Nell’ultima riunione del circolo cittadino di Europa Verde –Verdi gli iscritti hanno deliberato all’unanimità di appoggiare la lodevole iniziativa di promozione del referendum per l’abolizione della caccia, ritenendo la caccia un’attività violenta, cruenta e sanguinaria. “Il tema dei cinghiali – spiega Mario Montemurro – è un paradosso. Il loro grande numero, causato dai costosi ripopolamenti per il diritto dei cacciatori a divertirsi ammazzando, è l’argomento principale di chi si oppone all’abolizione della caccia. Non si riflette invece sul fatto che nonostante anni di caccia i cinghiali ed i danni da essi causati sono aumentati, segno inequivocabile che la caccia non è la soluzione. Anche perché, come spiegato in una ricerca dell’ISPRA, i branchi di cinghiali all’uccisione della capo branco (unica che si riproduce in quanto attraverso feromoni inibisce sessualmente le altre femmine) si moltiplicano in quanto, da quel momento, tutte le altre femmine del branco iniziano a riprodursi”.
Per Lucianna Stigliani “il referendum per l’abolizione della caccia richiede l’impegno ‘senza se e senza ma’ di chiunque si definisca ecologista. E’ impensabile che questa pratica inutile ed anacronistica non trovi il sostegno di tutta la società civile e del mondo delle associazioni”.
Giuseppe Digilio evidenzia che “il referendum per l’abolizione della caccia fu promosso nel 1990 dai Verdi, dai radicali e dal mondo delle associazioni ambientaliste. Fu un plebiscito per il SI ma per una manciata di voti fu invalidato per mancanza di ‘quorum’. Trent’anni dopo la coscienza ecologista è aumentata ed il referendum avrà certamente successo. Occorre ora concentrarsi e raccogliere le firme. Ne occorrono 500.000. L’errore del comitato di non aver coinvolto dall’inizio tutto il mondo ecologista non ostacolerà, auspichiamo, l’abolizione di una pratica che si fonda sul piacere che si prova a togliere la vita ad un altro essere vivente”.
Lug 24