I gruppi consiliari di opposizione Venosa Democratica, Venosa Duemilaventiquattro e Venosa Cambia tuonano contro il Presidente Mastrangelo. “Le sue sono parole inaccettabili”. Di seguito la nota integrale.
“Non credo nella capigruppo…non credo nella capigruppo che teniamo con voi consiglieri di opposizione”. Sono queste le testuali parole pronunciate nel corso del consiglio comunale del 12 aprile dal Presidente del Consiglio comunale – Mastrangelo. Parole gravissime che denotano la totale mancanza di rispetto delle istituzioni da parte di chi quelle istituzioni è stato chiamato a rappresentarle. Parole pesanti perché mostrano l’incapacità del Presidente Mastrangelo che il ruolo che è stato chiamato a rivestire richiede terzietà e imparzialità. Chi dovrebbe essere super partes e rappresentate tutti i consiglieri comunali non può fare simili affermazioni e continuare a rimanere al suo posto. Non solo è venuta meno la fiducia nella terzietà del Presidente del consiglio comunale di Venosa, ma è decaduta ogni possibilità di confronto costruttivo con chi ritiene di non dover rappresentare le istanze dell’interno consiglio comunale ma solo quelle della maggioranza.
Dalle parole pronunciate dal Presidente Mastrangelo abbiamo avuto la conferma di quanto poco senso delle istituzioni vi sia nella maggioranza attuale, della totale assenza di democrazia sia oggi presente a Palazzo Calvini. Il Presidente del Consiglio comunale, da organo di garanzia e supremo rappresentante di tutta la cittadinanza, è stato ridotto a mero organo ratificatore delle decisioni di una sparuta maggioranza. Una maggioranza sempre più a pezzi, sempre più assente, sempre più risicata e silenziosa. Il consiglio comunale del 12 aprile è anche la rappresentazione iconica di questa situazione. Assenze pesanti tra i banchi della Giunta e i banchi del consiglio. Assenze che si ripetono ormai da tempo nonostante i favoritismi del Presidente del Consiglio anche nella scelta delle date per la celebrazione dei consigli.
Una maggioranza sparuta e nervosa che non lascia parlare, non apprezza il confronto, zittisce i consiglieri di opposizione ancora una volta per il tramite del Presidente del Consiglio che si contraddistingue anche per le continue interruzioni, per il sovrapporsi agli interventi dei consiglieri di opposizione, per le risposte stizzite.
Una maggioranza nervosa al punto che il Sindaco abbandona la seduta prima del tempo decretando, di fatto, la fine del consiglio comunale.
In queste condizioni diviene difficile lavorare per il bene dei cittadini. In queste condizioni diviene difficile avere un dialogo costruttivo, eppure, anche nell’ultimo consiglio comunale, le opposizioni hanno dimostrato di essere sempre aperte al confronto sulle proposte avanzate. Purtroppo, nonostante la disponibilità dimostrata, l’arroganza politica ha sempre il sopravvento e porta la maggioranza pentastellata a ricercare sempre e comunque lo scontro.
Ma se i comportamenti della maggioranza e del suo Sindaco vanno subiti, non altrettanto dobbiamo fare con il Presidente del Consiglio comunale che con le sue parole ha dimostrato di non rappresentare in alcun modo il consiglio e di non poter avere la nostra fiducia. E’ venuto meno il rapporto di fiducia che deve legare il consiglio tutto a suo presidente, è venuta meno la terzietà della figura, è venuto meno la imparzialità che deve garantire i diritti delle minoranze. Con questi presupposti non è possibile continuare facendo finta di niente. Il Presidente Mastrangelo deve dimettersi perché le sue affermazioni sono gravi e i suoi comportamenti dimostrano l’inadeguatezza al ruolo che è stata chiamata a ricoprire.
Replica Consiglieri di Maggioranza al Comune di Venosa
Abbiamo spesso evitato di rispondere agli infiniti, vuoti e inconcludenti comunicati di una parte della minoranza in consiglio comunale, perché in questi anni abbiamo conosciuto e vissuto le priorità dei cittadini. E tra queste, ci spiace, ma non rientrano le litanie petulanti di chi continua a reclamare un “posto” nella scena politica locale, con la presenza assidua esclusivamente sui media, una presenza, autoreferenziale e priva di proposte concrete per la comunità.
Se oggi rispondiamo è perché, spesso a microfoni spenti, durante l’ultimo consiglio comunale, i consiglieri di opposizione presenti, non sono riusciti a manifestarsi alla comunità, attraverso lo streaming, per ciò che davvero sono: egocentrici mistificatori della realtà.
La Presidente del Consiglio comunale di Venosa, che nonostante la sua giovane età, è solo “colpevole” di grandissima onestà intellettuale e di forte autonomia di pensiero, ha semplicemente dimostrato di non tollerare doppiogiochismo, falsità, disprezzo delle Istituzioni. Ovvero ciò che questa Maggioranza è costretta a subire da quasi tre anni.
“E a te, che te ne frega…?” Ecco il modo con cui ci si rivolge in Consiglio comunale alla Presidente. E volutamente tralasciamo il resto del turpiloquio, ad opera di chi, non dimentichiamolo mai, in Consiglio Regionale si è sempre distinto per la scorrettezza dei suoi comportamenti, che non lo rendono affatto idoneo a ricoprire ruoli politici e istituzionali. Gli stessi comportamenti, che gli consentono di elevarsi a leader di alcuni consiglieri, non proprio avvezzi alla politica e che, pertanto, diventano dei semplici burattini legati ai suoi fili e ai suoi fini.
Se la Sindaca ha abbandonato l’aula, mentre già loro raccoglievano i pezzi dell’ennesima strumentale discussione, per andar via, è perché ormai le parole, il richiamo a dare l’esempio e a non calpestare ancora la dignità del Consiglio comunale di Venosa, erano nuovamente caduti nel vuoto del loro ego.
Per non parlare di chi, si ricorda finalmente di essere stato eletto, partecipa ad un consiglio ed interviene per dirsi “basito”: ma di cosa, se non è neanche testimone diretto di ciò che avviene in capigruppo?
Purtroppo, alla bufera giudiziaria del novembre 2019, alla pandemia e alla crisi che ruota attorno alla guerra in Ucraina, occorre aggiungere anche la nefandezza di una parte dell’opposizione al novero dei problemi affrontati in questa consiliatura! Noi siamo abbastanza forti e non ci faremo intimidire da tanta violenta arroganza, ma siamo allo stesso tempo rammaricati, perché l’immagine della nostra splendida città viene ripetutamente calpestata da questi signori.