Riceviamo e pubblichiamo una nota inviata dal “politologo” materano Francesco Vespe che contiene una riflessione sullo scandaloso modo di finanziare i partiti e una proposta per favorire i tagli dei costi della politica.
Lo scandaloso sistema di finanziamento ai partiti emerso con il controllo dei bilanci della “dura e pura” Lega ha riproposto l’annosa questione dei costi della politica. Costi che stridono spietati con il regime di austerity che il governo Monti ha fatto calare sugli italiani. Abbiamo scoperto noi che, mentre ci stavamo candidando alle comunali, come alle regionali a nostre spese con il rischio di mettere a repentaglio la stabilità economica della nostra famiglia (parlo con robusta cognizione di causa!), i partiti nazionali, e dico tutti, compresi quelli moralisti ed anti-sistema, incassavano lauti compensi forfettari. Mentre un oscuro ed impacciato candidato sindaco questuava contributi agli amici per coprire le spese di campagne elettorali mai economiche; dirigenti di partito con i contributi dello stato libavano con champagne e spaghetti al caviale. Mentre tu povero diavolo sei inchiodato a pagare salatissimi mutui dalla durata “eterna” ed a considerare una modica spesa voluttuaria come un pacchetto di sigarette: “nuoce gravemente alla salute!; ci sono le “trote” che ogni mattina entrano in macchina ed hanno nel cruscotto un bancomat magico dal quale prelevano a gogo senza intaccare il proprio c/c. Detto questo occorre sull’argomento non sbandare cedendo a facili foschiniane sparate demagogico-populistiche. Il foschino di turno certamente penserà che un politico debba essere ridotto in mutande per fare politica. La politica al contrario va finanziata. Con sobrietà ma finanziata! Se ciò non fosse la farebbero solo annoiati straricchi. Va finanziata perché la politica è nata per ricucire i divari sociali, riequilibrare le forze in gioco nella società, per non seminare morte e disagio sociale. Senza la politica i ricchi diventerebbero sempre più ricchi e potenti ed i poveri sempre più poveri e deboli – guarda caso, è proprio quello che sta accadendo oggi nel mondo..!!-. La politica che si è perduta è il luogo ed il momento per esercitare forme elevate di responsabilità collettiva. Deve essere capace di educare interessi privati e corti per trasformarli in energie utili per il bene comune. Proprio per il suo enorme valore non si può permettere che i costi della politica debbano essere “privati” o, quel che è peggio, considerati un investimento “imprenditoriale”. A confortarci ci sono gli antichi Greci che remuneravano con decoro chi assumeva incarichi politici.
E’ piuttosto importante e non scontata la discussione sulle modalità di finanziamento della politica. E’ assolutamente inaccettabile ed esecrabile il modo con cui ciò è avvenuto negli ultimi tempi; così come oggi è assolutamente inaccettabile che i partiti oggi si siano trasformati in opache S.p.A. all’ombra dei quali si fanno solo affari. Devono piuttosto recuperare la loro dimensione popolare e ritornare ad organizzare la “gente” intorno ad un progetto di società. Sicuramente devono poter contare su di una contribuzione volontaria che sia la più trasparente possibile e con tetti di contribuzione sobri. La soluzione di devolvere il 3 permille dell’IRPEF potrebbe essere una soluzione ideale per poter restituire alla politica ed ai partiti quella dimensione popolare che oggi è andata smarrita. Una seconda condizione, da abbinare alla forma di finanziamento strutturale del 3 xmille è quella della istituzionalizzazione delle primarie e/o della promozione di eventi partecipativi, per costringere i partiti ad essere in mezzo alla gente e trasparenti. Al contrario di quello che dice il “grande trota”, occorre che i partiti diano conto del modo con il quale impiegano i finanziamenti ricevuti e si impegnino seriamente a “ri-diventare quello che dovrebbero essere. Ovviamente parlo del 3 x mille per non confonderlo con il 5 che occorre ferocemente conservarlo per i movimenti di volontariato che non vanno assolutamente messi in concorrenza con il finanziamento ai partiti. Meditate gente meditate!
Francesco Vespe