Trattamento acque reflue, il Consiglio approva nuove norme. Via libera alla legge che disciplina gli interventi sugli impianti non conformie su quelli che richiedono un ammodernamento.
Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con 12 voti favorevoli di Pd, Pp, Udc, Psi e Pace del Gm e 4 voti contrari di Pdl-Fi, M5s e Romaniello del Gm) un disegno di legge della Giunta che riguarda la “Disciplina sulle modalità di approvazione dei progetti degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane e sul rilascio dell’autorizzazione provvisoria agli scarichi degli impianti di depurazione delle acque reflue”.
L’efficienza del sistema globale relativo alla depurazione delle acque reflue viene valutata tramite il livello di copertura dei sistemi di collettamento ed il rispetto delle prescrizioni, dei parametri e dei valori di emissione dei reflui nei corpi idrici ricettori. Sulla base delle informazioni raccolte nell’ambito del quinto rapporto sull’attuazione della direttiva 91/271/CE, la Commissione europea ha evidenziato la presenza in Italia di 817 agglomerati non conformi, per i quali ha avviato la procedura di infrazione comunitaria, 40 dei quali riguardano al Basilicata. La legge approvata dal Consiglio regionale disciplina gli interventi sia sugli impianti che risultano essere in infrazione sia su quelli che richiedono un ammodernamento. Molti interventi sono già in fase di programmazione, di appalto e in alcuni casi di esecuzione.
Per garantirne la tempestiva esecuzione “occorre però risolvere contestualmente – si legge nella relazione al provvedimento – la complessità che i soggetti gestori e gli organi di autorizzazione e controllo incontrano, sul piano procedurale, nelle fasi di potenziamento, ristrutturazione e adeguamento degli impianti esistenti nonché in tutti i periodi transitori necessari per il ritorno alle condizioni di regime. Con il disegno di legge la Regione intende introdurre una serie di regole per ricondurre in un unico contesto la progettazione degli impianti di depurazione delle acque reflue e la relativa approvazione nonché il regime autorizzativo provvisorio, quest’ultimo in relazione ai soli periodi transitori nei quali non risulta essere possibile il rispetto dei limiti di emissione prescritti dall’ordinamento”.
Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge la Giunta dovrà approvare le linee guida per disciplinare le modalità di approvazione dei progetti, l’autorizzazione provvisoria degli scarichi di impianti di depurazione, le deroghe ai limiti, le prescrizioni e i controlli per i periodi di avviamento, le autorizzazioni di impianti con potenzialità inferiore a 2000 Ae, l’esecuzione dei controlli relativi al monitoraggio dei corpi idrici.
Macellazione aziendale, il Consiglio approva disposizioni
Il testo, proposto da Romaniello (Gm), Cifarelli e Miranda Castelgrande (Pd), permetterà ad aziende zootecniche ed agriturismi la macellazione e la vendita diretta di quantità minime di ovini, caprini, suini, e bovini di età non superiore ai 24 mesi
Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una proposta di legge dei consiglieri Giannino Romaniello (Gm), Roberto Cifarelli e Carmine Miranda Castelgrande (Pd) sulle “Disposizioni in materia di macellazione aziendale”.
La legge “intende disciplinare – si legge nella relazione – le operazioni di macellazione in locali multifunzionali aziendali agricoli, la relativa trasformazione e la vendita diretta di piccoli quantitativi di prodotti camei primari e trasformati di bovini, ovini, caprini e suini, di proprietà e allevati in aziende, nel rispetto dei requisiti igienico – sanitari, di benessere animale e della tracciabilità. Normare con la legge questa materia serve a rendere tale pratica sicura, favorendo in questo modo il campo agro – zootecnico forestale. Permettere alle aziende agri-turistiche di poter macellare in proprio piccoli quantitativi di carne, può concretamente rafforzare la filiera e promuovere la tipicità dei prodotti”.
La nuova normativa “si applica solo agli imprenditori agricoli aventi come attività prevalente quella zootecnica” e disciplina “l’attività marginale, localizzata e limitata della macellazione aziendale dei propri animali delle specie ovina, caprina, suina, nonché della specie bovina di età non superiore ai 24 mesi, le cui carni sono destinate alla vendita diretta presso il proprio punto aziendale al consumatore finale o ad esercenti ubicati nel Comune di appartenenza ed in quelli contermini, nell’ambito del territorio della Regione Basilicata”.
“Non sfugge a nessuno – si legge ancora nella relazione al provvedimento – che in Basilicata, come in altre regioni dove la presenza di aziende agro pastorali è abbastanza diffusa, la macellazione di quantità minime di bovini, ovini, caprini e suini avviane pur non essendoci norme specifiche e vincolanti che ne regolano le modalità. Normare con la legge la materia serve a rendere tale pratica sicura, favorendo in questo modo il campo agro – zootecnico forestale. Permettere alle aziende ago – turistiche di poter macellare in proprio piccoli quantitativi di carne può concretamente rafforzare la filiera e promuovere la tipicità dei prodotti”.
Braia: legge piccola macellazione strumento di reddito aggiuntivo
“Voglio esprimere il mio plauso per l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio Regionale della proposta di legge, presentata dai consiglieri Cifarelli e Romaniello, sulla piccola macellazione, strumento importante per le piccole aziende e gli agriturismi che possono, da oggi, completare la filiera della carne dall’allevamento alla vendita al consumatore finale, senza passaggi e costi esterni e nel rispetto delle norme relative ai controlli sanitari, che alla luce di questa norma, in sinergia con il Dipartimento Sanità, dovranno essere adeguati in relazione alla quantità di potenziali beneficiari e fruitori.”
Lo dichiara l’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali Luca Braia.
“La norma regionale consentirà – prosegue Braia – finalmente, di svolgere in sede la macellazione di piccole quantità di bovini, ovini, caprini e suini allevati direttamente dalle aziende nostre zootecniche e dagli agriturismi così come la vendita diretta, anche in ottica della multifunzionalità in agricoltura e dello sviluppo dell’economia locale e di ulteriori redditi derivanti dalla propria attività. Una azione concreta che andrà ulteriormente a rafforzare le azioni in atto, nel comparto, rispetto alla tracciabilità e alla sicurezza per il consumatore ma, soprattutto, quelle di creazione delle filiere che vanno a promuovere e valorizzare la tipicità dei prodotti lucani.”
Vitalizi, via libera al contributo di solidarietà
Approvata una proposta di legge dei componenti del precedente Ufficio di Presidenza dell’Assemblea (Lacorazza, Mollica, Galante, Castelluccio, Polese) che recepisce le linee guida
stabilite dalla Conferenza delle Assemblee legislative
Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con 12 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, Udc, Psi e Pace del Gm e 2 astensioni del M5s) una proposta di legge, d’iniziativa dei componenti del precedente ufficio di presidenza (Lacorazza, Mollica, Galante, Castelluccio, Polese) che detta integrazioni e modifiche alla legge regionale n. 38/2002 sul “Testo unico in materia di indennità di carica, di funzione, di rimborso spese, di missione, di fine mandato e di assegno vitalizio spettanti ai consiglieri regionali della Regione Basilicata”.
Il testo, che contiene norme di attuazione delle linee guida sull’istituto dell’assegno vitalizio stabilite dalla Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome il 10 ottobre 2014 tese a stabile parametri minimi e comuni a tutte le Regioni, al fine di delineare un quadro interregionale il più possibile omogeneo, già licenziato dall’organismo il 16 febbraio scorso ed iscritto all’ordine del giorno della seduta del Consiglio regionale 21 febbraio, era stato riassegnato alla Commissione dopo che l’associazione degli ex consiglieri aveva depositato una documentazione riferita ad alcune sentenze emesse dalla Corte di Cassazione sull’argomento e licenziato nuovamente dalla prima Commissione il 4 maggio.
A partire da questa legislatura l’assegno vitalizio è stato abolito. Di conseguenza le disposizioni approvate oggi riguardano i consiglieri che hanno maturato questo beneficio nelle precedenti legislature. Per loro dal primo giorno del mese successivo alla entrata in vigore della legge e fino al 29 febbraio 2020 l’assegno vitalizio viene decurtato, in qualità di contributo di solidarietà alla riduzione delle spese, per la quota eccedente 1.500,00 euro: del 7 per cento oltre euro 1.500,00 fino ad euro 3.500,00, del 12 per cento per l’importo eccedente euro 3.500,00 fino ad euro 6.000,00, del 16 per cento per l’importo eccedente i 6.000,00 euro. Si è stabilito, inoltre, che tali aliquote sono maggiorate del 40 per cento qualora il beneficiario del vitalizio goda di altro vitalizio per aver ricoperto la carica di parlamentare nazionale o europeo. Questa maggiorazione (emendamento Cifarelli Giuzio) non si applica “qualora analoghe riduzioni vengano effettuate dal Parlamento nazionale o europeo”. Le norme (contenute in precedenti leggi regionali) che consentivano la possibilità di percepire il vitalizio prima dei 65 anni di età (emendamento Cifarelli Giuzio) vengono inoltre abrogate a partire dalla prossima legislatura.
I risparmi ottenuti con la riduzione degli assegni vitalizi (emendamento Lacorazza) “saranno destinati, al termine di ogni esercizio finanziario, al bilancio regionale (20 per cento), ad iniziative di solidarietà (30 per cento) ovvero culturali individuate dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale (tra queste iniziative si prevede l’organizzazione di eventi per la giornata mondiale per le persone con disabilità), al progetto “Basilicata 2019, Parco culturale” (40 per cento) per sostenere, secondo criteri e modalità definiti dall’Ufficio di Presidenza, iniziative proposte dai Parchi letterari e dalle Fondazioni culturali partecipate dalla regione Basilicata, alla costituzione di un fondo (10 per cento) per acquisire ulteriore patrimonio del poeta Leonardo Sinisgalli nonché per supportare la Fondazione a lui dedicata nell’assistenza legale necessaria per evitare il blocco editoriale della sua opera, che perdura da oltre vent’anni. L’Ufficio di Presidenza ne definisce criteri e modalità”.
Consiglio regionale, rinviato rinnovo Ufficio di Presidenza
Su proposta di Cifarelli l’adempimento è stato rimandato alla prossima seduta.
In conclusione di seduta il Consiglio regionale, su proposta del capogruppo del Pd Roberto Cifarelli, ha deciso a maggioranza (con 11 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, Udc e Pace del Gm e 3 voti contrari del M5s e di Romaniello del Gm) di rinviare alla prossima seduta il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.