C’è solamente un lucano, il senatore di Forza Italia Giuseppe Moles a “informazione ed editoria”, tra i 39 sottosegretari politici nominati dal Presidente del Consiglio Mario Draghi. Restano fuori invece tre sottosegretario del Governo Conte 2, due esponenti del PD, Vito De Filippo e Salvatore Margiotta e la pentastellata Mirella Liuzzi. Di seguito la dichiarazione rilasciata dal governatore lucano Vito Bardi dopo la nomina a sottosegretario all’editoria di Giuseppe Moles: “La nomina a sottosegretario all’editoria del senatore Giuseppe Moles è motivo di orgoglio per l’intera comunità lucana. A Moles vanno le mie più sincere congratulazioni per l’alto incarico che gli è stato conferito. Sono sicuro che da Palazzo Chigi saprà fare, nell’interesse della Nazione, anche quello della Basilicata”.
Mario Draghi rompe gli indugi e chiude con i leader della maggioranza la partita dei sottosegretari. Con un’accelerazione invocata dal premier e dal suo braccio destro Roberto Garofoli, i rappresentanti delle forze politiche che sostengono il governo hanno fatto pervenire oggi l’elenco dei nomi. Le designazioni sono così finite nell’ordine del giorno del consiglio dei ministri convocato per deliberare sui funerali di Stato per l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in Congo. Via libera dopo una lite fra i partiti.
La scelta più pesante l’ha fatta direttamente Draghi, che ha chiesto a Franco Gabrielli, capo della Polizia, di andare alla guida dell’autorità delegata ai Servizi segreti. Gabrielli ha accettato la nomina, entra nella squadra dei sottosegretari alla Presidenza, e lascia dunque l’incarico al vertice della Polizia che ricopriva dal 2016.
Tra i 39 sottosegretari “politici” ci sono 11 esponenti M5s, 9 della Lega, 6 di Forza Italia, 6 del Pd, 2 di Italia viva, 1 Centro democratico, 1 +Europa, 1 Leu, 1 Noi con l’Italia.
Il puzzle più diffiicile quello dei 5 Stelle, alle prese con i desiderata di molti uscenti e la netta riduzione dei posti a disposizione. Confermati Giancarlo Cancelleri ai Trasporti, Alessandra Todde allo Sviluppo economico, Manlio Di Stefano agli Esteri, Pierpaolo Sileri alla Salute, Laura Castelli all’Economia. Carlo Sibilia agli Interni. New entry Rossella Accoto al Lavoro, Dalila Nesci (Sud), Anna Macina (Giustizia), Barbara Floridia (Istruzione) e Ilaria Fontana (Ambiente).
Per la Lega ecco il ritorno di Claudio Durigon e di Gian Marco Centinaio, Rossano Sasso, Lucia Borgonzoni, Tiziana Nisini, Vannia Gava, Alessandro Morelli e Stefania Pucciarelli. La novità è la scelta di Nicola Molteni, il co-firmatario dei decreti anti-immigrazione, che torna agli Interni: la sola ipotesi nei giorni scorsi aveva provocato forti malumori nel Pd.
In Forza Italia ci sono Giorgio Mulè, Francesco Paolo Sisto, Gilberto Pichetto Fratin, Francesco Battistoni e Deborah Bergamini. In quota Cambiamo! di Toti entra Andrea Costa alla Salute.
Nel Pd entra a sorpresa la senatrice di Barletta Assuntela Messina, in una lista con molte donne: fra le altre Marina Sereni (Esteri), Simona Malpezzi (rapporti con il Parlamento) e Anna Ascani (Istruzione), l’assessore regionale laziale Alessandra Sartore. L’ex ministro Enzo Amendola dovrebbe rientrare come sottosegretario alle Politiche comunitarie fuori dall’elenco del Pd ma in quota “tecnica”.
Per Italia Viva l’ex ministra Teresa Bellanova e il ritorno di Ivan Scalfarotto, uno degli uomini di governo renziani che dimettendosi ha fatto cadere il Conte-bis.
Leu riconferma di Maria Cecilia Guerra nella squadra dei sottosegretari.
Le designazioni sono sul tavolo: 11 per M5S, 9 per la Lega, 6 per Pd e Forza Italia, 2 per Iv. Poi i rappresentanti dei gruppi minori: ci sono BrunoTabacci (centro democratico) e Benedetto delle Vedove (+Europa)
Le nomine sono arrivate dopo una lite in cdm che ha costretto a una sospensione di tre quarti d’ora. Lorenzo Guerini ha manifestato la “difficoltà tecnica” di procedere con un solo sottosegretario, lamentando l’impossibilità di gestire il lavoro parlamentare e un ministero così complesso. I 5S hanno contestato l’ipotesi di affidare all’azzurro Giorgio Mulè la delega all’editoria. Nel mirino anche il nome del leghista Gian Marco Centinaio. Alla fine Mulè viene dirottato proprio alla Difesa, il ministero di Guerini, e le nomine si sbloccano. All’Editoria va un altro forzista, Moles.
Il governo si appresta dunque a partire con la squadra al completo. L’economista Carlo Cottarelli, già premier incaricato nel 2018, è stato chiamato dal ministro Renato Brunetta a collaborare ai lavori sulla semplificazione burocratica e la riforma della pubblica amministrazione.
Ecco tutte le nomine:
Presidenza del consiglio
Deborah Bergamini, Simona Malpezzi (rapporti con il parlamento)
Dalila Nesci (sud e coesione territoriale)
Assuntela Messina (innovazione tecnologica e transizione digitale)
Vincenzo Amendola (affari europei)
Giuseppe Moles (informazione ed editoria)
Bruno Tabacci (coordinamento della politica economica)
Franco Gabrielli (sicurezza della repubblica)
Esteri e cooperazione internazionale
Marina Sereni – viceministro
Manlio Di Stefano
Benedetto della Vedova
Interno
Nicola Molteni
Ivan Scalfarotto
Carlo Sibilia
Giustizia
Anna Macina
Francesco Paolo Sisto
Difesa
Giorgio Mulè
Stefania Pucciarelli
Economia
Laura Castelli – viceministro
Claudio Durigon
Maria Cecilia Guerra
Alessandra Sartore
Sviluppo economico
Gilberto Pichetto Fratin – viceministro
Alessandra Todde – viceministro
Anna Ascani
Politiche agricole alimentari e forestali
Francesco Battistoni
Gian Marco Centinaio
Transizione ecologica
Ilaria Fontana
Vannia Gava
Infrastrutture e trasporti
Teresa Bellanova – viceministro
Alessandro Morelli – viceministro
Giancarlo Cancelleri
Lavoro e politiche sociali
Rossella Accoto
Tiziana Nisini
Istruzione
Barbara Floridia
Rossano Sasso
Beni e attività culturali
Lucia Borgonzoni
Salute
Pierpaolo Sileri
Andrea Costa
Nella foto www.SassiLive.it il senatore e sottosegretario Giuseppe Moles