“Oggi interrogherò in Aula per l’ennesima volta la Ministra Bellanova sulle navi che continuano ad arrivare indisturbate nei porti italiani cariche di grano estero in cui, come accertato, sono spesso presenti residui di sostanze nocive come il glifosato e il Don. Queste commodity, oltre a costituire un serio rischio per la salute dei cittadini, deprimono il valore del grano italiano, il che è paradossale vista la sua elevata qualità e salubrità, e costringono gli agricoltori a vendere sottocosto il loro prodotto. Ricordo, peraltro, alla Ministra che in Europa è vietato l’utilizzo di glifosato in preraccolta, che diversi studi scientifici hanno dimostrato la pericolosità di questa sostanza anche a basse dosi e, infine, che in Italia la commercializzazione di sostanze tossiche è vietata dal codice penale (art. 444)”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, neoeletto Segretario della IX Commissione Agricoltura del Senato, nell’annunciare l’interrogazione da lui presentata, assieme alla senatrice Loredana De Petris, alla Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova, di cui discuterà oggi nel question time al Senato con la Ministra alle ore 15.00.
“Da gennaio – spiega il senatore – decine di navi sono approdate nei nostri porti con milioni di quintali di grani esteri, fornendo oltre la metà delle materie prime trasformate dai molitori italiani. Se è questo il Made in Italy che la Ministra vuole difendere – andando peraltro in visita al gruppo Casillo, a Corato, uno dei maggiori importatori di grano –, noi non ci stiamo”.
“Per questo – conclude De Bonis – chiediamo con fermezza di sapere: quali iniziative intende assumere la Ministra per scoraggiare l’acquisto e l’utilizzo di grani esteri che vengono miscelati con il grano duro nazionale, falsando le quotazioni del mercato italiano e costringendo gli agricoltori italiani ad abbandonare la coltivazione e produzione di grano; quali sono stati gli argomenti da lei affrontati a Corato in merito all’importazione da parte del gruppo Casillo di così ingenti quantitativi di grano estero di dubbia qualità; se non pensi che importare grani esteri non sia contrario alla tutela del vero made in Italy; se non ritenga doveroso che venga riportata in fattura la dicitura chiara di ‘grano duro d’importazione nazionalizzato'”.