Il coordinatore delle quattro Unioni dei Comuni della provincia di potenza, il Presidente Fernando Scattone, esprime a nome degli altri presidenti ed in modo corale, tutto il rammarico e il dispiacere per non essere, ancora una volta stati ascoltati dalla Regione e dai loro interlocutori istituzionali, in merito alle loro richieste di sostegno finanziario ed economico.
Avevamo lanciato, sottolinea Scattone, il nostro grido di allarme, in diverse occasioni, sino a rappresentarlo personalmente, nel mese di Marzo in un incontro tenutosi in Regione con la presenza del Dr. Michele Busciolano, capo di gabinetto del Presidente Bardi. In quella occasione, infatti i quattro presidenti (Fernando Scattone, Gianni Pittella, Romano Triunfo e Filippo Sinisgalli) avevamo coralmente rappresentato la situazione di crisi in cui versano le quattro unioni dei comuni gravate da una drastica riduzione dei finanziamenti statali e regionali.
Le Unioni dei Comuni – sottolinea Scattone – rappresentano dal punto di vista qualitativo e quantitativo, l’unico Ente di programmazione e gestione associata di servizi tra Comuni dell’intero territorio regionale ed è davvero sorprendente come la Regione Basilicata, ente che dovrebbe agevolare e incoraggiare la gestione dei servizi associati tra i comuni lucani, non abbia neppure inserito la nostra richiesta come ordine del giorno in consiglio regionale, bocciando di fatto la stessa.
A questo punto, ci chiediamo se la sopravvivenza o la stessa esistenza degli enti come le Unioni dei Comuni, enti sovracomunali che nella loro complessità raggruppano, come nel caso delle quattro unioni della provincia di potenza, ben 27 tra grandi e piccoli comuni lucani, rientri o meno tra gli obiettivi programmatici della Regione Basilicata.
Un elenco, abbastanza corposo di servizi gestiti che, come nel caso dell’unione dell’Alto Bradano, che storicamente, rappresenta la prima Unione di comuni della nostra regione con una discreta mole di servizi gestiti in forma associata: raccolta e smaltimento rifiuti, mensa scolastica, riscossione tributi, servizio trasporto, servizio gestione finanziaria e amministrativa, riscossione tributi, servizi sociali, servizio catasto, sportello unico attività produttive, centrale di committenza appalti, servizio paghe del personale, oltre ad una serie di altri servizi in itinere e in programmazione, protezione civile, canile comprensoriale e polizia locale.
Oggi, però aggiunge il Presidente Scattone, l’Unione dei Comuni “Alto Bradano”, come le altre tre unioni, vive un momento di crisi prettamente di tipo strutturale organizzativo oltre che finanziario, generato principalmente dal progressivo collocamento a riposo di alcune unità di personale di ruolo regionale e prima dipendenti della Comunità Montana dell’Alto Bradano.
Nelle diverse interlocuzioni e da ultimo nell’incontro con il Dr. Busciolano, i quattro presidenti, avevano lanciato un grido di allarme, certi che il loro appello non sarebbe rimasto inascoltato e fiduciosi che attraverso finanziamenti ad hoc si sarebbe potuto assistere e supportare le unioni dei comuni, in piena sintonia con lo spirito del legislatore nazionale.
Avevamo segnalato tra l’altro, conclude Scattone che gli strumenti ci sono e uno di questi è la legge regionale sull’istituzione del Fondo unico autonomie locali (Fual), legge 25/2020 che ha lo scopo di incentivare e/o supportare l’attività di avvio delle Unioni o fusioni dei Comuni.
Oggi, più che mai, lo spopolamento delle nostre aree interne, incombe sempre più sulla nostra vita amministrativa e la forbice tra servizi e costi continua inesorabilmente ad allargarsi; ecco perché occorreva scongiurare, il pericolo della chiusura dell’ente o la mancata attivazione delle unioni, per carenza di personale e di fondi, perché tutto ciò provocherebbe forti ed inevitabili conseguenze sui tanti servizi gestiti in forma associata.
Ecco il perché di tanta delusione al mancato attenzionamento delle nostre istanze da parte della Regione Basilicata che nell’ultima seduta di consiglio regionale ha letteralmente snobbato e bocciato le nostre legittime istanze, tanto da non inserire nemmeno un ordine del giorno per una discussione collegiale e trasparente dell’assise consiliare.