“Come nel gioco delle tre carte, la Basilicata perderà 58 cattedre mentre tutte le regioni del Centro-Nord avranno un numero maggiore di docenti. E’ una sconfitta per la formazione dei ragazzi lucani e non solo per il personale docente, specie precario, che dovrà seguire le giovani eccellenze nell’emigrazione al Nord”. A sostenerlo a nome dei Giovani Idv è Giuseppe Trivigno che aggiunge: “l’operazione del Governo Renzi è in continuità con la strategia tracciata dai governi che l’hanno preceduto: poiché gli organici non possono essere modificati e gli alunni in talune regioni aumentano, si spostano cattedre da una regione all’altra. A saldo invariato. Accade però che se il totale rimane immutato, c’è comunque chi guadagna. E, inevitabilmente, chi perde. Peccato che a perdere insegnanti saranno solo le regioni del Sud: nel prossimo anno scolastico si perderanno 14 cattedre in Abruzzo, 58 in Basilicata, 183 in Calabria, 387 in Campania, 33 in Molise, 340 in Puglia, 27 in Sardegna, 504 in Sicilia”. Nel condividere la posizione dell’associazione sindacale Anief che riunisce insegnanti e ricercatori e che ritiene iniqua e pericolosa la politica dai Ministri alla Pubblica Istruzione che si sono succeduti negli ultimi sette anni, il dirigente dei Giovani IdV sottolinea che “dal rapporto della Fondazione Agnelli è emerso che, soprattutto a seguito delle “misure volute dai ministri Gelmini e Tremonti con la legge 133/2008”, sono state riscontrate “importanti differenze regionali, con province del Sud, dove la popolazione studentesca è in forte calo, che hanno registrato diminuzioni dei docenti di ruolo fino al 18%”. E’ sempre lo stesso ragionamento politico che – dice Trivigno – finisce per penalizzare l’istruzione al Sud. I tagli maggiori al corpo docente di ruolo hanno riguardato tutte province del Sud: Frosinone, Matera, Avellino, Messina, Catanzaro, Cosenza, Potenza, Nuoro, Reggio Calabria e Isernia. Inoltre, scorrendo l’ultimo rapporto territoriale Abi–Censis, realizzato su dati Istat, si scopre che l’area dove lo “squilibrio socio-economico” è maggiore è quella del Mezzogiorno. E lo stesso, tranne rare eccezioni, vale per quelle che hanno il più “basso tenore di crescita” a livello di “potenzialità rurale” o che sono “a rischio involuzione”. Mentre i territori dove c’è maggiore possibilità di crescita e sviluppo sono quelli del Nord, in particolare il Friuli, il Trentino, il Veneto, la Lombardia e il Piemonte. Il problema è che si stanno sottraendo docenti proprio dove ce ne sarebbe più bisogno: se si consulta il Focus del Miur sulla “dispersione scolastica”, si scopre che le zone dove gli alunni iscritti, sia nella scuola di primo che di secondo grado, presentano un “maggior rischio di abbandono” scolastico prima dei 16 anni sono ancora una volta Sud e Isole: Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise e Abruzzo. Altro – conclude Trivigno – che volontà di contrastare la dispersione scolastica”.
Mar 31