“La vicenda della nave ‘Sumatra’, respinta a suo tempo dalle autorità portuali algerine, continua a non essere chiarita. Invece bisogna vederci chiaro, per il bene dei consumatori italiani. Per questo, dopo l’atto di sindacato ispettivo di luglio, ho presentato una nuova interrogazione ai ministri Patuanelli e Speranza. Si dà il caso, infatti, che, dopo le rassicurazioni del ministro dell’Agricoltura e delle autorità sanitarie di Ravenna circa la mancata autorizzazione allo sbarco del grano avariato, la merce è stata prima scaricata in temporanea custodia, dopodiché una parte consistente di essa è stata messa in deposito doganale: una sorta di regime sospensivo in attesa di capire se destinarla all’importazione o alla ri-esportazione. Per questo chiedo al ministro Speranza se voglia svolgere indagini più approfondite e al ministro Patuanelli se, attraverso l’Ispettorato centrale repressione frodi, abbia predisposto tutti i controlli previsti di propria competenza”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, membro della IX Commissione Agricoltura del Senato, il quale dopo aver presentato il 7 luglio un atto di sindacato ispettivo (3-02677) sui casi di importazione di grano estero insalubre o avariato, svolto in Aula il giorno successivo, si è recato più volte al porto di Ravenna per verificare di persona che non fosse sbarcato in Italia grano presumibilmente marcio e ammuffito già respinto al porto di Annaba, in Algeria. Il senatore ha presentato una nuova interrogazione ai ministri delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli e della Salute Roberto Speranza: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Sindisp/0/1312945/index.html
“C’è una sottile differenza – spiega il senatore – tra temporanea custodia e deposito doganale. Nel primo caso il grano, invece di essere bloccato sulla nave, è bloccato nel magazzino portuale e sottoposto a divieto di immissione all’importazione. Il deposito doganale è una sorta di regime sospensivo, in attesa di una dichiarazione di importazione o di ri-esportazione. In caso di importazione, si farebbero tutti i controlli previsti dalla legge. L’importatore Casillo Commodities Italia, nel frattempo, ha avanzato istanza di autotutela avverso il provvedimento adottato dal posto di controllo frontaliero (PCF) di Ravenna (del Ministero della Salute), assicurando di aver proceduto all’adozione di un ‘trattamento speciale’ per separare fisicamente la merce ritenuta contaminata dal resto del carico. La parte della merce posta in deposito doganale sarebbe quella reputata ‘non contaminata’. Il grano tenuto in temporanea custodia sarebbe invece quello avariato. Tuttavia, rimane poco chiaro perché una nave respinta addirittura da autorità extra-europee come quelle algerine, e dotata di certificazione per l’esportazione verso l’Africa, sia potuta arrivare in Europa, con documenti non idonei e dove vigono regolamenti ancora più restrittivi. Per questo chiedo con forza al governo e alle autorità italiane di vigilare attentamente sul destino di questo grano”.