Giovanni Caserta: La strage degli innocenti, la “pace proibita”. Di seguito la nota integrale.
Ascoltavo per radio, due giorni fa, che quattromilioni e cinquecentomila sono i bambini fuggiti con le loro mamme dall’Ucraina, profughi in giovane età se non in fasce, proprio come Gesù Bambino, Maria e Giuseppe in fuga verso l’Egitto. Giuseppe è potuto fuggire perché in avanzata età. Una vera e propria “strage degli innocenti”, che si rinnova duemila e ventidue anni dopo, accettata con distacco, quasi unafatalità, conseguenza naturale e ovvia del “militarmente corretto”.
L’obiettivo unico e primario, purtroppo, per i belligeranti – compresi l’Italia, molti italiani e il governo italiano -èpiegare e raddrizzare le ossa a Putin, nuovo Erode. Alla politica e alla ragion di Stato, insomma,si sacrificano innocenti. Ancora una volta, il fine giustifica i mezzi. Persino i cattolici, anche quelli praticanti,in massima parte non sanno vedere, non vogliono vedere,in nulla si adoperano e nulla dicono circa quello che, in concreto,si possa fare per la pace e la vita.Sorprende e non sorprende, invece, l’unanimismo della Italia politica, che, in tutto il suo emiciclo, dalla estrema destra alla estrema sinistra, è concentrata e unita contro Putin.A tal fine, a Zelenskj, nemico di Putin, si forniscono armi che prolungano la guerra e infittiscono la strage degli innocenti.
In verità, non abbiamo mai creduto molto ai governi di unità nazionale o di larghe intese, che, per loro natura e definizione, non hanno opposizione, che è il sale e il lievito della democrazia. Si esulta, invece, perché c’è un governo forte. Esulta Draghi, dagli accenti sempre più acuti contro la Russia.È, il nostro, un governo tanto forte da nascondere, a sé stesso e agli Italiani, che la democrazia la esprime il potere legislativo, cioè il Parlamento,oggiè assolutamente e colpevolmente inesistente.L’ha detto persino il buon Bersani.
L’unanimismo è nel credere che le bombe,e il loro massiccio lancio, siano la soluzione della guerra. Cosa non più tollerabile. Hanno perciò ragione e hanno fatto bene, finalmente, i sedici giornalisti o uomini di cultura,clamantes in deserto, di fede diversa, a riunirsi per protestare contro la “pace proibita”, cioè non cercata e non voluta. Speriamo che presto diventino milleseicento, centosessantamila. In questo contesto splendono, invece, l’arroganza e la mancanza di coraggio e libertà che si registra all’interno della NATO e della Europa Unita,portatrici di un unanimismo acritico, colpevole e ingiustificato, soprattutto quando è subordinazione alla volontà dell’America e dell’Inghilterra, ambedue Potenze fuori dell’Europa.
Si vuol dire che l’Italia almeno, e per essa Draghi,all’interno della NATO e dell’Europa,è bene avvertail dovere di difendere la propria dignità e autonomia, nell’interesse del nostro paese, dei profughi,dei morti ucraini e russi, del mondo tutto. L’Italia, oltretutto, nella sua veste di cobelligerante, sta già subendo i contraccolpi negativi della guerra, che ben più gravosi saranno nel prossimo autunno,quando si comincerà a pagare tutti i debiti contratti per l’acquisto di armi e ricostruzione della Ucraina. Intanto non avremo grano sufficiente, non riscaldamento, non condizionatori, non bottiglie per imbottigliare il nostro vino, non gran parte del commercio estero, non poca merce da mandare al macero, non materie prime da trasformare, non pocheaziende in crisi, molti disoccupati in più…A Matera, città del pane e della pasta, a parte le bollette, già stiamo pagando aumenti per alimenti di base, quali pane, pasta e latte. Intanto si infittisconole file davanti alle porte della Caritas…
Insomma, non si puòe non si deve essere consenzienti e taciturni. Le vie per la soluzione pacifica della guerra in Ucraina ci sono, proprio apartire dal sacro principio della autodeterminazione dei popoli. Popoli sono anche le genti del Donbass. C’è il trattato di Minsk. Fu fatto un referendum, contestatoe annullato dal potere centrale di Kiev, di cui non si sente voce dì opposizione, odi Parlamento, di cui vorremmo sapere se esiste e se può esercitare la sua funzione. Di certo, come nel caso di Putin, anche in Ucrainasi vedeun uomo solo al comando, troppo sicuro di sé, troppo pretenzioso, troppo sprezzante, in abito militare, nel chiedere armi e armi, fino a rimproverare eoffendere l’intera Europa.
“Pace in terra agli uomini di buona volontà”. Già, la buona volontà. La si può esercitare. Può tradursi in tregua, sia pure momentanea e provvisoria, messa in atto da chi onestamente “vuole”. Via indispensabile, dopo la tregua, può e deve essere un nuovo referendumin Donbass, sotto il controllo dell’ONU. Autonomia si deve a chi democraticamente lachiede.L’Italia ha l’esperienza risolta del Trentino Alto Adige, della Sardegna, della Sicilia, dell’Istria… La Spagna ha la Catalogna, la Francia ha la Corsica…Le vie,per risolvere pacificamente le vertenze, ci sono e vanno immediatamente tentate. L’Italia, con la sua Costituzione, ha il dovere-diritto di dissociarsi dal bellicismo sfrenato, e quasi dogmatico, esprimendo, verso gli altri Stati europei, il proprio dissenso,indicando l’alternativa alle bombe. Invece, cosa grottesca, nelle dichiarazioni dei capi di Stato europei, compresi ministri italiani.spesso si è sentito dire, trionfalisticamente, che Putinha avuto il merito positivo e fondamentaledi rinsaldare e rafforzare l’Unità Europea. Eterogeneità dei fini, dunque.Vuoi vedere – ci siam detto – che Putinè il nuovo uomo della Provvidenza?