proprio i ventriloqui Pittelliani di oggi: De Ruggieri e Tortorelli. Ritenevano inaccettabile questo primo pellegrinaggio al capoluogo di regione perché avrebbe segnato la sub-alternatività di Matera a Potenza. Loro mò! Chi vi scrive invece andò e ne cantò 4 ai “montanari” come al sindaco uscente! Ebbero l’ardire e la sfrontatezza di avvertirci che non avevamo noi materani compreso appieno l’importanza di Matera CEC! Spiegai che il modello di Potenza città regione pervicacemente perseguito da quando l’istituzione regione è funzionante, è fragorosamente fallito e i numeri della crisi potentina (uno per tutti: la diminuzione della sua popolazione di 5 mila abitanti negli ultimi anni) sono lì a dimostrarlo. Spiegai poi che l’idea di sviluppo giusta per la nostra Regione invece sarebbe stata quella di valorizzare il suo naturale poli-centrismo (Matera, Metapontino, il Vulture, Maratea, la montagna lucana ecc.) con Potenza in un ruolo di programmazione strategica. Spiegai loro (ed anche agli altri candidati ndr) i motivi perché Matera aveva vinto e che c’era posto anche per progetti e idee nuove provenienti dal capoluogo di regione se capaci di incardinare culturalmente e turisticamente tutta la regione all’evento di CEC2019. Avrebbero però dovuto spogliarsi del mito di città regione e, soprattutto, di quella perniciosa cultura assistenzialistica cresciuta e pasciuta in questi ultimi decenni grazie ai finanziamenti a pioggia che il suo formidabile e famelico ceto politico (pensate per un attimo al volto di Folino che dà ragione agli studi di Lombroso!) riesce a dirottare su di essa.
La risposta è stata quella che vediamo ai nostri occhi. Non solo Potenza ha preteso il risanamento delle sue casse con i soldi della Regione per “controbilanciare” i finanziamenti invece virtuosi promessi dalla regione a MT CEC2019, ma sta rabbiosamente avocando esclusivamente a se il ruolo di città universitaria (Quando il polo di Matera è in grado di fare grandi numeri in termini di utenza!), sta imponendo un unico presidio ospedaliero regionale con gli altri nosocomi a fare da succursali periferiche (ma già quella latrina del San Carlo assorbe l’80% della spesa sanitaria regionale!). In più ora sta grottescamente cercando di strappare “eventi ispirati dalle cartoline stregate di Matera! Ovvero vuole continuare a godere di interventi a pioggia pubblici distratti criminalmente dal grande progetto Matera CEC2019. Ma vi immaginate la ragazza della pubblicità della Treccani davanti al serpentone ? : “che schifo!, che brutto!, che indecoroso, che scempio… che cagata! E che dire del sabotaggio ormai sfrontato, feroce e apertoche sta perpetuando per non far arrivare la ferrovia a Matera?
Caro Sindaco non possiamo sopportare questo tipo di comportamento da parte del governo regionale per il solo fatto che mette sul piatto il 70% dei fondi per Matera CEC2019! Così spesi non servono proprio a niente! Se dobbiamo sopportare questi comportamenti già visti è meglio chiuderla qui! Fai subito la lettera di rinuncia a CEC2019! Oppure cerca fondi alternativi a quelli promessi dalla Regione! Se sono privati è meglio! Il vero problema però è un altro. Ci saremmo aspettati da questa amministrazione comunale una direzione strategica dell’evento Matera CEC2019. Avrebbe dovuto creare una cabina di regia per realizzare serie strategie culturali grazie alle quali poi orientare le iniziative dei privati, a tratti commoventi, per l’offerta turistica che, come salmoni controcorrente, stanno lodevolmente organizzando. Se ci fosse stata una forte capacità programmatoria di questa amministrazione e se avesse veramente preso in mano le redini della città in vista del 2019, a quest’ora sarebbe stato molto più difficile per Pittella/Potenza pagnottara fare queste meschine operazioni. Io credo che questo atteggiamento Pittellianopotrà essere di intralcio perché Matera possa espletare al massimo il suo ruolo di CEC2019; ma una cosa è certa: questa faccenda rischia di segnare il definitivo tracollo di Potenza incapace di sintonizzarsi nobilmente su questo grande evento. Temo che non abbiano capito sia Pittella che Potenza che in questo modo si sta mettendo in gioco il futuro stesso della regione Basilicata!
Franco Vespe
GRANDE DOTT.VESPE, VOCE SINCERA E SPIRITO LIBERO DA CONDIZIONAMENTI POLTRONARI… vero Tortorelli e friends. Hai impostato la tua misera campagna elettorale sulla materanità…. dove è ora finita la tua spocchia e sopratutto se ci sei batti un colpo.
P.S. Avrei anche preferito la pubblicazione dello scritto del Dott. Di Palma, analisi molto lucida di quanto accade in questi giorni.
Grazie Franco.
Esatto! Condivido tutto in toto.. situazione vergognosa! Potenza eterna parassita assorbimento tutto!
Una disamina condivisa.
Dirò di più. Matera e la sua provincia rivendicano anche la loro parte delle royalty sul petrolio.
Nessuno ha mai decifrato che fine hanno fatto quei soldi.
Ne fessi ne subalterni.
Nel poliambulatorio san Carlo non mi faccio curare nemmeno una unghia incarnita.