Guerra in Palestina, Francesco Paolo Francione: “La bancarotta intellettuale”. Di seguito la nota integrale.
Non c’è bisogno di particolari verifiche, talvolta, per giudicare un galantuomo o un villano. Bastano la faccia, il modo di porgersi, il tono della voce, l’equilibrio e la ragionevolezza dei concetti che esprime .
E’ il caso di Antonio Guterrez, il galantuomo portoghese, il segretario generale dell’Onu che molti hanno visto e sentito anche in una trasmissione di intrattenimento su un canale TV privato, dove ha sintetizzato ciò che aveva detto il 24 ottobre al Consiglio di sicurezza :
“ Ho condannato in modo inequivocabile gli orribili e senza precedenti atti di terrore compiuti da Hamas in Israele il 7 ottobre. (…) Tutti gli ostaggi devono essere trattati umanamente e rilasciati immediatamente e senza condizioni.
E’ importante riconoscere che anche gli attacchi di Hamas non sono venuti dal nulla. Il popolo palestinese è stato sottoposto a cinquantasei anni di soffocante occupazione. Hanno visto la loro terra costantemente divorata dagli insediamenti e piagata dalla violenza; (……) Ma le lamentele del popolo palestinese non possono giustificare gli attacchi di Hamas. E questi terribili attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese ( in J’accuse, F. Albanese e C. Elia, p. 38-39)
Parole che spiegano gli avvenimenti senza giustificare alcuna violenza dall’una o dall’altra parte. Pronunciate per l’affermazione della verità, coraggiose perchè contraddicono la narrazione di quasi tutti i media dei paesi occidentali che manipolano l’informazione e la conoscenza.
La verità è che quella del 7 ottobre è anche una reazione all’ occupazione da 57 anni della striscia di Gaza e della Cisgiordania : un popolo che viene tenuto in un carcere a cielo aperto, in una forma di apartheid.
Ed il Sudafrica che il regime razzista aveva subìto per molti anni, dinanzi alla corte dell’Aia, ha posto la questione che Israele possa compiere in Palestina un genocidio.
La stessa sensibilità di Guterrez hanno dimostrato 840 dipendenti dissenzienti della Commissione europea : hanno preteso che la presidente chiedesse un immediato cessate il fuoco e la protezione della popolazione civile di Gaza.
Il segretario della difesa USA, Austin ha fatto notare che i morti a Gaza sono troppi e ha chiesto che la carneficina abbia termine: e così dopo cinque mesi di guerra, gli USA si sono decisi a non porre il veto per una risoluzione che chiede una tregua umanitaria e la liberazione degli ostaggi. Una risoluzione rimasta, purtroppo, lettera morta perché l’ONU, come ha affermato Massimo Cacciari, è una istituzione -cadavere che non è riuscita a bloccare nessuno dei gravi conflitti scoppiati dalla guerra in Iraq, più di venti anni fa, in poi.
Più recentemente lo stesso Presidente degli USA ha chiesto sanzioni per un battaglione di estremisti ortodossi che non avrebbe rispettato i diritti umani: ma tutti sanno che gli USA se veramente volessero, saprebbero come fermare lo sterminio del popolo palestinese cui, ipocritamente, inviano anche aiuti umanitari.
Le parole di Guterres hanno provocato una presa di coscienza collettiva nelle nostre più grandi Università come Torino, Genova, Roma e Napoli: una forte contestazione ad una politica che opera senza una diplomazia efficace e prigioniera di vecchi aforismi (“ si vis pacem para bellum “) che non tengono conto del rischio nucleare. Ma oggi sono in rivolta le più prestigiose Università americane che chiedono lo stop alla carneficina a Gaza.
Quegli studenti sono l’intelligenza viva del nostro paese, parlano invece dei nostri governanti perché la sostanza delle loro richieste è non tanto quella che gli atenei interrompano collaborazioni scientifiche con le università israeliane, quanto che si ponga fine all’uccisione di donne e bambini.
Ma come reagisce il governo di Netanyahu? Indispettito.
Il rappresentante di Israele all’ONU , contro Guterres, ha reagito con teatralità isterica, propria di chi non ha argomenti da far valere, se non la forza delle armi, per giunta non propria. Ed ha chiesto le dimissioni del segretario accusandolo di giustificare il terrorismo di Hamas.
Reprime il dissenso: a Tel Aviv ci sono continue e forti contestazioni non solo dei parenti degli ostaggi ma anche di una popolazione che si sta rendendo conto del discredito che il suo governo sta portando al popolo israeliano. Ma non vengono ascoltati.
Strumentalizza l’antisemitismo: con apposita legge s’ intende bloccare ogni forma di dibattito. All’antisemitismo, infatti, viene assimilato ogni forma di critica nei confronti dell’attuale politica del governo israeliano. “ Si accusano di antisemitismo persone e istituzioni che raccontano la realtà della vita sotto occupazione(…).” ( in J’accuse, F. Albanese e C. Elia, p. 107))
Colpisce e uccide con azioni mirate e fa azioni dimostrative nei confronti dell’Iran per distogliere l’attenzione dal genocidio che sta compiendo a Gaza.
Oggi sono : 34.000 uccisi di cui un terzo bambini.
Il silenzio dell’Occidente è durato troppo. E le responsabilità maggiori ricadono su una classe politica mediocre che non aveva mai espresso una Commissione europea tanto incapace di iniziative di pace e tanto poco autonoma.
Josh Paul Direttore Ufficio Affari militari del Dipartimento di Stato, nella lettera di dimissioni dal suo incarico ricoperto per undici anni, parla di “ bancarotta intellettuale” che consisterebbe in un virare progressivo della politica verso il primitivo, l’irrazionale. Ma già Asor Rosa nel 2009 aveva denunciato il “grande silenzio “ degli intellettuali che ancora oggi persiste.
La comunità internazionale ha dimenticato la difficile situazione dei palestinesi : vivevano no come in una prigione di massima sicurezza! Gaza era il più grande carcere a cielo aperto, si è detto. Ora lo si vuole praticamente radere al suolo, con tutti i suoi prigionieri.